La sindrome di De Quervain – conosciuta anche come tenosinovite stenosante – è un processo infiammatorio che interessa la guaina sinoviale dei tendini estensore breve ed abduttore lungo del pollice.
La patologia è caratterizzata dal restringimento della sinovia nel punto in cui i tendini passano sullo stiloide del radio, una sporgenza ossea. Il processo infiammatorio provoca un aumento di volume del canale digitale, di conseguenza si crea durante lo scorrimento dei tendini una frizione che risulta molto dolorosa.
La sindrome di De Quervain colpisce soprattutto pazienti che praticano alcune attività professionali, come gli addetti ai videoterminali o le ricamatrici. La causa principale della patologia, infatti, risiede in microtraumi ripetuti, legati a gesti reiterati.
Il sintomo più comune della malattia è un dolore intenso che il paziente avverte quando compie un movimento di presa che coinvolge il pollice o inclina il polso. Al dolore si possono accompagnare altri segni come la tumefazione dell’area ed il gonfiore. Se non viene curata, la patologia può evolvere portando allo sviluppo di una tendinosi, causata dall’usura progressiva dei tendini.
Indice
Cos’è la sindrome di De Quervain
La sindrome di De Quervain viene più comunemente chiamata tenosinovite stenosante. Si tratta di una patologia che interessa i tendini della mano che sono indispensabili per la flessione delle dita.
I tendini collegano i muscoli dell’avambraccio con le ossa delle dita, funzionando come delle funi. Nelle dita sono presenti le pulegge, dei tunnel fibrosi all’interno dei quali si trovano i tendini. La loro presenza e lo scorrimento sono favoriti dalle guaine tendinee. Le pulegge tengono i tendini vicino alle ossa per favorire il movimento di flessione delle dita.
La sindrome di De Quervain ha origine quando nella guaina tendinea viene a crearsi un rigonfiamento. Questo ha delle conseguenze: ogni volta che il tendine attraversa la puleggia in corrispondenza del rigonfiamento viene schiacciato. Il risultato è un forte dolore e una sensazione di scatto nel dito. Quando il tendine scatta produce infiammazione e gonfiore, dando vita ad una sorta di circolo vizioso che non consente alla flogosi di arrestarsi. In alcuni pazienti il dito può bloccarsi in flessione, rendendo molto difficile e doloroso il tentativo di raddrizzarlo.
Cause della sindrome di De Quervain
Le cause della sindrome di De Quervain non sono ancora state chiare e, ad oggi, non sono certe. Secondo alcuni studi, però, esistono alcuni fattori che influiscono sull’insorgenza della patologia. Il primo elemento da considerare sono le attività ripetute. Una continua sollecitazione dei tendini della mano, a causa di movimenti reiterati e sforzi, può provocare una infiammazione dei tendini flessori. Fra le persone maggiormente colpite dalla patologia, non a caso, ci sono le categorie professionali che utilizzano in modo continuato alcuni strumenti, come cacciaviti o forbici. Un’altra frequente abitudine che può contribuire all’insorgenza della patologia è l’utilizzo del cellulare.
La sindrome di De Quervain è strettamente legata ad altre patologie come la gotta, la rizoartrosi, il diabete e l’artrite reumatoide, che possono accompagnare oppure provocare la tenosinovite stenosante. In rarissimi casi la malattia può essere congenita, mentre nella maggioranza dei casi si presenta superata la soglia dei 40 anni, in particolare nelle donne. Con l’invecchiamento, infatti, il nostro corpo perde la sua naturale capacità di sintetizzare il collagene, una delle sostanze che compone i tessuti molli. I tendini, di conseguenza, si indeboliscono e sono maggiormente soggetti a patologie infiammatorie. Un altro aspetto da non ignorare sono i traumi alla mano. Un piccolo incidente durante lo sport o una caduta dalla bici possono provocare dei microtraumi e, di conseguenza una tenosinovite.
Sintomi
La sindrome di De Quervain colpisce i tendini flessore breve ed abduttore lungo del pollice. Solitamente il disturbo si manifesta soprattutto al mattino e si attenua nel corso della giornata. I sintomi sono evidenti. Il paziente avverte gonfiore, formicolio e calore a livello della mano, accompagnati da difficoltà di movimento e da un dolore intenso a livello del palmo. Spesso sono presenti anche noduli sottocutanei fra metacarpo e falangi, in corrispondenza dell’articolazione.
Altri segnali sono sensazione di scatto o crepitio durante il movimento dei muscoli della mano (flessione ed estensione), in particolare quando si prova a prendere un oggetto o si chiude la mano a pugno. Nei casi più gravi viene registrata l’impossibilità di estendere le dita colpite, che rimangono piegate, in altri le dita rimangono in posizione flessa oppure estesa.
Diagnosi della sindrome di De Quervain
La diagnosi della sindrome di De Quervain è clinica. L’area colpita dall’infiammazione, infatti, si presenza come dolorosa alla pressione e tumefatta. Per una diagnosi corretta può essere utile effettuare il test di Finkelstein che consente di registrare il livello di dolore che viene avvertito dal paziente. Durante l’esame viene chiesto al soggetto di chiudere la mano a pugno, serrando le dita lunghe intorno al pollice e flettendo il polso verso il mignolo. Infatti, nei pazienti affetti dalla sindrome di De Quervain i movimenti del pollice sono difficoltosi per via della presenza di dolore intenso, che si acuisce quando si inclina il polso.
