Perché si tradisce? Gli studi svelano le ragioni dietro il tradimento

Perché gli uomini tradiscono? I motivi sono tanti e differenti e la scienza ha provato a fare chiarezza su quelli più comuni

Pubblicato: 10 Giugno 2024 15:27

Pierluca Nicolò

Psicologo, Psicoterapeuta e Professore di Psicoterapia Analitica

Psicologo psicoterapeuta e professore a indirizzo analitico archetipico, opera come psicoterapeuta in varie città del centro Italia e online. Autore di vari articoli e libri in ambito psicologico, è anche docente di materie psicologiche.

Parlare di tradimenti non è affatto semplice. Possiamo considerarlo un vero e proprio “tabù” per via dell’atteggiamento difensivo rispetto al vissuto spiacevole che un evento di questo tipo può portare nella nostra vita. Moralmente, il tradimento è stato sempre condannato nella storia dell’umanità, soprattutto da quando il patriarcato ha soppiantato il matriarcato. Infatti, come racconta Frazer nel testo Il ramo d’oro, nelle società preistoriche chi governava erano le donne come rappresentazione della dea-madre terra. Ogni anno il re doveva essere sostituito con un altro, e allora la regina passava la notte con il prescelto, e l’indomani il vecchio re, indossando le corna, simbolo della vulva e della grande madre, doveva essere sacrificato nel rito di fertilità.

I tradimenti, sia nella coppia che in altri ambiti relazionali, lasciano dietro di sé una scia fatta di promesse infrante, sogni spezzati, cuori in frantumi e mille quesiti destinati a non avere mai una risposta che possa avere un senso psicologico di pacificazione, possiamo dire. Perché, prescindendo dalle motivazioni, palesate o ben nascoste, è inevitabile cercare di comprendere cosa sta accadendo nella nostra vita. “Perché ha scelto di tradire la nostra fiducia?” “Perché lo ha fatto nel peggiore dei modi?” “Che ho fatto per meritarmelo?” e, ancora, “È colpa mia?” Questi sono solo alcuni dei quesiti che ci torturano, ci ossessionano, se qualcuno che amiamo ci tradisce.

Non sempre queste domande sono destinate ad avere una risposta certa, ma alcuni studi e autori vari si sono interrogati sul tema del tradimento.

Perché gli uomini e le donne tradiscono?

Il tradimento è connaturato alla psiche umana e ne rappresenterebbe un archetipo; secondo Jung (1939/1954), che parla di dongiovannismo come conflitto con l’archetipo materno, l’uomo cercherebbe inconsciamente sua madre in ogni donna, quindi considera il tradire come correlato a quello che lui definisce complesso materno. Andando oltre questa lettura analitica, Carotenuto (1991) considera il tradimento come un atto necessario perché la psiche, ancora serrata nell’inconsapevolezza, venga iniziata ai segreti della vita e dell’amore.

Infatti, nell’etimo della parola tradimento possiamo trovare spunti interessanti: tradire deriva da tradere, latino, e significa anche consegnare, facendo riferimento al tradimento di Gesù da parte del suo discepolo per 30 monete d’argento, il valore di uno schiavo a quel tempo.

Attenzione, non stiamo paragonando il tradimento in una coppia al celebre episodio che consegna alla storia, con il suo sacrificio, uno dei più grandi profeti che la cultura umana abbia mai narrato! Ma stiamo tracciando una linea etimologica che si collega alle origini storiche del termine. In una chiave finalistica, come Jung presuppone un disegno psicologico inconscio di quello che si determina in seguito nella psiche, si potrebbe intendere il disegno divino come una condizione a priori che apre la psiche a scopi più grandi di quelli percepiti. Infatti, senza questa consegna non si sarebbe mai compiuto il suo sacrificio.

Secondo le tradizioni gnostiche (Vangelo di Giuda, 130-170 d.C.), Giuda consegna-tradisce per ordine esplicito del suo maestro, conscio del suo destino, ovvero morire per redimere l’umanità. Se consideriamo queste narrazioni simboli dell’inconscio collettivo, come suggerito dalla psicologia analitica di Jung, nel tradimento di qualunque natura relazionale sia, si apre un nuovo capitolo della vita, uno spartiacque da cui è difficile tornare indietro. La nostra idea di relazione, le nostre convinzioni e certezze, e perfino la visione del mondo, tutto viene messo in discussione.

