L’importanza della noia a livello educativo è spesso sottovalutata, se non in teoria, nella pratica, giustificando, quella continua ed ossessiva organizzazione del tempo dei nostri figli e figlie, con l’ offrire loro l’ opportunità di essere più performanti nel loro prossimo futuro. Poter garantire belle esperienze ai nostri bambini e bambine è una grande cosa, può essere importante anche per lo sviluppo dei loro talenti, ma senza sottrarre un’altra opportunità: quella di potersi annoiare, di tanto in tanto. La noia, infatti, quel non fare nulla (apparentemente) non è una perdita di tempo.
Diversi esperti e diversi studi sostengono che la noia rivesta un ruolo chiave nello sviluppo dei bambini, nella loro creatività, nella loro autonomia. Il tema dell’importanza della noia per i bambini è molto caldo soprattutto in estate, quando i nostri figli e le nostre figlie hanno parecchi giorni liberi, e la nostra prima preoccupazione è come riempire il loro tempo, temendo che il bambino/bambina si possa annoiare.
In questo articolo cercheremo di riflettere sui pro ed i contro della noia, su cosa rappresenti, su cosa possiamo fare (od evitare di fare) noi genitori, ed infine su cosa accade quando la noia è l’elemento assente della vita dei nostri figli.
Indice
L’importanza della noia: cosa fare in estate
Prima di parlare dell’importanza della noia per i bambini e di come noi genitori siamo i primi ad impedire loro di sperimentarla, dobbiamo fare un bagno di onestà. Ed abbiamo pensato di parlare dell’estate proprio perché questo periodo rappresenta, per tutti noi, un vero problema. Lasciare un minore di anni 14, in casa, senza la presenza di un adulto è un illecito (art 591 del codice penale), ad esempio. Lasciare vagabondare un preadolescente ad ogni ora, pone non poche questioni di responsabilità. Un bambino/ bambina che non ha la possibilità di stare a casa con nonni, cugini, in città come in villeggiatura, ci pone di fronte ad una difficoltà oggettiva.
Ed anche per chi è disoccupato/disoccupata, trascorrere un minimo di 60 giorni di fila con i propri figlie e figli, non è facile. Parliamoci chiaro: la situazione è più delicata di quello che si possa pensare.
In tali casi è ovvio che la prima preoccupazione con l’arrivo dell’estate, è a quali campus estivi si possano iscrivere i propri figli/figlie. Che siano poche settimane od un intero mese, non importa. Prima ancora della noia come opportunità educativa, esiste una questione di legalità, di responsabilità, di sicurezza. E questo rimane valido nonostante ogni rispettabilissimo e condivisibile studio sull’importanza di lasciare liberi i propri figli ad annoiarsi.
È virale, su instagram, il video di due papà all’uscita dell’ultimo giorno di scuola dei figli, entrambi si dichiarano entusiasti dall’idea di trascorrere, finalmente, del tempo di qualità con loro, durante le lunghe settimane estive. Pian piano, i due cominciano a parlare dei vari campus che hanno prenotato per i propri ragazzi, da giugno all’inizio della scuola, riempiendo ogni buco possibile, compresa la sera.
Il video centra un punto molto serio, anzi, più di uno: da un lato, la difficoltà dei genitori di fronte alla lunghissima pausa estiva dalla scuola, dall’altra la necessità di riempire ogni ora della vita dei propri figli, per non lasciarli incustoditi in balia del niente e senza che nessuno vigili su di loro. Insomma, il video, guardato con superficialità, parla di genitori che non vogliono trascorrere del tempo con i propri figli ma, in realtà, affronta temi più profondi. Come, tra questi, la gestione del tempo libero nei bambini, e l’autonomia dei piccoli ed i benefici educativi della noia, come anelli necessari ma purtroppo assenti, per lo sviluppo dei nostri figli e delle nostre figlie.
Lo sport, i campus in mezzo alla natura, con i propri coetanei non sono il male, tutt’altro, ma se sono totalizzanti per i più piccoli, rappresentando un’imposizione e non una scelta, devono fare riflettere.
