Allergie nei bambini: come riconoscerle, prevenirle, curarle

Occhi rossi e gonfi, starnuti e colpi di tosse. Quante volte, di fronte a questi sintomi, abbiamo il dubbio che sia un’allergia piuttosto che un raffreddore? Con l’aiuto di una pediatra abbiamo fatto chiarezza sul tema

Pubblicato: 25 Aprile 2022 09:00

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Soprattutto con la bella stagione, sono molti i bambini che presentano allergie e non è sempre facile riconoscerle né tanto meno curarle e prevenirle, se siamo impreparati. Come leggeremo in seguito, il fenomeno delle allergie coinvolge anche bambini molto piccoli e le cause possono le più disparate. Si può essere allergici al polline come al latte vaccino, agli acari come al pelo del gatto, ad esempio, ed in certi casi i sintomi di queste allergie sono facilmente confondibili con un comune raffreddore. Per questo motivo, sapere come riconoscere le allergie e come trattarle, prevenirle, è davvero importante.

Per fare chiarezza sul fenomeno, per aiutare noi genitori di fronte ai sintomi fastidiosi delle allergie, ci siamo rimessi all’esperienza della dottoressa Pilar Nannini, medico chirurgo specializzata in pediatria.

Allergie nei bambini: un fenomeno in crescita

Le allergie colpiscono sia gli adulti che i bambini ed ovviamente le cause come i sintomi sono all’incirca i medesimi. Ma se un adulto è più consapevole di ciò che avviene nel suo corpo, delle reazioni che può presentare esponendosi ad un certo elemento, per un bambino la  situazione è più complessa. La tenera età dei bambini più piccoli non consente loro di spiegare ciò che provano o di esprimersi bene su ciò che è entrato in contatto con loro, quando si è manifestata una specifica reazione.

Per questo siamo sempre noi adulti a dover tenere gli occhi bene aperti, per poi confrontarci con il/la professionista di fiducia.

“Le allergie sono malattie multifattoriali, cioè determinate da una combinazione di cause ereditarie ed ambientali. Questi fattori agiscono sul sistema immunitario, inducendolo a rispondere in modo anomalo a sostanze generalmente innocue, come per esempio i pollini. Il fenomeno delle allergie è in costante aumento, soprattutto nei più piccoli. In Italia, oggi, circa il 20% dei bambini ha sintomi di allergia, mentre negli anni 90 ne soffriva solo il 7%”.

Tra le cause principali di questo incremento:

stili e le condizioni di vita occidentali

inquinamento

stress

fumo

cattiva alimentazione

eccessiva igiene personale

 

Queste sono le parole della dottoressa Nannini, che ci pongono di fronte ad un tema che merita certamente una riflessioni sullo stile di vita al quale sottoponiamo i nostri bambini.

Allergie: le cause ed i sintomi

Capire come riconoscere le allergie è importante per poter eliminare le cause ed attuare la giusta terapia. I sintomi delle allergie sono, quasi sempre, molto simili a quelli di un raffreddore, per questo, rivolgersi ad uno specialista, al quale potrebbe rimandarci il pediatra o la pediatra di famiglia, è importante in caso di dubbi sia per la diagnosi che per la cura.

Ecco cosa ci dice la Nannini sulle cause principali alla base delle allergie più frequenti nei bambini, e come riconoscerle e distinguerle da altro.

“Nei primi due anni di vita, le allergie più frequenti sono quelle di origine alimentare, causate dalle proteine contenute in cibi come il latte vaccino, l’uovo, il pesce ed il grano.

I sintomi più comuni sono:

orticaria

eczemi

vomito

diarrea

coliche

gonfiore e arrossamento delle labbra

gonfiore e arrossamento della mucosa orale

 

Si può arrivare a sintomi più gravi e meno comuni quali difficoltà respiratoria, riniti, fino all’anafilassi (shock anafilattico).

Dopo i due anni di vita, i bambini possono risultare allergici anche alla frutta a guscio, alle arachidi, alla pesca e ai crostacei. Nelle età successive, invece, le cause più comuni di allergia sono gli acari della polvere, il polline, la muffa e il pelo di animali,  ma anche punture di insetto, farmaci ed infine prodotti chimici”.

Allergie nei bambini: come riconoscerle

Con l’arrivo della bella stagione, con la vita che si sposta sempre più all’esterno, nella natura, nei parchi, si fa più stretto e frequente il nostro contatto con alcune piante anche piuttosto comuni. Chiunque di noi può testimoniare, in tale periodo specialmente, di essere stato testimone o anche soggetto passivo di allergie causate dai pollini. Come rispondeva la Nannini in precedenza, può essere davvero complicato capire subito, di fronte a certi sintomi, di essere di fronte ad un’allergia e non ad un raffreddore di stagione.

“Circa il 10% dei bambini presenta sintomi di rinite e congiuntivite, se esposto a polline delle graminacee, le comuni piante dei prati.

Per questo, nel periodo primaverile, porre una diagnosi di allergia può essere particolarmente insidioso, perché coesistono sia infezioni respiratorie (che causano congestione nasale e starnuti frequenti), sia le fioriture delle piante tipiche della stagione, che possono causare la stessa sintomatologia.