Attenzione, quanto abbiamo espresso quindi ci porta a sostenere che qualsiasi evento della nostra vita, nel bene e nel male, accade per uno scopo, ovvero comprendere attraverso la sofferenza e i cambiamenti chi siamo veramente e qual è il nostro percorso di sviluppo psicologico. Come una ghianda contiene dentro di sé tutte le caratteristiche della quercia che sarà, forse anche le situazioni della nostra vita possono essere considerate come passaggi obbligati del divenire sé stessi!

Quindi, dovremmo provare a dare una risposta, transitando la sofferenza come un marinaio che non abbandona la sua imbarcazione durante la tempesta, conscio che arriverà il cielo sereno, alla domanda “Chi sono io che debba capitarmi tutto ciò?” In questo doloroso scenario sono presenti i semi di un nuovo inizio e di una rigenerazione.

I tradimenti possono essere di varia natura: sentimentali, fisici e persino virtuali. Si tratta, comunque, di un’esperienza che ha risonanza soggettiva, sia per chi la consuma che per chi la subisce. Non sempre l’infedeltà sta a significare l’assenza d’amore o le lacune dell’altro, anche se è sicuramente più semplice pensarla in questi termini. Per gettare luce su questo fenomeno umano universale, bisogna superare i limiti della morale e considerarlo un fenomeno oggettivo della vita umana, ovvero che è presente nella psiche umana di ogni luogo e tempo.

Perché si tradisce?

Gli studiosi si sono posti più volte questo quesito, arrivando a stilare una lista dei motivi più comuni che spingono gli uomini a tradire. Tra questi spiccano aspetti già noti a tutti noi, come l’attrazione fisica verso l’amante, la mancanza d’amore e di stima e lo scarso impegno nel rapporto. Se è vero che le ricerche attribuiscono il primato di infedeltà agli uomini (con un 20% rispetto al 13% delle donne, secondo il General Social Survey), è altrettanto vero che la controparte femminile non è certo immune dal tradire.

Uno studio, condotto in Inghilterra dai ricercatori Dylan Selterman, Justin Garcia e Irene Tsapelas, ha rivelato che, a differenza di quanto si crede, l‘infedeltà non è sempre seguita da un rapporto sessuale. Una ricerca pubblicata dal British Journal of Psychology, invece, ha individuato ben sei motivi che spingerebbero gli uomini a tradire. Gli scienziati hanno basato la loro ricerca su un campione di oltre 100 persone alle quali è stato chiesto il motivo dell’infedeltà. Dalle loro risposte sono emersi diversi schemi ricorrenti che hanno a che fare con la rabbia, con la mancanza d’amore, ma anche con l’impulso e l’abbandono. La rabbia o l’impulso sono difficili da controllare e infatti portano ad agire senza riflessione. L’abbandono, invece, è direttamente collegato alle esperienze personali non elaborate, mentre per la mancanza d’amore lo scenario sarebbe diverso e implicherebbe l’analisi delle motivazioni che spingono a rimanere in una relazione senza amare il partner. Secondo la ricerca pubblicata sul British Journal of Psychology, inoltre, c’è una differenza sostanziale tra gli uomini e le donne. Quest’ultime, infatti, sono infedeli soprattutto quando non sono soddisfatte della relazione in essere. Mentre per gli uomini, spesso, si tratta solo di tradimenti sessuali.

Si possono prevenire i tradimenti?

Non si possono cambiare gli altri, ma solo sé stessi. Provare attrazione per altre persone è inevitabile; ci si può innamorare spesso nel corso della vita pur essendo impegnati. La monogamia è un fatto culturale, non un dato di fatto delle profondità psichiche. Nelle vicende amorose degli dei greci e romani, intese come proiezioni psicologiche degli umani arcaici, la fedeltà era un miraggio, come si può vedere dai miti riguardanti Era-Giunone e i tradimenti del marito Zeus-Giove! Ma detto questo, non è obbligatorio tradire il proprio partner; esiste infatti nella psiche una piccola energia, sostiene Jung, che si chiama volontà.

Se in una coppia i partner sono attenti ai bisogni sentimentali dell’altro, se il rapporto è giocoso, gioioso, vivo, dinamico, leggero e ricco di passione, è probabile che il rapporto sia soddisfacente tanto da evitare tradimenti, ma non vi è nessuna certezza nei rapporti di coppia; è sempre una scommessa che si può vincere o perdere. Sta a ognuno di noi conoscere le regole del gioco (acquisire consapevolezza di sé e del mondo) e “giocare”.

Bibliografia

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