ll mio fidanzato mi ha invitata a pranzo dai suoi per Natale ma io li detesto, come faccio?

Accettare o rilfiutare un invito decisamente sgradito? Se è per amore della nostra relazione, sarebbe meglio dire di sì. Ecco come salvare la situazione facendo di una circostanza critica un'opportunità a nostro vantaggio

Pubblicato: 10 Dicembre 2024 20:15

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Ho 21 anni e sono fidanzata da un anno con un ragazzo di 22. Lui è adorabile, ma i suoi genitori no. Padre militare, madre impiegata, non hanno altri figli. Severi con lui e freddi con me, non hanno mai mostrato di apprezzarmi e, quelle rare volte che ci siamo visti, la madre mi ha parlato dell’ex fidanzata del figlio, “figlia di un famoso chirurgo”, mentre il padre non ha detto una parola. Ora però mi hanno invitato al pranzo del 25. Li detesto ma mi dispiace deludere il mio ragazzo che sembra molto felice dell’incontro. Aiuto.

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Se è vero che non possiamo piacere a tutti, è vero anche il contrario: non possiamo farci piacere tutti. Questo non sarebbe un problema, se non fosse che chi non ci piace sono i genitori del nostro partner. I motivi possono essere molti: sono supponenti, freddi, scortesi oppure esagerati, grossolani, sopra le righe. Eppure può capitare di essere costrette a trovarci faccia a faccia con loro, proprio in questi giorni festivi. E il nostro fidanzato è entusiasta di questo meeting natalizio.

Cosa fare per affrontare l’invito dai “suoceri”

Partiamo dal presupposto che la cosa che più conta per noi è la nostra relazione. Vale la pena di rischiare lo scontro proprio sotto Natale, rifiutando l’invito e ferendo il partner in ciò che ha di più caro, ovvero i suoi genitori? Forse no.

Considerare il suo punto di vista

Dunque andiamo al pranzo con lo spirito di una funzionaria diplomatica: disponibile, tollerante, decisa a preservare la pace. In fondo si tratta solo di circa 6-7 ore del giorno più bello dell’anno da passare con due individui simpatici quanto il dentista quando dice “Adesso sentirà un po’ di dolore”. Ma lo facciamo per amore!

Cosa indossare

Niente di vistoso, lussuoso o stravagante. La parola d’ordine è “normalità con classe”. Pantaloni neri, stivali con tacco moderato, pullover minimalista di un colore neutro (ma possiamo osare anche il rosso Christmas purché senza paillettes), trucco accurato ma non esagerato, unghie perfette ma non sgargianti, pochi e discreti gioielli. Non dobbiamo dimostrare di essere “super”: già lo siamo. Semplici ma chic, eleganti ma sobrie, faremo colpo sui parenti del nostro fidanzato che rimarranno incantati dal nostro stile da uptown girl.

L’atteggiamento giusto

Il sorriso è il “must” di questi incontri complicati. Sorridere è comunicare disponibilità, interesse, apprezzamento dell’altro. Non è facile farlo se di fronte abbiamo un padre accogliente come un cespuglio di rovi e una madre affabile come un puma, ma esser coscienti che siamo noi quelle cordiali e gentili è un punto a nostro favore.

Cosa portare

Cosa dire

L’idea smart è quella di lasciar parlare i genitori e vedere che strada prendono i loro discorsi.

Situazioni a rischio: 4 esempi

Un segnale convenuto

Accordiamoci con il nostro partner su un segnale d’intesa che significa “Dammi una mano”: quando il discorso si fa scivoloso, lui capirà che dovrà intervenire con un commento spiritoso ed equilibrato per tirarci fuori dal terreno minato sul quale ci troviamo.

Perché è una prova importante per entrambi

Un’occasione così speciale, in cui ci si studia e ci si misura a vicenda, è ideale per capire come si comporta il fidanzato.

Da questo invito, insomma, potremmo dedurre molte informazioni sul nostro partner, la sua famiglia, le dinamiche che la regolano. Se vogliamo consolidare la nostra storia, è un momento utile per capire con chi abbiamo a che fare. Perché se è vero che noi stiamo con lui e non con la sua famiglia, è anche certo che “la mela non cade mai lontano dall’albero”, come dice un antico proverbio.

Se invece già viviamo insieme, da sposati o da conviventi, condividere un pranzo importante con i “suoceri” diventa un’occasione conviviale di accettazione reciproca. Anche se noiosi e pesanti, fanno comunque parte della nostra rete familiare.

E se le cose andassero diversamente?

Potremmo anche scoprire che l’odiosa madre di lui ha un passato da fan dei Take That (formazione originale, ci tiene a precisare) che vide dal vivo in una data del loro tour italiano, mentre il burbero padre è un appassionato di mitologia norrena e sa tutto su Thor e Loki.

Potremmo scoprire, insomma, che gli odiosi genitori di lui non lo sono poi così tanto. Sono diversi da noi, per pensiero, cultura, atteggiamento, ma sono persone come tutti, le cui vite forse non sono così banali come sembrano. Nulla che non sia sopportabile per le poche ore di un pranzo in famiglia e per amore del nostro “lui”.

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