In seguito, l’ecografia consentirà di evidenziare con maggiore precisione la presenza di alterazioni infiammatorie dei tendini e delle pareti della guaina sinoviale. Infatti l’ecografia si rivela uno strumento essenziale nel monitoraggio e nella diagnosi della tenosinovite di De Quervain, fornendo immagini dettagliate che permettono di identificare con precisione le alterazioni infiammatorie nei tendini abduttori lungo del pollice e l’estensore breve del pollice. Questa tecnica di imaging, grazie alla sua capacità di visualizzare in tempo reale la struttura dei tessuti molli, è particolarmente efficace nel rilevare qualsiasi ispessimento delle pareti della guaina sinoviale e l’accumulo di liquido infiammatorio al suo interno, elementi indicativi della condizione.
Inoltre, l’ecografia può assistere nella valutazione della gravità dell’infiammazione e guidare il trattamento, offrendo la possibilità di osservare la risposta del tessuto al trattamento prescritto, sia esso farmacologico o fisioterapico. L’uso di questa tecnologia non solo migliora la precisione diagnostica ma contribuisce anche a personalizzare le terapie, ottimizzando i risultati clinici per i pazienti affetti dalla tenosinovite di De Quervain.
Come si cura la Sindrome di De Quervain
Se la patologia è nella sua fase iniziale può rivelarsi efficace un trattamento conservativo, con l’assunzione di farmaci antinfiammatori e riposo funzionale. Questa cura può aiutare a ridurre la flogosi e la sintomatologia. L’applicazione di ghiaccio sul processo stiloideo del radio può essere utile per ridurre il dolore. Nei casi più gravi il medico può prescrivere anche farmaci corticosteroidei che vengono somministrati tramite infiltrazione. La terapia locale è utile per le forme più acute, ma presenta anche dei rischi (come la rottura del tendine) legati all’infiltrazione di cortisone. Inoltre, non assicura una completa risoluzione della malattia, garantendo dei risultati che sono temporanei.
Quando le terapie convenzionali non aiutano a ridurre i sintomi è necessario ricorrere al trattamento chirurgico (puleggiotomia). L’intervento consiste nell’apertura della guaina per favorire lo scorrimento dei tendini in modo corretto. Si tratta di una operazione di tipo risolutivo che garantisce degli effetti immediati. Il recupero, infatti, è ottimale e avviene già tre o quattro giorni dopo l’intervento, con una prognosi eccellente. In ogni caso, se la sindrome di De Quervain non viene trattata in modo adeguato e viene trascurata, può evolversi e cronicizzarsi, dando origine alla rizoartrosi, ossia una forma di artrosi della base del pollice.
Trattamento chirurgico
L’intervento consente di curare la sindrome di De Quervain e viene eseguito in anestesia locale. Il chirurgo realizza una incisione sul palmo della mano e procede alla sezione e apertura della puleggia che si trova alla base del dito. L’obiettivo è aumentare lo spazio per consentire lo scorrimento del tendine. L’operazione chirurgica dura circa dieci minuti e un’ora circa dopo l’intervento il paziente può tornare a casa. Dopo sette giorni, tornerà in ospedale per effettuare la prima medicazione, mentre dopo quindici giorni sarà possibile la rimozione dei punti.
In seguito alla puleggiotomia sarà necessario osservare obbligatoriamente un periodo di riposo. In queste settimane il paziente potrà muovere la mano, ma dovrà evitare sforzi, traumi nella zona dell’intervento e lavori manuali impegnativi. Fin dal giorno successivo all’intervento, inoltre, si consiglia di muovere e stendere il dito per evitare che insorga rigidità.
L’intervento presenta alcune complicanze che sono però piuttosto rare. Fra queste troviamo la rottura del tendine e l’effetto “a corda d’arco”, rigidità del dito (causata dalla scelta di non muoverlo nel periodo post-operatorio), infezioni non gravi, curabili con antibiotici o recidive. Il miglioramento, nella maggioranza dei soggetti, è evidente già dal giorno successivo, mentre il recupero completo avviene in circa tre mesi.
Cosa fare subito?
Quando si avvertono i primi sintomi della sindrome di De Quervain è importante agire con tempestività. Per prima cosa va evitata qualsiasi tipo di attività fisica che vada a sollecitare i tendini, aggravando l’infiammazione. I pazienti che sospettano di avere il dito a scatto dovrebbero inoltre sospendere le attività (anche lavorative) che provocano dolore. Chi compie dei movimenti ripetitivi dovrebbe fare delle pause frequenti. Per ridurre il gonfiore e la flogosi può essere utile l’applicazione di ghiaccio sulla zona coinvolta, mentre un tutore può aiutare a mantenere a riposo le dita infiammate.
Fonti bibliografiche:
- David R. Steinberg, De Quervain Syndrome