Le Iene, anticipazioni di stasera 15 febbraio: il caso Serena Mollicone

Nella puntata del 15 febbraio, "Le Iene" si immergono nel caso di Serena Mollicone, riaprendo una delle pagine più buie della cronaca italiana

Pubblicato: 15 Febbraio 2024 06:00

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Nel vasto panorama televisivo italiano, pochi programmi hanno saputo mantenere incollati allo schermo milioni di spettatori con la stessa forza e la stessa intensità di Le Iene. E non è solo il mix vincente di intrattenimento, denuncia e giornalismo investigativo a rendere questo programma un appuntamento fisso per un pubblico eterogeneo; è la capacità di toccare corde profonde, sollevando questioni che vanno ben oltre il semplice intrattenimento. La puntata del 15 febbraio, non fa eccezione, promettendo di immergerci in una storia che ha scosso l’opinione pubblica e che, ancora oggi, attende risposte.

Le Iene, anticipazioni di stasera 15: il caso Serena Mollicone

Max Angioni e Veronica Gentili riprendono le redini de Le Iene, confermando il loro successo come conduttori dopo aver brillantemente colmato l’assenza di Belen Rodriguez e Teo Mammucari. In questa puntata, ci accompagnerà una presenza d’eccezione: il celebre cantautore Gio Evan. Le Iene presentano: Inside è lo spin-off che nella serata di giovedì 15 febbraio, ritorna in prima serata su Italia 1, offrendo un’immersione profonda in alcuni dei casi più intricati e discussi degli ultimi anni. La prima puntata, intitolata Chi ha ucciso Serena?, è dedicata all’omicidio di Serena Mollicone, la giovane uccisa nel piccolo paese di Arce, in provincia di Frosinone. A ventitré anni di distanza dal tragico evento e dopo una sentenza di primo grado che ha visto l’assoluzione degli imputati, il processo di secondo grado torna a riaccendere i riflettori su una storia che non ha mai smesso di generare domande, dubbi e teorie.

L’inchiesta condotta da Veronica Ruggeri e Alessia Rafanelli si addentra con precisione e sensibilità nel labirinto di questo delitto, portando alla luce testimonianze chiave, contenuti inediti e un’analisi dettagliata dell’intera vicenda, ancora avvolta nel mistero. Al centro dell’accusa troviamo l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca comandante della stazione di Arce, e suo figlio Marco, coetaneo della vittima. Il processo di secondo grado offre una nuova opportunità di fare giustizia, di dare una risposta ai tanti interrogativi che, per anni, hanno tormentato la famiglia Mollicone e l’intera comunità di Arce.

Fonte: IPA
Serena Mollicone

Omicidio Mollicone: nuove svolte nell’appello dei Mottola

Nel corso dell’ultima udienza alla Corte d’Appello per l’omicidio di Serena Mollicone, avvenuto nel lontano 2001, la difesa della famiglia Mottola ha presentato argomentazioni che potrebbero aggiungere un ulteriore strato di complessità a un caso già di per sé intricato. Secondo i legali che rappresentano la famiglia, accusata dell’omicidio della giovane Serena, ci sarebbe un elemento chiave che contraddirebbe una delle ipotesi fondamentali della ricostruzione accusatoria: l’incompatibilità tra l’altezza della vittima e il segno di un presunto colpo ritrovato sulla porta della stazione dei carabinieri di Arce.

Carmelo Lavorino, criminologo e consulente della difesa, ha evidenziato in aula come l’altezza di Serena Mollicone, 1,55 metri, sarebbe in disaccordo con l’ipotesi che la ragazza sia morta in seguito a un colpo ricevuto contro la porta della caserma, segnata da una frattura a 1,54 metri da terra. Secondo Lavorino, sarebbe fisicamente improbabile che Serena, spinta contro la porta, potesse aver lasciato quel segno, soprattutto considerando la posizione della ferita sull’arcata sopraccigliare, situata a un’altezza inferiore. La difesa ha inoltre sollevato dubbi su una delle testimonianze chiave dell’accusa, riguardante il brigadiere Santino Tuzi, suicidatosi nel 2008, che avrebbe visto Serena entrare nella caserma il giorno della sua scomparsa. Lavorino ha messo in discussione la credibilità di questa affermazione, sottolineando l’assenza di conferme che Serena sia effettivamente entrata in caserma quel giorno e interrogandosi sul silenzio di Tuzi nei sette anni successivi al fatto.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963