Osteoartrite: che cos’è, sintomi e terapia

L'osteoartrite è una malattia degenerativa delle articolazioni caratterizzata dalla progressiva perdita di cartilagine, causando dolore, rigidità e limitazione del movimento nelle articolazioni colpite

Pubblicato: 13 Maggio 2024 10:02

Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

L’osteoartrite, comunemente nota come artrosi o osteoartrosi, è una malattia degenerativa che impedisce il normale funzionamento delle articolazioni. In Italia, questa patologia affligge circa quattro milioni di persone, corrispondenti al 12,1% della popolazione. Generalmente, si manifesta tra i 40 e i 50 anni, con una prevalenza maggiore tra le donne. Tuttavia, prima dei 40 anni, è più comune tra gli uomini a causa di deformità o traumi pregressi. Dopo i 70 anni, la distinzione di genere si attenua. A livello globale, circa il 3% della popolazione subisce limitazioni tali da influenzare negativamente la capacità lavorativa, con una prevalenza molto elevata tra gli individui over 80.

L’osteoartrite è una condizione cronica senza una cura definitiva e colpisce principalmente la cartilagine articolare. Questa cartilagine, che riveste le estremità delle ossa lunghe, tende a diradarsi progressivamente fino a provocare l’attrito diretto tra le ossa, causando infiammazione, dolore e, in alcuni casi, deformazioni e disabilità.

Cos’è l’osteoartrite

L’osteoartrosi è una patologia degenerativa, la più diffusa tra le patologie articolari.

Si verifica quando la cartilagine, per tutta una serie di concause, si logora e si assottiglia: usurandosi, i capi ossei contrapposti si toccano e subiscono dei danni. Due sono le tipologie di osteoartrite:

Che sia localizzata o generalizzata, e colpisca dunque un’unica articolazione o più di una, l’osteoartrite comporta molto spesso l’insorgenza di osteofiti. Tali escrescenze ossee, che somigliano a piccoli artigli, sono il primo segno di artrosi che dai raggi X viene evidenziato.

Ad essere maggiormente colpiti da osteoartrite sono:

Tessuto elastico, la cartilagine articolare è quasi del tutto priva di capillari e si compone d’acqua e sali minerali: proprio per questo suo aspetto, e per il fatto che il nutrimento dei condrociti avviene per diffusione, ha una capacità rigenerativa bassissima. È questa particolare tipologia di cartilagine il bersaglio colpito durante il processo di osteoartrite.

Cause dell’osteoartrite

Sebbene, come abbiamo visto, l’osteoartrite possa talvolta essere secondaria ad una condizione fisica precisa o ad un trauma (fratture, lussazioni, distorsioni ecc.), più spesso non ha una causa precisa. Col passare del tempo, e in presenza di determinati fattori di rischio, la cartilagine si usura e diventa ruvida.

L’articolazione, in risposta all’assottigliamento della cartilagine, stimola la produzione di collagene e proteoglicani. Il risultato è un gonfiore della cartilagine, che si riempie di liquidi ed è dunque più facilmente lesionabile. L’organismo “risponde” al danno creando gli osteofiti, per contrastare quella fragilità: tali formazioni, piccole e simili a delle spine, sono però generalmente dolorose perché, fuoriuscendo dall’osso sottostante la cartilagine, possono schiacciare i vasi sanguigni o i nervi causando dolore, formicolio e perdita della sensibilità. Quando poi l’osteoartrite si aggrava, può succedere che le articolazioni si irrigidiscono e si deformano.

Diversi sono i fattori di rischio che rendono una persona più soggetta a soffrire di artrosi:

Con quali sintomi si manifesta l’osteoartrite 

L’osteoartrite è una malattia cronica e degenerativa che, nel momento in cui insorge e dunque nelle sue fasi iniziali, è asintomatica. Quando si avvertono i sintomi, vuol dire che la patologia è già in fase avanzata.

La sintomatologia dipende da quale articolazione è stata colpita, ma comprende sempre il dolore. Il dolore articolare associato a questa condizione è tipicamente descritto come un dolore sordo o bruciante, che tende a peggiorare con l’attività fisica e si allevia con il riposo. Altri sintomi comuni includono la perdita di flessibilità nell’articolazione, la formazione di noduli ossei o gonfiore intorno alle articolazioni interessate, che possono limitare ulteriormente il movimento e compromettere le attività quotidiane. Nel tempo, l’usura della cartilagine può portare a una sensazione di sfregamento o crepitio durante i movimenti articolari, accentuando il disagio e l’impairment funzionale.

Quando la patologia si aggrava ulteriormente, causa poi deformazioni più o meno gravi:

Come si effettua la diagnosi di osteoartrite

Qualora si avvertisse un dolore ingravescente alle articolazioni è consigliabile rivolgersi al proprio medico. Sarà lui ad indirizzare il paziente dallo specialista, o a prescrivere direttamente esami ematochimici o strumentali.

L’osteoartrite viene diagnosticata con esami del sangue, volti principalmente a rilevare un eventuale stato infiammatorio, e, soprattutto, con una radiografia. Si tratta però di una metodica che non consente di visualizzare le alterazioni precoci della cartilagine.

Si rivela dunque molto utile anche la risonanza magnetica, sebbene raramente venga prescritta: quando il paziente si rivolge al medico in genere la malattia è già in fase avanzata, e la radiografia riesce ad individuare le alterazioni tipiche di malattia.

Terapia dell’osteoartrite

Dall’osteoartrite non si può guarire: si tratta infatti di una patologia cronica e progressiva, che causa lesioni ossee e deformità non guaribili (mentre il dolore, che in fase acuta può essere immobilizzante, col tempo diminuisce).

Tuttavia, esistono diverse terapie che lo specialista può prescrivere per tenere sotto controllo i sintomi e numerosi comportamenti consigliati, per alleviare il dolore e perché l’articolazione funzioni al meglio:

Spesso, specie in caso di dolore molto forte, vengono prescritti al paziente comuni analgesici come il paracetamolo oppure – nei casi più severi – farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): questi possono essere assunti per via orale oppure applicati per via topica, ma se ne sconsiglia l’uso prolungato per via dei loro effetti collaterali che includono gastrite e ulcere. Infine, è possibile effettuare iniezioni di acido ialuronico (in particolare nell’articolazione del ginocchio e dell’anca).

L’ultima possibilità, in caso di osteoartrite molto severa, è lintervento chirurgico, volto a sostituire le articolazioni (in genere quelle di anca e ginocchio) con una protesi. Tuttavia, poiché la durata della stessa protesi non è eterna ma è di circa vent’anni, si tende a riservare l’operazione ai soggetti non più giovani e con un grado di dolore non responsivo ad alcun tipo di terapia.

Fonti bibliografiche:

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