La Principessa Beatrice di York, figlia di Sarah Ferguson e nipote della defunta Regina Elisabetta II da parte del terzogenito Andrea, è in attesa del suo secondo figlio dal marito Edoardo Mapelli Mozzi. La notizia, annunciata ufficialmente da Buckingham Palace, ha suscitato grande gioia sia nella Famiglia Reale britannica – in particolare in Re Carlo, che non vedrebbe l’ora di accogliere il bebè – che in quella di Edoardo. La coppia, inoltre, ha già una figlia di tre anni, Sienna, e Wolfie, nato da una precedente relazione del marito della Principessa. Il nuovo arrivo nella famiglia è atteso per la primavera dell’anno prossimo, e ci si chiede se il bambino o la bambina riceverà un titolo Reale.
Che titolo riceverà il figlio di Beatrice di York
In breve, la risposta è no. Il secondogenito della Principessa Beatrice non riceverà un titolo Reale, poiché Edoardo Mapelli Mozzi, pur essendo di nobili origini italiane, non ha ricevuto alcun titolo Reale britannico al momento del suo matrimonio con lei nel 2020. Questo significa che, a differenza dei figli di alcuni altri membri della famiglia Reale, il nuovo arrivato non porterà un titolo di “Sua Altezza Reale” o altro titolo nobiliare della Corona britannica. La ragione è semplice: la Principessa Beatrice stessa è titolata grazie al suo status di nipote del Monarca britannico, ma i titoli Reali non vengono automaticamente trasferiti ai figli dei membri della Famiglia Reale che sposano individui senza titolo.
Tuttavia, ciò non significa che il secondo figlio della coppia non avrà un titolo di nessun tipo. La famiglia di Edoardo Mapelli Mozzi è infatti nobile, con radici italiane. Il padre di Edoardo, il Conte Alessandro Mapelli Mozzi, ha confermato prima del matrimonio che Edoardo è un Conte, e che, per tradizione, i suoi figli erediteranno i titoli di cortesia italiani. Questo significa che, sebbene i figli di Beatrice ed Edoardo non abbiano un titolo Reale britannico, potrebbero comunque ricevere un titolo nobiliare in Italia, ovvero quello di Conte o Contessa, o di “nobildonna”, a seconda del loro genere.
Il titolo nobiliare italiano di Edoardo deriva dalla sua famiglia, la quale ha una lunga storia. Il Conte Alessandro Mapelli Mozzi ha dichiarato che Edoardo è l’unico figlio maschio della Famiglia e, di conseguenza, è destinato a trasmettere il titolo alla prossima generazione. Beatrice, in quanto moglie di Edoardo, ha anch’essa acquisito il titolo di Contessa dopo il matrimonio. I loro figli saranno quindi Conti o Contesse, mantenendo viva una tradizione secolare della nobiltà italiana.
Oltre ai titoli nobiliari, Edoardo Mapelli Mozzi è anche erede di una vasta proprietà di famiglia, Villa Mapelli Mozzi, situata a Casatenovo, nel Nord Italia. Questa residenza imponente, che si trova a circa un’ora di distanza da Milano, comprende 13 camere da letto e una piscina all’aperto. La tenuta è parte del retaggio nobiliare che Edoardo trasmetterà ai suoi figli, arricchendo ulteriormente il loro patrimonio culturale e familiare.
Chi è Edoardo Mapelli Mozzi
Sul piano professionale, Edoardo è un affermato imprenditore immobiliare. A soli 23 anni, ha fondato la sua società, Banda, specializzata nello sviluppo immobiliare e nel design d’interni. La sua carriera è stata fortemente influenzata dalla sua infanzia, trascorsa visitando cantieri e siti di sviluppo immobiliari insieme al padre. Durante una sua intervista al New York Times, Edoardo ha spiegato come sin da giovane abbia sviluppato una visione d’insieme del settore immobiliare, facendo numerosi tirocini in diverse società del settore. Questa passione si è tradotta in una carriera di successo, con progetti che spaziano da residenze di lusso a immobili commerciali.
Oltre alla sua carriera, Edoardo è anche attivo nel campo della beneficenza. Ha co-fondato l’ente benefico Cricket Builds Hope, insieme al fratellastro Alby, in memoria del suo patrigno defunto. L’organizzazione opera in Ruanda e utilizza il cricket come strumento per promuovere il cambiamento sociale positivo, dimostrando il forte impegno di Edoardo per cause umanitarie e per il benessere delle comunità meno fortunate.