L’importanza della noia a livello educativo
La noia è spesso percepita come qualcosa da evitare a tutti i costi, specialmente nel mondo frenetico di oggi. Eppure, molti e molte esperti/esperte ritengono che la noia sia una grande opportunità, una fonte di nuovi stimoli, che aiuti la creatività, la risoluzione di problemi, l’ autostima e l’indipendenza.
Del resto, la noia non vuol dire chiudere a chiave i bambini in una stanza senza un pezzo di carta, una scatola di colori o delle costruzioni, giusto per fare degli esempi. Ma solo lasciarli liberi di agire, senza la nostra continua intermediazione, senza anticipare le loro richieste, senza imporre un gioco, un’attività, senza organizzare loro la giornata.
La nostra presenza spinge i più piccoli a chiedere sempre il nostro aiuto, un consiglio su cosa fare, su con cosa giocare, sullo sciogliere insieme un conflitto come un amico o un’amica, con i fratelli e le sorelle.
Inoltre, grande nemico della noia come momento di riflessione, di comprensione dei propri bisogni, o su ciò che si desira, sono i tanti dispositivi che imperano nelle nostre case, come sulle panchine dei parchetti. La tecnologia, i social, in mano ai più giovani (e non solo) appiattiscono la loro mente, fanno spendere ore e ore, tra video, immagini, selfie, balletti, reel demenziali. Il tempo scorre, senza che il corpo e la mente abbiano fatto altro, se non rimanere immobili.
Ovviamente, anche questi, se usati all’età giusta, nel modo giusto, in un tempo congruo che non sottragga ma aggiunga, possono essere di valore anche in un’ottica educativa.
La noia: cosa dicono i filosofi del nostro tempo
Il problema del riempire gli spazi vuoti dei nostri bambini e ragazzi è una questione dei nostri tempi. Non è immaginabile che ci si ponesse il tema di annoiarsi in altre epoche, quando bambini e ragazzi erano costretti diventare adulti prima del tempo, lavorando, anche senza la garanzia di un’istruzione, quando l’infanzia, come la conosciamo oggi, non esitava affatto. Sarebbe stato un lusso, se fosse esistita la sola possibilità di immaginarla.
Per questo, non sono pochi i pensatori e le grandi pensatrici che si sono espressi sul tema, sensibilizzando noi genitori a lasciare che i bambini si annoino, senza timore che si possa perdere del tempo. Ovviamente tutto va proporzionato alle età e al periodo di riferimento e alla durata.
Il grande filosofo Umberto Galimberti ha spesso affrontato il tema della noia, alcuni dei suoi interventi pubblici sono ormai stati trasformati in video divulgativi sui social e sono molto amati in quanto i suoi messaggi sono chiari anche se molto forti e diretti. In particolare, ha esplorato il tema riflettendo su come la noia possa essere un’opportunità per la crescita interiore. Una sua citazione sul tema dell’importanza della noia è:
“La noia non è solo un vuoto da riempire, ma uno spazio che ci permette di scoprire noi stessi e di sviluppare la nostra creatività.”
Anche Massimo Recalcati non è nuovo a questo tempo labile fatto di apparente far niente, ed anche lui ne ha parlato in un suo scritto Il complesso di Telemaco: Genitori e figli dopo il tramonto del padre, dove dice:
“La noia non è un nemico da combattere, ma una condizione che può stimolare nei bambini la scoperta dei propri desideri e la capacità di stare con se stessi.”
Potremmo continuare all’infinto ma ci fermiamo con le parole della filosofa Michela Marzano:
“La noia può essere vista come un’opportunità per i bambini di sviluppare la propria autonomia e di trovare gioia nelle piccole cose.”
Cosa possiamo fare noi genitori
Appurato che la noia si trovi all’opposto del nostro continuo controllo sul tempo dei nostri figli e delle nostre figlie, è possibile che sempre noi genitori possiamo far qualcosa per accompagnarli nel tempo prezioso della noia?
