La celebre campionessa Tania Cagnotto ha deciso di confessarsi a Le Iene. Ha tenuto un monologo sulla salute mentale. Ha parlato dell’importanza di un onesto dialogo interiore, che le ha permesso di fronteggiare le fasi più delicate della sua vita, nel privato e nello sport.
Tania Cagnotto e l’ansia da battere
Nello studio de Le Iene, la tuffatrice Tania Cagnotto si è messa a nudo, affrontando il problema cardine che ha rischiato di stravolgere la sua carriera e non solo. Ha spiegato come tutte le sue medaglie siano state vinte grazie alla sua testa.
Il talento è fondamentale ma non è tutto. Lo stesso dicasi per il duro allenamento fisico. Tutto ciò crolla nel momento in cui si cede al tranello dell’ansia. La mente è travolta dalle paure e questo lei lo sa bene.
Ha proposto esempi pratici, i propri, così da offrire consigli reali, che sono stati la sua salvezza: “Puoi essere fisicamente al 100% e aver ripetuto quel gesto migliaia di volte in maniera perfetta. Basta il flash di un fotografo, un istante di distrazione, per mandare in fumo il lavoro di anni”.
Dinanzi a tutto ciò, in molti tendono ad arrendersi. La propria mente è così e non c’è modo di cambiarla e migliorarla. Agendo in questo modo, però, si vive in balia di paure che, spesso, non sono reali. Si lascia prendere il controllo all’ansia, che può aprire le porte alla depressione.
“Fortunatamente la mente si può allenare, come qualsiasi muscolo del corpo. Negli anni ho imparato a costruire intorno a me una bolla perfetta di concentrazione. Null’altro poteva attirare la mi attenzione, ma soprattutto parlavo con me stessa. Nella mente quando ero sott’acqua e ad alta voce sul trampolino, dove nessuno poteva sentirmi”.
I consigli di una campionessa
Dinanzi ai pensieri negativi che caratterizzano molte giornate della nostra vita, un dialogo onesto tra se è la soluzione. Occorre restare lucidi e non lasciarsi trascinare dalle paure, che ci colgono alla sprovvista all’alba di un traguardo importante.
“Nello sport, come nella vita, di fronte a un grande traguardo le nostre ansie si ingigantiscono e spesso ci fanno fallire. Quello, però, non è il momento di pensare ai propri limiti ma di concentrarsi sui propri punti di forza. Devi chiederti se quelle paure sono reali e se davvero sono così grandi. Quasi sempre la risposta è no. Io ci ho messo tanto tempo a capirlo, ma lassù, in cima al mondo, ti ci può portare solo la tua testa”.
Oggi che ha fatto un passo indietro dal mondo dello sport agonistico, vuole offrire le sue conoscenze agli altri. Ha sofferto a lungo per comprendere verità che oggi le paiono quasi scontate. Non vuole che anche altri debbano sacrificare anni in questo modo.
Un messaggio splendido, che va a inserirsi in una generale conversazione necessaria sulla salute mentale. Questo è oggi il suo lavoro. Collabora infatti con la federazione e prende parte a incontrati con i ragazzi che competono a livello giovanile e con la nazionale. Vengono accompagnati verso queste sfide. Il suo obiettivo è quello di diventare a tutti gli effetti una mental coach. Un titolo per il quale sta studiando, al fine di ottenere un master.