Non solo giornalista, Maurizio Costanzo è stato nella sua lunga vita anche un autore di testi di canzoni memorabili. Una su tutte, Se telefonando. Un brano che ha fatto la storia della musica leggera italiana, interpretato magistralmente da Mina.
Un inno a un amore che fu, che ancora fa sentire la sua forza, seppur in parte sbiadita. Un grido ai sentimenti che ancora oggi, al di là della generazione, tutti sanno cantare, almeno in parte. Una canzone di certo atipica, che vanta un’incredibile storia legata alla sua realizzazione.
Com’è nata Se telefonando
Non una canzone d’amore come tante altre, prime, durante e dopo gli anni ’60. Se telefonando è ben differente, considerando il suo testo decisamente originale. Fu a un passo dallo scomodare la censura del tempo, che in Italia ha dominato in lungo e in largo per molto tempo. Basti pensare che fu Federico Salvatore nel 1996, con Sulla porta, a dire per la prima volta la parola “omosessuale” sul palco dell’Ariston, in un Festival di Sanremo che lo aveva censurato.
La composizione del testo è particolare, non avendo di fatto una divisione in strofe classica. Spazio soltanto a una sola strofa, che fluisce poi nell’inciso, che si ripete ancora e ancora. Ciò perché inizialmente era stata pensata come sigla di chiusura di Aria Condizionata, varietà televisivo Rai, condotto da Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara.
Per quanto riguarda la musica, i due appena citati, che sono autori del testo, si sono rivolti al maestro Ennio Morricone. Maestranze a non finire, considerando come per la voce si pensò a Mina. Ognuno di loro ha saputo dare a Se telefonando qualcosa di proprio e unico.
Il testo di Se telefonando e la censura (potenziale)
Negli anni ’60 il telefono di casa è qualcosa di affascinante. Per questo motivo trova spazio nel brano e ne rappresenta un pretesto. Una storia d’amore al telefono, che non nasce bensì muore. I sentimenti che si aggrovigliano lungo quel cordino, passando da una casa all’altra.
Impossibile per i due amanti guardarsi negli occhi, dopo quanto c’è stato tra loro. Per questo restano a distanza. È tutto così incerto, perché è chiaro come ci sia ancora un non detto, una forte passione innegabile. Ciò è garantito anche dal periodo ipotetico, unito al gerundio. È tutto così labile e fragile, come solo l’amore sa essere.
Ma qual è la frase che ha rischiato d’essere censurata? In studio, in fase di registrazione, i quattro si rendono conto di un potenziale problema. Una frase che oggi ci appare innocente, ma che al tempo avrebbe potuto generare scandalo: “Poi nel buio la tua mano d’improvviso sulla mia”.
Cantata dal punto di vista di una donna, la frase lasciava fin troppo all’immaginario del pubblico con quel “sulla mia”. Una frase che Costanzo cambia, trasformando il senso al plurale. Il testo diventa così “le tue mani sulle mie”. Eliminata dunque qualsiasi ambiguità.
Mina però non è soddisfatta, dal momento che la versione più maliziosa l’intrigava non poco. Anzi la preferisce. Si decide così di inciderle entrambe. Quella modificata è stata poi pubblicata ufficialmente. Ne esiste però una “non censurata”, che appare nel 1999 in Mina Gold 2.