Abbiamo provato a fare una lista di comportamenti che potrebbero andare in questa direzione:
- dare il buon esempio;
- resistere alla tentazione di pianificare le loro giornate;
- limitare l’uso della tecnologia;
- incoraggiare attività come la lettura, il disegno o i giochi creativi;
- creare un ambiente stimolante;
- dare spazio all’autonomia, senza giudicare;
- mettersi d’accordo tra genitori.
Dare il buon esempio, vuol dire mostrare ai propri figli che, staccato dal lavoro, non è necessario correre a riempire un modo frenetico la propria giornata, come se non avesse valore in caso contrario.
Non pianificare le loro giornate, non vuol dire eliminare del tutto delle esperienze strutturate ma evitare che tutta la loro giornata extra-scolastica, i week end, come l’estate, sia una sequenza di cosa da fare, senza soluzione di continuità.
Limitare l’uso della tecnologia, visti i grandi studi fatti in merito, ha alla base una motivazione molto chiara.
Incoraggiare momenti creativi offrendo loro strumenti che lo permettano, ancora una volta non va vissuto come ordine, imposizione, ma come la possibilità di usare linguaggi nuovi che portano sempre a qualcos’altro.
Infine, l’autonomia spesso spaventa i bambini perché, nell’immediato, si sentono frustrati non sapendo cosa fare e questo avviene proprio perché sono soggetti a continui stimoli dal mondo degli adulti. Ma dobbiamo resistere e, alla fine, ce la faranno, si inventeranno qualcosa, e ne saranno fieri. Inoltre, dobbiamo fare un po’ di rete fra noi. Sosteniamoci, se crediamo nel valore di questa esperienza.
Cosa accade se non si sperimenta la noia
La mancanza di noia può avere diverse conseguenze negative. I bambini che non sperimentano mai la noia possono diventare dipendenti dalla stimolazione esterna, avendo difficoltà a sviluppare la propria creatività e capacità di risolvere problemi. Se i bambini non imparano a stare soli, se crescono usando la tecnologia come loro assistente, se sono sempre intrattenuti dal mondo adulto, faranno più fatica a diventare autonomi e ad affrontare anche i momenti di solitudine che, ogni nostra vita, prima o poi ci presenta.
Certo, qualche decennio fa era più semplice, anche i bambini più piccoli potevano scendere nei cortili ed inventarsi qualcosa insieme o da soli, nella sicurezza dei condomini. Ciò accadeva anche quando c’erano più fratelli, cugini ed i piccoli venivano lasciati a casa con i grandi. Ognuno faceva ciò che preferiva. Si giocava insieme, si litigava, si creavano conflitti che bisognava risolvere da soli. La noia era parte integrante della nostra vita. I più creativi diventavano fonte inesauribile di attività, i più pigri o tranquilli, si lasciavano andare al proprio ritmo.
Nonostante la difficoltà di noi genitori contemporanei, qualche tentativo di far sperimentare questi preziosi momenti di noia ai bambini, lo dobbiamo fare.
I pro ed i contro del tempo della noia nei bambini
In realtà i pro della noia li abbiamo analizzati sin qui, e sicuramente viaggiano sulla strade della creatività, del trovare nuovi stimoli da soli, dell’autonomia, dell’autostima, del problem-solving. Tutte cose che, se possiamo dirlo, sono importanti anche quando saranno adulti.
Ma ci sono anche degli svantaggi, nel non avere le giornate pianificate, quando non c’è la scuola?
Certamente.
Prima di tutto, come già scritto, i bambini affronteranno momenti di sconforto e nervosismo. Chi non è abituato alla noia, non ne percepisce il valore e non sa letteralmente cosa fare, nonostante case piene di giochi e strumenti di ogni tipo.
Ma, soprattutto, possono essere messi in pratica comportamenti spiacevoli, se i bambini ed i ragazzi più grandi non trovano modi costruttivi per impiegare il loro tempo.
Per questo, procediamo a piccoli passi, ad esempio strutturando una parte della giornata, facendo fare i compiti per le vacanze o facendo frequentare un campus mattutino, lasciando libero il resto della giornata o procedendo a settimana / giorni alterni.
I benefici della noia, di quel tempo che potrebbe sembrare sprecato, appagheranno nel lungo periodo la formazione dei nostri figli. Garantito!