Emma Marrone sta affrontando il lutto più grande, quello per la scomparsa del papà Rosario, avvenuta due mesi fa a soli 66 anni. La cantante, dopo il duro sfogo nel quale rispondeva alle illazioni sulle cause della morte del padre, torna a parlarne a un evento a Firenze, raccontando il suo difficile percorso di riadattamento alla vita, e gli stati d’animo di rabbia con i quali deve fare i conti tutti i giorni.
Emma: “Sono arrabbiata con la vita”
Emma Marrone è un fiume in piena: intervistata durante un evento a Firenze, la cantante ha finalmente raccontato come sta affrontando la dolorosa perdita del padre, avvenuta due mesi fa: “Sono troppo arrabbiata con la vita in questo momento“. Parole cariche di dolore, e di sentimenti contrastanti.
Emma spiega come il tragico avvenimento abbia rimesso tutto in discussione nella sua vita, dalla sua quotidianità al suo lavoro, dalle sue certezze ai traguardi raggiunti, perché, spiega, la morte di qualcuno è anche una nostra rinascita forzata.
“Quando succedono queste cose così enormi e tragiche è come se si resettasse tutto quello che si è stati e si è fatto“. Non nasconde, dunque, di essere anche lei una persona diversa oggi, come dimostra anche l’inaspettato cambio di look: capello più corto e scuro, come non la vedevamo da molto tempo.
“Io so chi ero quando c’era lui, ora è come se stessi ricominciando da capo. Adesso che lui non c’è più sono un’altra persona e lo sto vedendo ogni giorno. La vita ti cambia tutto all’improvviso e lo sto capendo. Sono appena nata”. Una nuova Emma, che deve fare i conti con le difficoltà della vita tutti i giorni: prima la sua malattia, la guarigione e poi quella del padre, e la sua scomparsa, inaspettata per il pubblico ma non per la famiglia.
Emma intanto guarda al futuro, ai progetti lavorativi e alla ricerca della serenità, ora parzialmente ritrovata tra le braccia di mamma Maria e del fratello Francesco.
Emma il doloroso addio a papà Rosario
Emma non parla solo del lutto, ma anche della vita, quella di suo padre Rosario, scomparso a settembre dopo una battaglia, durata quasi un anno, contro la leucemia.
“Lo chiamavo Peter Pan perché non voleva mai crescere – ricorda teneramente l’artista, che aggiunge – di lui ho sempre apprezzato la generosità. Faceva l’infermiere e quando qualcuno non riusciva ad andare in ospedale si recava di persona a casa a fare le medicazioni”.
In tanti, infatti, lo conoscevano per il lavoro di infermiere, e sono stati numerosi i colleghi e i pazienti che hanno espresso parole belle per il suo impegno sul lavoro. Così come i colleghi musicisti, vista la sua grande passione per la chitarra.
Emma lo vuole ricordare così, per quella voglia di restare per sempre bambino, e quella generosità che l’hanno resa fiera di lui. Questi pensieri, infatti, allietano la sua mente in ogni momento di tristezza. Non sono mancate anche le parole di ringraziamento della cantante per tutti coloro che, durante il periodo in ospedale, si sono presi cura di papà Rosario, lottando fino alla fine nella speranza di una remissione.