Sono invidiosa delle mie compagne di classe

L'invidia che proviamo per gli altri ci fa stare male, eppure non sempre è facile evitarla. Ecco come trasformare questo sentimento negativo in un boost positivo che ci può portare a dare il meglio di noi stesse

Pubblicato: 17 Gennaio 2023 10:30

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Sono una ragazza al terzo anno del liceo scientifico. Studiare mi piace, ma non mi piacciono le mie compagne di classe. Loro hanno tutto, sono sempre vestite bene, hanno i fidanzati e genitori che le lasciano libere, soldi in tasca. Ogni mattina entro in istituto e mi sento l’ultima delle sfigate in confronto a loro, che oltretutto hanno le attenzioni dei maschi della classe (che sono brutti, ma è l’idea che mi da fastidio). Io sono quella da salutare la mattina e poi dimenticare per tutto il resto del tempo. Vorrei essere come loro, ma quando ci provo mi sento ridicola.

Delia

Quanto  può far male il confronto con gli altri! Se lo viviamo nel modo sbagliato, ci trascina nel dispiacere a nel risentimento, si blocca nello stomaco e ci rovina le giornate. Assillate dalla domanda “Perché loro sì e io no?” ci guastiamo ogni momento, rose da quella maledetta invidia che non riusciamo a ricacciare indietro.

Stiamo attente alla negatività

Ma non è facile rimanere impassibili o addirittura essere felici di fronte a ciò che gli altri hanno e noi non abbiamo: può essere un oggetto, un amore, la bellezza, il successo, i soldi, l’ammirazione. Uscire perdenti dal confronto con il prossimo può spingerci verso una “nube” di negatività in cui proviamo inadeguatezza, insofferenza, anche dolore. E possiamo sentire ostilità, antipatia, rancore verso la persona invidiata. La quale, a differenza di noi, non prova proprio niente. Anzi, se intuisce che la invidiamo, può al massimo provare pena per noi, oppure ignorarci del tutto.

Non restiamo impigliate nei confronti

Dunque, a che serve questa scomoda invidia? In prima istanza, a un bel niente. Fa male solo a noi, che ci avveleniamo con paragoni pericolosi, perché esercitati non verso modelli impossibili (l’influencer, la popstar) ma verso persone che ci sono vicine. Quindi il confronto si fa reale: se la mia compagna di classe è carina e alla moda, non solo io ci sto male ma mi sento inferiore. Ciò ingigantisce il senso di ingiustizia e di frustrazione innescate dall’invidia. In breve, questo meccanismo ci porta dritte all’infelicità.

Sfruttiamo l’energia per darci da fare

Ma invece di sprecare tutta questa energia in sentimenti tossici e inutili, perché non la volgiamo a nostro vantaggio? Anziché roderci il fegato, capovolgiamo la situazione. Trasformiamo la negatività di questo stato d’animo in una spinta a darci da fare per raggiungere ciò che desideriamo. Inoltre cerchiamo di abbassare la tensione di vivere sempre in guardia contro chiunque ci appaia migliore di noi, più fortunato, più figo. Accidenti, che fatica! Rilassiamoci e impariamo a guardare gli altri in modo più semplice, più lineare. Invece di concentrarci sull’outfit cool della ragazza seduta davanti a noi, apriamoci ad un approccio amichevole, proprio come vorremmo che gli altri facessero con noi.

Cerchiamo di creare amicizie

Un sorriso, un complimento, uno sguardo d’intesa sono piccoli tasselli utili per dare spazio alla possibilità di far nascere un’amicizia di cui chi soffre d’invidia ha molto bisogno, per iniziare a fidarsi del mondo e a vedere con uno sguardo nuovo chi ha intorno. Ok, lei ha quei capelli lunghissimi-liscissimi-biondi naturali ma… forse ha qualche problema che io ignoro e che la fa soffrire. E l’altra? Sì, può tornare a casa a qualsiasi ora, ma se sentisse invece la mancanza dei suoi che a casa non ci sono mai? Nessuno ha una vita senza sobbalzi, senza discese scoscese o salite massacranti. Proviamo ad andare dietro la facciata, tralasciando ciò che ci appare e privilegiando ciò che è.

Rafforziamo l’autostima

Allentiamo la presa e sarà facile smettere di ostinarci a invidiare il prossimo. La vita non è una gara a chi è il migliore, anche se siamo tempestate di input che vogliono farcelo credere. Cerchiamo invece di capire quanto sia importante per noi aumentare la nostra autostima, così bassa e distorta da farci credere che gli altri sono “più” di noi e che noi non siamo mai alla loro altezza.

Impariamo a non giudicare

Invece di svalutarci cerchiamo di valorizzare i nostri “plus”: magari siamo brave a scuola e potremmo aiutare gli altri; oppure amiamo pattinare, o disegnare, o leggere graphic novel. Potremmo condividere le nostre passioni e i nostri pensieri sui social per creare nuovi legami. Ma soprattutto impariamo ad ascoltare e guardare senza giudicare. Questa è una super-dote che ci regala migliaia di punti agli occhi degli altri e invoglia chiunque a considerarci affidabile, gentile, empatica, necessaria. L’invidia può dunque spingerci a fare meglio per noi stesse, ma è comunque un sentimento scomodo e ingannevole. Accettiamo le altre e gli altri per quello che sono: ne avremo tutto da guadagnare in amicizia, stima e sostegno.

“Hai sbagliato pure tu? Ti sta bene!”

L’invidia ci può condurre anche verso uno dei suoi aspetti più sgradevoli, ovvero il compiacimento dei fallimenti e degli errori di chi riteniamo migliore di noi. E’ un atteggiamento rivelatore di una bassa stima di sé: si gode della consolazione che anche gli altri siano scarsi, incapaci, di poco valore… proprio come noi. Una battuta su uno “scivolone” di chi invidiamo ci può anche stare, ma attenzione a non farne una fonte di soddisfazione davvero misera e disonorevole.

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