Cataratta: cos’è, i sintomi, come curarla

La cataratta è una condizione oculare in cui il cristallino dell'occhio diventa opaco, riducendo la visione e causando visione offuscata o annebbiata, spesso associata all'invecchiamento

Pubblicato: 23 Marzo 2024 10:02

Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

La cataratta è un fenomeno di opacizzazione – parziale o completa – del cristallino, la trasparenza di quest’organo è legato all’integrità anatomica e funzionale della sua capsula, alla composizione dell’umor acqueo e dall’integrità fisico-chimico delle proteine del cristallino collocata tra l’iride e il corpo vitreo, che permette la convergenza e la messa a fuoco sulla retina dei raggi provenienti a diverse distanze dagli oggetti esterni.

Il cristallino ricopre quindi per l’occhio una funzione fondamentale: al pari di una lente della macchina fotografica, ha il compito di mettere a fuoco sulla retina la luce proveniente da un oggetto, una figura o un paesaggio che supera la cornea.

Quali sono sintomi con cui si manifesta la cataratta

Come sarà facile immaginare, il più comune sintomo con cui la cataratta si manifesta è il progressivo annebbiamento della vista. L’entità del calo visivo dipenderà dal tipo e dalla sede dell’opacizzazione in quanto, opacità che si sviluppano con aspetto più irregolare e centralmente all’occhio tenderanno ad essere maggiormente invalidanti.

Altri sintomi comunemente riscontrati con l’insorgenza della cataratta possono essere la vista sdoppiata, la comparsa di aloni colorati attorno alle fonti luminose, un temporaneo cambiamento dello stato refrattivo dell’occhio del paziente talvolta con un paradossale miglioramento di un vizio refrattivo.

Cause e fattori di rischio della cataratta

Le alterazioni di trasparenza del cristallino costituiscono la condizione nota come cataratta, laddove le opacità del cristallino possono interessarne i diversi strati. Le forme acquisite sono le più comuni. La forma senile, più comune, è infatti legata all’avanzare dell’età, che comporta importanti modificazioni a livello del cristallino che diventa più spesso, meno flessibile e meno trasparente. Tra gli anziani over 65, il 30% viene colpito da cataratta ad uno o ad entrambi gli occhi, sintomo che è la senescenza il principale fattore di rischio di sviluppo della cataratta.

Altri fattori di rischio potrebbero essere l’assunzione di corticosteroidi durante la gravidanza, i quali provocherebbero cataratta congenita; carenza di iodio; diabete mellito; esposizione a radiazioni ionizzanti; eccessiva esposizione a raggi UV e raggi X; disidratazione cronica; galattosemia; predisposizione genetica; sesso femminile; uveite; tabagismo e alcolismo. Infine altra forma secondaria può essere quella traumatica.

Differenti tipologie di cataratta

In base a quanto appreso dalle cause e dai fattori di rischio, si può dedurre che la cataratta possa essere riconosciuta in: cataratta senile, cataratta da farmaci, cataratta traumatica, cataratta congenita e cataratta conseguente ad altre malattie.

Come già visto ampiamente, la condizione più a rischio per sviluppare la cataratta è la senilità. Dunque, in assenza di altre patologie pregresse, la cataratta sviluppata in età avanzata viene definita “senile”.

Questo tipo di patologia ha origine con l’opacizzazione della corticale anteriore e posteriore del cristallino. Il paziente lamenta di solito riduzione del visus ed a volte una diplopia monoculare.

Quando invece la cataratta si sviluppa tra i 40 e i 60 anni in un soggetto sano, si parla di cataratta presenile.

La terapia cortisonica assunta per lunghi periodi, farmaci miotici utilizzati sotto forma di collirio o pomata possono a lungo andare causare l’insorgenza di cataratta.

Come facilmente intuibile, la cataratta traumatica è causata da lesioni traumatiche di tipo fisico o meccanico subite dall’occhio, come ferite perforanti o traumi contusivi e manifestarsi con la comparsa di opacità totale o parziale.

