Idrocolonterapia: sapete cos’è, a cosa serve e come funziona?

L’idrocolonterapia consiste nel lavaggio di un tratto dell’intestino allo scopo di ripulirlo per aiutarlo a contrastare disturbi intestinali di vario tipo.

Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

L’idrocolonterapia è una procedura impiegata per il lavaggio di un tratto di intestino che si estende dall’ampolla rettale al cieco, eseguito con specifici macchinari atti a garantire sicurezza nell’applicazione e comportare il minimo discomfort ai pazienti.

Le prime testimonianze di idrocolonterapia risalgono ai tempi degli antichi Egizi quando si pensava che depurare l’organismo dalle scorie potesse prevenire ogni malattia, come testimoniato da un documento risalente al 1500 a.C. Tale pratica sarà poi implementata dai Greci e dai Romani che utilizzavano i clisteri per oltre 20 differenti sintomi gastrici e intestinali.

Solo nel XIX secolo la procedura diventò abbastanza simile a quella praticata in tempi moderni. Oggi, l’idrocolonterapia sfrutta una moderna tecnologia e si avvale di un sistema igienizzato e sicuro, che non comporta troppi disagi per il paziente.

A che cosa serve l’idrocolonterapia

Le abitudini voluttuarie di cui la nostra società è ormai largamente permeata (alimentazione scorretta, fumo di sigaretta, alcool, sedentarietà, stress, abuso di farmaci) possono contribuire in maniera più o meno significativa ad un malfunzionamento del nostro intestino. La sua irregolarità, infatti, può provocare con il tempo un accumulo di tossine e, conseguentemente, una disbiosi intestinale.

L’alterazione della flora intestinale può essere causa, a sua volta, di numerosi disturbi fisici, quali gonfiore, stitichezza, diarrea, spossatezza, cambiamenti d’umore e disturbi del sonno. Tali alterazioni potranno addirittura essere fattori predisponenti per l’insorgenza di cistiti e candide vaginali, in quanto ripulendo l’intestino da candida e altri germi, può ridursi anche l’infiammazione a livello dei genitali.
Talvolta, gli effetti della procedura possono riflettersi a livello cutaneo, contribuendo alla riduzione di sintomi di dermatiti ed eczemi.

L’idrocolonterapia può essere un valido alleato per prevenire o trattare questi disturbi.

Come funziona l’idrocolonterapia

Essa prevede l’introduzione, attraverso l’ano, di una cannula a due vie, che da un lato consente l’infusione di acqua depurata – a pressione e temperatura calibrate – dall’ampolla rettale al cieco. Quest’irrigazione pulisce il colon, favorendo la frammentazione e lo “scollamento” dei materiali fecali. Dall’altro lato l’acqua infusa viene aspirata portando con sé residui e prodotti di scarto intestinali.

Durante la procedura, il personale specializzato che segue l’intera seduta accompagna l’idrocolonterapia con massaggi sull’addome, appositamente studiati per favorire il rilassamento e l’attivazione della peristalsi (cioè l’insieme di movimenti involontari che l’intestino compie per favorire la discesa e l’espulsione delle feci).

Quando è indicata l’idrocolonterapia

Le condizioni in cui può essere utile l’impiego di tale procedura sono:

Una seduta di idrocolonterapia dura in media 35 minuti: riempiendo e svuotando alternativamente l’intestino, si simula un idromassaggio depurativo che migliora le funzioni del colon.

Qual è la differenza tra idrocolonterapia e clistere

Un clistere è una procedura che permette di liberare l’ultimo tratto dell’intestino, mediante l’introduzione nel retto di una sonda, attraverso la quale si infonde una quantità stabilita di liquidi. Ciò provoca una rapida espansione del tratto intestinale inferiore, che si traduce in una potente peristalsi.

L’idrocolonterapia comporta, invece, un afflusso-deflusso di acqua che lentamente dissolve il materiale di scarto accumulato e ne favorisce l’espulsione, senza eccessivo stress sul sistema, riattivando la naturale capacità peristaltica intestinale.

Effetti collaterali e controindicazioni dell’idrocolonterapia

Ad oggi mancano evidenze scientifiche che possano avvalorarne la prescrizione, ma questo lavaggio intestinale trova indicazioni come coadiuvante nella preparazione per la colonscopia e in alcune condizioni specifiche come la stipsi ostinata, le lesioni del midollo spinale, in casi di alterazione della flora batterica, nelle allergie cutanee. Non vi sono, tuttavia, dati scientifici che consiglino l’uso dell’idrocolonterapia in soggetti sani.

Secondo uno studio del 2011 della Georgetown University potrebbe presentare anche alcune controindicazioni. Gli effetti collaterali possono essere lo sviluppo di una alterazione elettrolitica, a seguito di una eccessiva diarrea, o una perforazione provocata dal posizionamento del tubo all’interno del colon.

L’idrocolonterapia può avere dei fastidiosi effetti collaterali, come crampi, diarreadisidratazione e fastidi di diverso tipo. Se si soffre di malattie cardiache, renali o altre patologie è consigliabile sentire il parere del proprio medico.

La procedura non può essere effettuata nei seguenti casi:

Per le motivazioni sopra-elencate, si consiglia l’idrocolonterapia solo in casi selezionati, in particolare in pazienti con problemi di stipsi ostinata non responsiva a terapia medica. Tale tecnica non è risolutiva del problema, può piuttosto essere utilizzata come procedura palliativa per migliorare la qualità di vita del paziente, presentando purtroppo un effetto limitato nel tempo. Non è tuttavia consigliabile eseguire molto spesso tale procedura per il rischio di poter sviluppare degli squilibri idroelettrolitici.

Spesso i centri medici propongono questo trattamento in pacchetti di sedute, ma é necessario valutare con attenzione il tipo di procedura proposta e l’intervallo tra le varie somministrazioni, così da evitare possibili complicanze.

Fonti bibliografiche:

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