Si può bere alcol in gravidanza? I rischi per la donna e il feto

Che sia un calice di vino o una bottiglia di birra, le conseguenze dell’assunzione di alcol, in dolce attesa, sono importanti ed irreversibili.

Pubblicato: 9 Marzo 2023 10:24

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Da anni, l’Organizzazione superiore della Sanità ed il Ministero della Salute cercano di sensibilizzare il più possibile le donne sulle conseguenze dell’assunzione di bevande alcoliche in gravidanza. Ciò avviene perché i rischi sulla futura mamma e sul feto sono conclamati, ed al contempo la percentuale di donne (come anche di uomini e giovani) che beve alcol è sempre in crescita.

Lo stile di vita, negli anni, è cambiato molto velocemente e, negli ultimi due decenni, anche il consumo alcolico è cambiato, coinvolgendo sempre più giovani e donne. Questo ha creato nuovi motivi di allarme durante la gravidanza e nel post parto. È infatti ormai acclarato che l’esposizione ad alcol in gravidanza può causare nel bambino danni molteplici e irreversibili.

Sappiamo che il periodo dell’attesa può richiedere piccolissimi sacrifici: dobbiamo fare attenzione a quello che mangiamo in gravidanza, ma senza fare eccessive rinunce, dobbiamo ascoltare il nostro corpo, se continuiamo a fare sport, evitare quella frenesia e quei ritmi serrati ai quali siamo abituate, se sentiamo una maggior fatica. L’alcol è sicuramente una delle poche cose a cui, invece, dovremmo rinunciare del tutto. Ovviamente, anche prima del concepimento, qualora la gravidanza fosse in qualche modo programmata.

Ora vedremo quali sono i rischi in caso di assunzione di alcol in gravidanza, perché è pericoloso bere e se ci sono delle bevande che possiamo permetterci di sorseggiare più serenamente, di tanto in tanto.

Alcol in gravidanza: gli studi e l’informazione

Come abbiamo scritto in apertura, anche a causa dell’aumento del consumo di alcol degli ultimi anni, le campagne istituzionali sul tema del consumo di alcol durante la gestazione, non hanno lesinato né in termini di sensibilizzazione né in termini di ricerche. Tutto questo è volto da un lato ad una maggiore consapevolezza dei danni che può provocare l’alcol in generale, e ad attenzionare le donne in attesa sui rischi per il feto.

Qualche anno fa, proprio in termini di ricerca, all’Italia è stato assegnato un riconoscimento come migliore studio nell’ambito del congresso annuale sulle problematiche cliniche dell’esposizione fetale all’alcol. Il gruppo di ricerca, in capo all’Istituto Superiore di Sanità, ed in collaborazione con l’Hospital del Mar di Barcellona, l’Istituto di Medicina Legale di Pavia e l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia,  ha centrato il proprio lavoro sul’ esposizione intrauterina all’alcol consumato dalla donna in gravidanza.

Lo scopo di questa ricerca è quella di mettere luce sul pericolo per il nascituro di gravi alterazioni neuro comportamentali, anche in caso di assunzioni modeste di alcol, durante la gestazione. Purtroppo, nonostante lo sforzo di campagne di sensibilizzazione, la giornata dedicata al tema, e le varie diciture del divieto di alcol in gravidanza sulle bottiglie di alcol, ancora troppe future mamme navigano nel buio. La giornata mondiale della sindrome fetoalcolica e dei disturbi correlati è il 9 settembre, il suo scopo è aumentare la consapevolezza sui rischi e sulle malattie in quanto sono importanti ed incurabili.

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Per evitare rischi, non bere durante l’attesa e l’allattamento

Bevande alcoliche in gravidanza: cosa succede

Ovviamente l’assunzione di alcol non è ma caldeggiata, ma soprattutto in casi particolari, come per le donne in attesa e per i più giovani, i rischi possono essere gravi anche in caso di piccole quantità di birra o vino.

Per il feto prima ed il bambino poi i danni sono irreversibili e assai gravi. Dunque, le donne che bevono in gravidanza e dopo espongono i figli a conseguenze molto gravi. Sappiamo come siano delicati i primi 1000 giorni dopo il parto, per proteggere e formare quello che poi sarà l’adulto di domani. Per cui non si può abbassare la guarda, neanche post parto, se si allatta.  Le anomalie che possono verificarsi sono variegate: si va da quelle strutturali (anomalie cranio facciali, rallentamento della crescita, ecc.) a quelle neurologiche.

Secondo il Ministero della Sanità, nel mondo, circa il 10% delle donne consuma alcol in gravidanza ed i danni nei bambini sono in gran parte riconducibili alla sindrome fetoalcolica e da spettro dei disordini fetoalcolici, disabilità permanenti di tipo fisico, mentale e comportamentale con implicazioni a lungo termine. Il dato più forte è da rintracciare nei Paesi dell’Europa dell’Est nei quali il consumo di alcol è più generalizzato ed impattante sulle stesse donne.

Si potrebbe pensare che se si tratta di un basso quantitativo i rischi sul feto siano assenti, ma il problema è che l’alcol attraversa facilmente la placenta, quindi il feto è esposto allo stesso modo della madre. Come sappiamo, però, nel feto gli organi si sviluppano gradualmente, per cui anche il fegato del piccolo ha poca capacità di metabolizzare e questo provoca danni a molti organi, principalmente al cervello.

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, la sindrome fetoalcolica è la prima causa conosciuta di ritardo mentale nel bambino e poi nell’adulto. Le importanti patologie ad oggi conosciute, derivanti dall’assunzione di alcol, si possono prevenire evitando del tutto il consumo durante la gravidanza e nei momenti appena precedenti ad essa. Non esiste, purtroppo, una dose sicura da assumere durante la gravidanza, l’astinenza è l’unica indicazione da seguire.

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Per evitare rischi, non bere durante l’attesa e l’allattamento

Principali rischi per il feto e per il bambino

Secondo l’Istituto superiore della Sanità, al conseguente consumo di alcol, derivano una vasta gamma di danni al feto prima, al bambino poi, sino ad arrivare al’aborto spontaneo. L’elenco purtroppo è assai triste e lungo, tra i rischi ci sarebbero: la sindrome della morte improvvisa in culla, il parto pretermine, alcune malformazioni congenite, il ritardo di sviluppo intrauterino e quel complesso di patologie che abbiamo visto sopra, annoverate come spettro dei disordini feto-alcolici  e gravi disabilità comportamentali e neuro-cognitive.

L’esposizione del feto all’alcol intacca il suo sviluppo e causa di un danno a carico del sistema nervoso centrale, per questo le indicazioni sono chiare: il consumo è dannoso, con rischi irreversibili, per qualunque bevanda alcolica o gradazione, esso è nocivo anche post parto, per cui non è consigliabile bere neanche durante l’allattamento. L’alcol è una sostanza tossica e nuoce soprattutto durante le prime settimane e nell’ultimo trimestre di gravidanza.

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