Chi è Paola, la figlia di Luciano De Crescenzo

Paola è la figlia, amatissima, di Luciano De Crescenzo, grande scrittore, regista, attore e divulgatore

Pubblicato: 18 Luglio 2019 16:48Aggiornato: 24 luglio 2024 16:08

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Un legame profondo, di quelli che solamente papà e figlia possono costruire. Ed era proprio così quello tra Luciano De Crescenzo e Paola, sua unica figlia, nata dal matrimonio con Gilda Somma.

Filosofo, regista, scrittore e attore, uomo di cultura e divulgatore, Luciano de Crescenzo rappresenta un po’ anche l’anima di Napoli, il luogo in cui è nato il 18 agosto del 1928. Mancato nel 2019, il 18 luglio, ha lasciato un vuoto incolmabile. Lo ha lasciato nei cuori di tutte le persone che hanno avuto l’onore di conoscerlo, di chiamarlo amico come – ad esempio  – Marisa Laurito e Renzo Arbore -, in coloro che lo hanno amato e in chi dalla sua cultura, dalle sue parole e dai suoi testi ha imparato molto.

Chi è Paola, la figlia di Luciano de Crescenzo

Non si conosce molto della figlia di Luciano De Crescenzo, sempre vissuta nel dietro le quinte, ma accomunata al papà-  oltre che dal profondo affetto e legame – anche dall’amore per la letteratura e dall’ironia. Ha supportato Luciano De Crescenzo e ha mantenuto con lui un bellissimo legame, che ha preso forma anche in un sito internet che racconta l’uomo, il letterato e il genio di questo personaggio fondamentale della storia italiana.

Si chiama lucianodecrescenzo.it ed è un racconto affascinante di chi era, curato dalla figlia Paola e dal nipote Michelangelo. “Da quando papà è mancato il 18 luglio 2019 – aveva raccontato Paola, come riporta Fanpage -, io e la mia famiglia ci siamo impegnati per tutelare ma soprattutto tenerne in vita l’eredità culturale. Col sito, ma soprattutto con l’associazione presieduta da mio figlio Michelangelo, ci impegneremo non solo a tener viva la memoria di mio padre attraverso le sue opere, ma anche a organizzare eventi culturali, tour e visite guidate, il lancio della sua Casa museo, la nascita di un premio letterario e tante altre iniziative nel segno del Professor Bellavista, dando la possibilità a chi vorrà iscriversi al sito o all’associazione di essere aggiornato su tutte le nostre iniziative. Una serie di attività che ci aiuteranno a far conoscere alle nuove generazioni il Luciano De Crescenzo scrittore, filosofo, ingegnere, regista, fotografo e molto altro”.

Un rapporto speciale il loro, profondo e vero che entrambi hanno raccontato in più di un’occasione.

Il rapporto di grande affetto tra Paola e il papà Luciano De Crescenzo

Paola è l’unica figlia di Luciano De Crescenzo, nata nel 1963 dal matrimonio con Gilda Somma (durato dal 1961 e concluso nel 1966). Dopo la separazione dei suoi è andata a vivere dalla nonna, di quella scelta aveva raccontato a Il Mattino: “Non lo so. Si decise così, e a me andava benissimo, la nonna era fantastica. E poi, mamma la vedevo lo stesso e papà tornava a trovarmi ogni fine settimana”.

Luciano quindi faceva Milano – Napoli andata e ritorno: “Sempre. E se qualche volta dava forfait, mi dispiacevo da morire; ma onestamente non accadeva quasi mai. Il nostro era un rapporto assai intenso: al fine settimana insieme non rinunciavamo”.

Un legame speciale con un papà che era proprio fatto così, di batture e scherzi. E con il quale lei ha collaborato, ha raccontato di aver lavorato con lui a Così parlò Bellavista, pellicola in cui De Crescenzo era regista e attore: “Assistente costumista. Aiutavo Marcellina De Marchis, la prima moglie di Roberto Rossellini, era lei che sceglieva gli abiti di scena. Quanto ci siamo divertite”. A quanto pare, Paola ha poi lavorato anche sul set di altri film, ma non è chiaro in che ruolo sempre fedele alla riservatezza che la caratterizza.

E Luciano De Crescenzo, dal canto suo, ha sempre speso parole di grande affetto per la figlia. Aveva scritto nella sua autobiografia: “Non ricordo un giorno, da quando io e Gilda ci siamo lasciati, che non abbia trovato anche pochi minuti per chiamare al telefono mia figlia”.

Speciale anche il legame con il nipote Michelangelo, di cui aveva detto: “Devo confessare di essermi scoperto molto attento e premuroso come nonno, molto più di quanto non lo sia mai stato come padre. Sarà che in vecchiaia si diventa più sensibili, più profondi, si piange pure di più”.

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