La loro genesi nella maggior parte dei casi è oscura. Altre volte s’e ne fatta risalire l’origine ad embriopatie conseguenti a malattie infettive materne di tipo virale come la rosolia, la parotite, od infettive non virali come la sifilide.

Inoltre bisogna tener conto dell’ereditarietà, tra le forme congenite ha un incidenza non inferiore al 25%. La trasmissione ereditaria in questi casi è di tipo dominante e l’opacità trasmessa è quasi sempre dello stesso tipo.

La cataratta causata da una malattia può comparire in qualsiasi momento nel corso della vita di un individuo, fin dai primissimi anni d’età. In genere, la cataratta si associa a malattie quali il diabete, i disturbi cutanei e altre malattie oculari.

I soggetti che soffrono di diabete sono quattro volte più soggetti allo sviluppo di cataratta rispetto a soggetti sani. In più, l’evoluzione della malattia in pazienti diabetici è in genere piuttosto rapido, con un’opacizzazione del cristallino molto più veloce rispetto a pazienti non diabetici.

I soggetti che soffrono di disturbi cutanei quali scleroderma, dermatite e poichiloderma possono essere favoriti nello sviluppare la cataratta.

Anche i pazienti già in cura per altri problemi riscontrati a livello oculare (uveiti posteriori, glaucoma ad angolo acuto, iridociclite, miopia, tumori oculari, distacco della retina) possono improvvisamente sviluppare cataratta, questo perché le patologie pregresse agiscono da innesco allo sviluppo della malattia.

La terapia più adeguata per la cataratta

L’unico intervento che può essere considerato risolutivo nel momento in cui un paziente sviluppa cataratta è l’intervento chirurgico per l’asportazione del cristallino ormai opacizzato e la sua sostituzione con uno artificiale.

L’operazione viene eseguita – in genere – in regime ambulatoriale, dopo aver messo a conoscenza il paziente degli eventuali rischi derivanti dalle condizioni specifiche del paziente stesso. Prima dell’operazione sarà inoltre necessario decidere quello che sarà il risultato refrattivo desiderato, così che i due occhi possano essere bilanciati tra di loro.

L’intervento vero e proprio avviene grazie all’anestesia locale, somministrata al paziente tramite gocce di collirio anestetico direttamente nell’occhio da trattare. Soltanto in rari casi in cui le specifiche condizioni del paziente lo richiedano, viene scelta la strada dell’anestesia generale; questa sarà comunque una scelta che il chirurgo valuterà con attenzione.

Un’altra scelta importante che il chirurgo sarà chiamato a compiere sarà quella del cristallino artificiale.

Quasi sempre, la rimozione della cataratta viene eseguita tramite facoemulsificazione, una tecnica che consiste nella frantumazione e conseguente aspirazione del cristallino tramite l’utilizzo di una sonda. La capsula che avvolge e mantiene in posizione il cristallino non viene però asportata, così da poter successivamente fungere da sostegno al cristallino artificiale.

In seguito all’intervento di asportazione della cataratta, il paziente potrebbe avvertire la sensazione di un corpo estraneo nell’occhio, con conseguente fastidio, bruciore, lacrimazione eccessiva, sensibilità alle fonti luminose, annebbiamento della vista e cefalea. Nel giro di qualche giorno, il paziente sarà perfettamente in grado di tornare alle sue quotidiane mansioni.

Come prevenire la formazione della cataratta

La cataratta è una malattia degenerativa che compare – nella maggior parte dei casi – con l’avanzare dell’età. Il miglior modo per prevenirne la formazione è contrastare e non adottare tutti quei comportamenti e quegli stili di vita che possano in qualche modo accelerare l’invecchiamento. Si consigli pertanto seguire uno stile di vita sano, svolgere regolarmente attività fisica, seguire una dieta bilanciata e ricca di sostanze antiossidanti.

Fonti bibliografiche:

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