I sintomi della rinite, infatti, consistono prevalentemente in starnuti, secrezioni nasali limpide (trasparenti, almeno nella fase iniziale) ostruzione nasale, prurito, pizzicore al naso o alla gola. Se tali sintomi sono presenti almeno un’ora al giorno, per diversi giorni alla settimana, e se compaiono in relazione all’esposizione ai pollini, possono essere indicativi di allergia. Oltre ai classici sintomi, infine, il bambino può presentare un aspetto caratteristico con: occhiaie persistenti, respirazione con la bocca aperta. La ricorrenza e la persistenza  dei sintomi in occasione dell’esposizione all’aria aperta, oppure in un determinato ambiente casalingo, è un dato particolarmente sospetto di allergia”.

Come prevenire le allergie nei bambini

Per quanto non sempre sintomi e conseguenze delle allergie siano gravi, poter prevenire i fastidi che ne conseguono, comporta  certamente un grande sollievo. Va precisato che chiunque, anche in età adulta, può presentare un’allergia che prima non aveva, per cui la prevenzione non è sempre possibile.

Basta dire che fatti di cronaca poco piacevoli ci hanno riportato, negli anni, conseguenze gravissime a danni di giovani e non solo, che si sono dimostrati improvvisamente allergici ad alimenti che hanno sempre mangiato. Sotto questo aspetto, per quanto si possa fare, è importante parlare sia di cura che di prevenzione.

“La prevenzione varia a seconda del tipo di allergia e dalla causa scatenante. Già durante la gravidanza come nei primi mesi di vita del neonato, è importante mettere in pratica dei comportamenti utili a sviluppare un adeguato sistema immunitario del bambino. Fra questi rientrano: smettere di fumare, contenere l’esposizione all’inquinamento ambientale, utilizzare alcuni farmaci (tra cui antiacidi, paracetamolo, antibiotici) solo su stretta indicazione medica, limitare le situazioni di stress, evitare di esporre neonati al fumo passivo,  favorire l’allattamento al seno per almeno sei mesi.

In particolare il fumo è ritenuto uno dei responsabili principali dell’insorgenza allergopatie e, in presenza di allergie già conclamate, in grado di favorirne la progressione.

Per quanto riguarda le allergie alimentari, soprattutto nel primo anno di vita, il latte materno risulta protettivo nei confronti dello sviluppo di allergie, sia in età  infantile che in età adulta.

Per quanto riguarda le allergie da inalanti, è più difficile attuare una vera propria prevenzione. Questa si basa prevalentemente sull’evitare l’esposizione, soprattutto nelle giornate con clima più secco e ventoso, quando è più alta la concentrazione di pollini.

Nel caso dell’allergia ad allergeni permanenti come gli acari, invece, è importante la pulizia ambientale. In questi casi, la prevenzione consiste nel  rimuovere la polvere con costanza, evitare moquette, tendaggi pesanti, pulire frequentemente divani e poltrone, favorire ventilazione e ricambio dell’aria negli ambienti domestici, usare materiali speciali per il rivestimento dei cuscini dei materassi, lavare ad alte temperature (gli acari resistono al di sotto dei 60°)”.

Allergie nei bambini: come curarle

Questo nostro viaggio attraverso le più comuni allergie che colpiscono i bambini sta per concludersi, ma non possiamo che soffermarci, prima di chiudere, sulla cura.

Prima di usare, per l’ultima volta, le preziose parole della dottoressa Nannini, proprio sul tema di come curare le allergie, facciamo alcune riflessioni.

Come genitori e come adulti siamo responsabili, nei limiti del possibile, della salute dei piccoli e lì dove un nostro comportamento può alimentare il rischio della nascita di allergie, facciamo attenzione a contenerlo.

Poi, nella fase della prima somministrazione di alcuni alimenti, soprattutto durante lo svezzamento, evitiamo di assentarci, e, ogni qualvolta in noi sorga un dubbio, meglio una telefonata in più al pediatra di famiglia e che una in meno.

Noi abbiamo sempre il compito di osservare i nostri bambini,  eventuali comportamenti anomali, disagi improvvisi e malesseri, ma evitiamo di fare una diagnosi come anche di cercare una cura. Rivolgiamoci al professionista che abbiamo deciso essere la guida , in campo medico, della nostra famiglia.

“La cura delle allergie dipende dal tipo di allergia ma tendenzialmente, per quanto riguarda le allergie alimentari, consiste nell’evitare gli alimenti incriminati e causanti l’allergia.

Nel caso invece delle allergie respiratorie, dove non sempre è possibile evitare l’esposizione ai pollini, soprattutto nelle stagioni di fioritura, è importante utilizzare decongestionanti ed eventualmente antistaminici, che possono ridurre i sintomi dell’allergia dovuti alla liberazione di istamina (la molecola responsabile dell’infiammazione e dei sintomi tipici dell’allergia).

Un presidio che si è rivelato in molti casi fondamentale, per ridurre ma anche per prevenire le manifestazioni allergiche, è il vaccino. Questo vaccino (più correttamente definito immunoterapia specifica) consiste nella somministrazione dell’allergene responsabile dei disturbi allergici in piccole dosi quotidiane. Tale vaccino, come cura, si è dimostrato efficace soprattutto a lungo termine, nei bambini con rinite allergica, e ha ridotto l’incidenza di comparsa dell’asma anche in età più avanzata”.

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