Sos situationship: come gestire le non-relazioni

Le non-relazioni sono indefinite, passeggere e poco impegnative. A volte si scelgono, ma attente a non subirle per paura di risultare appiccicose o inopportune.

Pubblicato: 21 Giugno 2019 12:36Aggiornato: 21 Marzo 2023 16:50

Veronica Colella

Sex Editor

Content writer con una laurea in Scienze antropologiche e un passato tra musei e archivi. Scrive di sessualità e questioni di genere da un punto di vista sex positive, con la consapevolezza che non esistono risposte semplici a psicodrammi complessi.

Se le relazioni richiedono impegno, pazienza e arte del compromesso, le non-relazioni possono essere altrettanto faticose. Dal punto vista emotivo, quando si trasformano in una gara al ribasso in cui vince chi ha meno bisogno di attenzioni, ma non solo.

Per chi abita lo spazio liminale della “situationship”, quel rapporto che va oltre la conoscenza superficiale ma non è così profondo da diventare amore o amicizia, le difficoltà sono anche di natura pratica. Potreste chiedervi quanto peso attribuire a ricorrenze e compleanni, se è il caso di presentarlo alle amiche, quanta fiducia concedere e quanto siete disposte a condividere, tenendo conto che l’altra persona potrebbe uscire dalla vostra vita senza preavviso.

Cosa vuol dire situationship

Non si sa di preciso chi abbia coniato il termine per prima, ma la parola situationship – dalla fusione di situation e relationship – ha iniziato a guadagnare popolarità intorno al 2010, per poi entrare definitivamente nel lessico delle relazioni. Del resto, serviva una parola che indicasse con precisione quella zona grigia che non è sesso occasionale, ma nemmeno amicizia con benefit e tantomeno una relazione romantica.

Si è in una situationship quando si esce insieme ma non si ha fretta di definirsi, quando non si considera l’amore romantico una priorità assoluta o quando si è disposti a impegnarsi solo fino a un certo punto, senza aprire a eventuali negoziazioni.

E infatti c’è anche chi questa situazione così nebulosa la subisce, più che sceglierla deliberatamente. Non sempre le non-relazioni sono tali perché si è in due a volersi frequentare senza vincoli e senza promesse. A volte chi è più coinvolto si adatta ai desideri e ai silenzi dell’altro, temendo di rovinare tutto con la richiesta di un chiarimento e sperando nella naturale evoluzione del rapporto in relazione vera e propria.

Perché non è un’amicizia con benefit

Questa non-relazione potrebbe sembrare molto simile all’amicizia con benefit, se non fosse per il margine di incertezza emotiva che non permette nemmeno di dare un nome al rapporto.

Nelle amicizie con benefit le aspettative di partenza sono più chiare, mentre le situationship sono il regno del non-detto. Può capitare di innamorarsi di un amico – o al contrario di decidere che si preferisce fare a meno del sesso, riportando l’amicizia con benefit sui binari delle amicizie canoniche – ma non di essere completamente all’oscuro dei pensieri dell’altro.

Per quanto non implichi necessariamente esclusività sentimentale o sessuale, l’amicizia con benefit è pur sempre un rapporto caratterizzato da intimità e condivisione. Si fanno cose insieme anche fuori dal letto, a volte si frequenta la stessa cerchia sociale e in genere si sa di poter contare sull’altro nel momento del bisogno, per esempio durante un trasloco o per fare da supporto morale nei momenti di crisi.

Tutte richieste che potrebbero cadere nel vuoto in una situationship, perché considerate troppo vincolanti per un rapporto che non dovrebbe richiedere alcuno sforzo.

Pro e contro delle “non-relazioni”

Le amicizie con benefit sono state a lungo l’alternativa ideale per chi cercava un compromesso tra la voglia di libertà e il bisogno di intimità, ma richiedono comunque un certo grado di impegno. Al contrario, una situationship è solo un gradino più in alto del sesso occasionale quanto a vincoli e aspettative.

Le non-relazioni possono essere adatte a chi ha bisogno di più tempo per capire cosa vuole, o a chi è in riserva di energie. Hanno il pregio di non mettere addosso alcun tipo di pressione e permettono di esplorare la propria sessualità senza rendere conto a nessuno delle proprie scelte o del proprio tempo, dal momento che non è scontato passare insieme ogni giorno libero.

Se vissute con leggerezza possono essere eccitanti, avventurose e divertenti, ma non bisogna dimenticare che una situationship non è una vera relazione. Questo vuol dire che non c’è spazio per la gelosia, o per la vulnerabilità. Una non-relazione non offre alcuna forma di stabilità o di sicurezza, rendendo difficile persino pianificare insieme qualsiasi attività che superi l’orizzonte delle due settimane.

Come capire se va bene per te

Per sopravvivere a una situationship bisogna essere coinvolte solo a metà. Può essere la non-relazione adatta a chi sta attraversando una fase di ridefinizione, a chi è concentrata su altro e non ha le energie o il tempo per una relazione più impegnativa, ma solo se è una scelta consapevole.

Altrimenti adattarsi alla precarietà sentimentale diventa un modo di farsi del male nella speranza che la propria sofferenza venga considerata dedizione e ripagata con l’amore, andando incontro a una probabile delusione.

Va poi messa in conto anche la possibilità che i sentimenti cambino e che pur essendo partite dal presupposto di non volere una relazione si finisca per volere qualcosa di più. O che a cambiare siano i sentimenti dell’altro, mettendovi nelle condizioni di fare una scelta: rinunciare al rapporto o lasciare che evolva, prendendo direzioni diverse.

Senza impegno, ma non senza cuore

In ogni caso è bene ricordare che i sentimenti non sono una debolezza e che non è possibile prevedere con certezza come andranno le cose. Si può decidere di rimandare il momento di decidere, ma non si può rimanere in un limbo per sempre. A meno di non perdersi di vista molto prima, è probabile che arrivi prima o poi il momento di ridefinire i termini del rapporto scegliendo una direzione più chiara.

C’è chi per non affrontare questa conversazione sceglie di sparire, ma senza impegno non deve diventare un sinonimo di senza cuore. Avere cura dei sentimenti di chi frequentiamo, anche se non si fanno promesse, è il minimo che dovremmo garantire anche in una non-relazione. Non significa che nessuno soffrirà, ma almeno si avrà la coscienza pulita. Sia che vi troviate nei panni di chi ha bisogno di una presa di posizione prima di soffrire troppo o di chi non si sente pronta per qualcosa di più impegnativo, essere onesti l’uno con l’altra è in prospettiva la scelta migliore.

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