Dopo il movimento #FreeBritney volto a liberare Britney Spears dalla tutela legale e controllo da parte del padre, nato dai suoi fan e sostenitori, ne andrebbe creato uno nuovo: “Poor Britney” che raccolga tutte le cattiverie dette alla cantante negli ultimi anni, da parte di colleghi, haters e non solo.
L’ultima in ordine di tempo è la definizione data in tribunale dal suo avvocato, che nel tentativo di far capire come l’artista non sia più in grado di provvedere a se stessa, ne ha paragonato le facoltà mentali a quelle di “una persona in coma“.
Secondo il sito americano TMZ, l’avvocato della cantante – durante un’udienza in tribunale per la nomina di un nuovo tutore – avrebbe detto che la sua assistita non è grado di firmare una dichiarazione giurata. Inoltre non sarebbe “più intenzionata ad esibirsi“.
Sam Ingham, avvocato di Britney, durante un’udienza per la nomina di un nuovo tutore, ha detto che “le facoltà mentali di Britney sono pari a quelle di un paziente in coma, che vista la situazione fa parlare al suo posto un avvocato”.
Che la pop star sia un tantino fuori controllo lo si evince anche da quello che posta sui social. Ma Britney, bambina prodigio, è sempre stata naif e ingenua. Tanto da cadere negli anni vittima di persone ben più scaltre di lei – amici, compagni, collaboratori – e di problemi psicologici pesanti.
Negli ultimi tempi, però, Brit sembra aver ritrovato sorriso e serenità accanto al nuovo compagno Sam Asghari e la sua decisione di non tornare a esibirsi sul palco è forse la consapevolezza di non saper, né poter gestire, il suo successo. Quanto meno lo ha onestamente confessato a se stessa e al mondo. Un paziente in coma non arriverebbe a questa consapevolezza.