Discorsi durante il matrimonio: da chi e quando vanno fatti

Testimoni, genitori e damigelle sono solo alcune delle persone chiamate a pronunciare un discorso celebrativo durante un matrimonio

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Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

In ogni ricevimento di matrimonio che si rispetti ci sono una serie di momenti salienti che non possono assolutamente mancare: oltre al taglio della torta e al primo ballo degli sposi, è impossibile non menzionare anche brindisi e discorsi per celebrare i due festeggiati.

Se avete organizzato una cerimonia nuziale piuttosto numerosa, è comunque bene cercare di stabilire un certo ordine anche quando si parla di discorsi: la tradizione, in questo caso, può rivelarsi un valido supporto, fornendo preziose indicazioni su chi e in quale momento della cerimonia possa farsi promotore di un brindisi.

Quanti discorsi si fanno durante un matrimonio?

Nella maggior parte dei casi, è meglio limitare i discorsi durante un ricevimento di matrimonio a non più di quattro persone. Qualunque sia la vostra scelta, tenete conto della durata totale: se decidete di ospitare più di quattro interventi nel corso del banchetto di nozze, assicuratevi che siano brevi. Una buona regola potrebbe essere quella di prevedere una durata complessiva dei brindisi celebrativi entro i 20 minuti. 

Se ci sono altre persone importanti che vorrebbero pronunciare qualche parola, come i membri del corteo nuziale (damigelle, testimoni), nonni o amici stretti, assicuratevi di distribuire gli interventi in più momenti della festa, così che il tutto non risulti troppo noioso o pesante.

Chi pronuncia un discorso nuziale

La tradizione è molto chiara quando si parla di brindisi e discorsi di matrimonio: a parlare, oltre ai festeggiati, sono le persone a loro più vicine, come testimoni e genitori. Tuttavia, come per tutti gli aspetti della cerimonia, non è obbligatorio rispettare quanto prescritto dall’etichetta. Alcune persone potrebbero non sentirsi a loro agio nel parlare in pubblico, preferendo quindi non esporsi nonostante quanto previsto dal galateo.

La decisione, come sempre, spetta agli sposi: chi sogna una cerimonia più ironica e vivace, ad esempio, potrebbe preferire ai discorsi dei genitori quelli di altre persone, come il fratello della sposa o la sorella dello sposo. Gli stessi festeggiati possono rendersi protagonisti di un intervento —individualmente o insieme—per dare il benvenuto agli ospiti e ringraziarli per aver celebrato il loro giorno speciale.

Infine, se la coppia o uno dei due coniugi ha dei figli, potrebbe rivelarsi un’ottima soluzione concedere loro un piccolo spazio nel corso del ricevimento. Insomma, c’è sempre margine per degli extra e delle scelte più originali, ma in linea di massima i discorsi di matrimonio dovrebbero essere riservati ad una ristretta cerchia di persone.

Gli sposi

Nel corso di una cerimonia nuziale, è inevitabile che gli sposi pronuncino un breve discorso per la propria dolce metà o per ringraziare i presenti. I neo coniugi possono scegliere diversi momenti del banchetto per adempiere a questo singolare compito: se non si ha la possibilità di pronunciare delle promesse nuziali personalizzate, si può puntare su una romantica dedica durante il cocktail di benvenuto del ricevimento, prima dell’arrivo della portata principale o in occasione del taglio della torta.

In ogni caso, è importante scegliere dei momenti in cui amici e parenti non siano impegnati in altre attività, così da esser certi di catturare la loro attenzione.

I genitori degli sposi

Anticamente era il padre della sposa a parlare per primo nella tradizionale scaletta dei discorsi di nozze. In passato, infatti, i genitori della ragazza erano generalmente coloro che finanziavano il matrimonio: oggi, invece, anche la famiglia dello sposo contribuisce alle spese, e in alcuni casi è la coppia stessa a pagare.

Per questo motivo, nelle cerimonie moderne, almeno un genitore di entrambi i coniugi prende la parola nel corso del banchetto per porgere i suoi auguri alla coppia. In molti casi, i discorsi delle mamme e dei papà sono i più commoventi e formali della giornata, e si svolgono nelle prime battute del ricevimento, quasi a voler dare il benvenuto ai presenti.

La damigella d’onore

Dopo i discorsi dei genitori, è spesso la damigella d’onore (qualora ve ne sia una) a parlare. In molti casi, la migliore amica della sposa si rende protagonista di un intervento divertente e scherzoso, che può includere una breve descrizione del suo rapporto con la coppia, aneddoti personali sulla festeggiata, incoraggiamenti ironici e un brindisi finale. La damigella d’onore può anche introdurre con il suo discorso uno dei momenti clou di ogni cerimonia: il lancio del bouquet.

I testimoni

L’ultimo discorso in scaletta è quello dei testimoni. Anche in questo caso, la struttura è simile a quella dell’intervento della damigella: il testimone si presenta, spiegando il rapporto che lo lega ai coniugi, e racconta un episodio che vede protagonista uno dei due festeggiati. Dopo aver offero i suoi auguri, può lasciarsi andare a scherzi leggeri o battute, e concludere con un brindisi agli sposi e al loro futuro insieme.

Il maestro di cerimonie

Un altro “oratore” che può prendere il microfono durante il ricevimento è solitamente la persona incaricata dell’intrattenimento: nella maggior parte dei casi, sarà il DJ o il leader della band chiamata a suonare ad occuparsene. Si può comunque anche incaricare un amico particolarmente spigliato oppure assoldare un professionista per aggiungere una nota più simpatica all’evento.

Anche in questo caso, l’obiettivo è quello di coinvolgere i presenti con un brindisi informale tra una portata e l’altra: questa soluzione è particolarmente indicata se amici e parenti degli sposi sono timidi o restii a prendere in mano il microfono.

Quando si fanno i discorsi durante un matrimonio

Il tempismo è molto importante, specialmente per i discorsi: quando si parla è infatti fondamentale avere l’attenzione completa degli ospiti e mantenerli coinvolti. Se gli interventi vengono fatti troppo presto, amici e parenti potrebbero essere ancora in fase di “assestamento”: potrebbero essere impegnati a chiacchierare tra loro, oppure i camerieri potrebbero creare rumore, distraendoli dagli interventi. Se invece i calici vengono levati quando il pasto è già terminato, gli ospiti potrebbero sentirsi impazienti di alzarsi, muoversi e socializzare.

Il momento migliore, secondo gli esperti, corrisponde invece alle battute finali del banchetto, prima dei dolci, quando gli ospiti stanno terminando di mangiare e sono ancora seduti. In questo modo, una volta conclusi i discorsi, gli invitati avranno terminato le pietanze, i tavoli saranno sparecchiati e tutti saranno pronti per il ballo e i festeggiamenti.

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