Morto Walter Brugiolo: dallo Zecchino d’Oro all’amore per Alessandra, che gli donò un rene

Walter Brugiolo, mitico bimbo di Popoff allo Zecchino d'Oro, è morto a 63 anni a causa di una malattia, circondato dall'amore della moglie e dei figli

Pubblicato: 30 Settembre 2024 18:21

Nicoletta Fersini

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Le immagini di quel bimbo piccolo coi capelli a caschetto e il piglio deciso che canta Popoff sono ormai nella storia dello Zecchino d’Oro. Walter Brugiolo aveva soltanto 6 anni quando è diventato parte della cultura televisiva e musicale del Bel Paese e ha colpito la notizia della sua morte all’età di 63 anni, il 30 settembre 2024. Malato da tempo, l’ultimo periodo era stato segnato da terapie e un ricovero in ospedale. La vita spesso ci pone di fronte a incognite e imprevisti, ma Brugiolo aveva una certezza su cui poter contare: il grande amore per Alessandra, moglie che aveva sposato da giovanissimo e con la quale aveva costruito la sua famiglia.

Il mitico Popoff dello Zecchino d’Oro

Non ha bisogno di presentazioni Popoff, brano che conoscono praticamente anche i muri, nonostante siano trascorsi decenni da quando, nel 1967, Walter Brugiolo vinse proprio grazie a esso quell’edizione dello Zecchino d’Oro. Erano i tempi del Mago Zurlì, di una televisione in bianco e nero tanto diversa da quella attuale, dove per un bambino di 6 anni vivere un’esperienza simile era qualcosa di unico.

Brugiolo era nato a San Venanzio di Galliera, in provincia di Bologna, dove tra l’altro ha sempre continuato a vivere. Proveniva da una famiglia umile, per la quale l’attività del mulino di proprietà era tutto, per il sostentamento di genitori e figli. “La mia non era una famiglia agiata, avevano un mulino da portare avanti e sapevano bene cosa vuol dire la fatica, guadagnarsi la pagnotta”, aveva raccontato in un’intervista, parlando della decisione dei genitori di allontanarlo dalle luci dei riflettori. Una vita che “non era adatta a un bambino di quell’età”: “Se vorrai diventare cantante, dicevano, lo farai da grande”.

Quella vittoria ha catapultato il piccolo Walter in un mondo lontano anni luce da quello dal quale proveniva. Dopo lo Zecchino d’Oro ci sono state le pubblicità di Carosello (tra cui quella dei formaggini, che lui odiava), poi è diventato protagonista di tanti “musicarelli”, lavorando fianco a fianco delle grandi star musicali del momento: Al Bano e Romina Power, Gianni Morandi, Little Tony, Mario Tessuto.

Il canto ha avuto sempre una parte importante nella vita di Brugiolo, tanto da aver continuato a impegnarsi nelle attività dell’Antoniano di Bologna diretto per decenni dall’indimenticabile Mariele Ventre, alla quale era legato da una bella amicizia. Proprio a lei è intitolata la scuola elementare del suo paese, nella quale ha lavorato a lungo come educatore. Senza contare che in tempi più recenti aveva anche fondato i Vecchioni di Mariele, coro nel quale ha riunito molti ex bambini che come lui avevano partecipato allo Zecchino d’Oro.

Il 2008 è stato l’anno del grande ritorno in tv. Ospite speciale della 50esima edizione della manifestazione canora insieme a Massimo Bertolucci, Brugiolo ha cantato di nuovo davanti al pubblico il brano Il tortellino.

La vita dopo lo Zecchino d’Oro

Quando Brugiolo si è allontanato dalla televisione, è tornato alla sua vita di sempre. Nel tempo si è impegnato negli studi, laureandosi in Economia e Commercio mentre continuava ad aiutare il padre nell’attività di famiglia. Poi si è specializzato, diventando responsabile dei sistemi informatici e lavorando in questo settore sia a Bologna che nel suo paese.

Nella sua vita c’è stato anche spazio per l’impegno politico. Si è candidato nell’Udc alla Camera in Emilia-Romagna, volenteroso di portare all’attenzione della gente i principi a cui era più legato, su tutti il profondo rapporto con la religione: “Io credo nella dottrina della Chiesa, nel valore della testimonianza, è importante cercare di portare un po’ di credibilità anche in politica, parlare di famiglia e principi non negoziabili, se pensassi a correre solo per vincere avrei preso da tempo strade diverse”, aveva spiegato ai tempi.

L’amore per Alessandra e i figli adottivi

Se è vero che il canto ha sempre avuto un ruolo cruciale per Walter Brugiolo, non è stata da meno la moglie Alessandra, con la quale ha vissuto un grande amore fino alla fine. Erano giovanissimi quando decisero di sposarsi e da quel momento non si sono più lasciati.

Lei catechista, lui nel coro della stessa parrocchia. “Ho frequentato anche un corso di due anni in seminario per fare l’accolito, una figura che aiuta il parroco anche nella comunione, del resto facevo il chierichetto da quando avevo quattro anni”, aveva raccontato.

Insieme hanno deciso sin da subito di fare richiesta per l’affidamento di un bambino e da quel momento la loro famiglia è cresciuta negli anni. “L’affido è amore gratuito. Un bambino ha bisogno e tu non sai per quanto tempo sarai la sua famiglia – aveva raccontato in una delle sue rare interviste televisive, nel salotto di Vieni da Me -. Arriva questo bambino di quattro anni e all’inizio eravamo spaventati perché non eravamo ancora genitori e, invece, i servizi sociali avevano scelto proprio noi”. Il bambino a cui si riferiva era Nicola, a cui si sono aggiunti poi Jessica e Lorenzo.

“Lorenzo si era trovato senza una famiglia e con una situazione sanitaria molto difficile – aveva spiegato ai microfoni di Caterina Balivo -. Ci dissero che non si sapeva se il bambino avrebbe camminato o parlato. Lorenzo è uno spettacolo e ha imparato a camminare e al liceo ha vinto diverse gare di atletica. Ha fatto il liceo classico e ha imparato a parlare”. Infine il quarto affido, stavolta di un bambino molto piccolo che aveva due anni e mezzo, e il quinto, durato solo cinque anni.

La malattia e il commovente gesto della moglie

La vita di Brugiolo e della moglie Alessandra è stata costellata di amore e impegno, ingredienti che sono stati essenziali per affrontare la malattia di lui. “In questi anni abbiamo scoperto che Walter ha una malattia ai reni che lui ha ereditato dal padre e probabilmente avremmo avuto dei figli con la stessa malattia”, aveva spiegato la donna alla Balivo, commossa al fianco del marito.

“Dopo aver scoperto che c’era la possibilità di un trapianto da viventi, ho deciso di donare il mio rene a mio marito. Se avessi avuto dei figli naturali avrei sviluppato degli anticorpi che non mi avrebbero permesso di donargli il mio rene”, aveva aggiunto.

La malattia se l’è portato via il 30 settembre 2024, a 63 anni, dopo un ultimo ricovero all’Ospedale Maggiore di Bologna.

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