L’omicidio di Tommaso Onofri

Il 2 marzo del 2006 il piccolo Tommy viene portato via dalla casa dei suoi genitori. Verrà ucciso poco dopo dagli stessi rapitori perché "dava fastidio"

Pubblicato: 6 Settembre 2022 10:43Aggiornato: 15 Aprile 2024 08:06

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Sono passati anni dall’omicidio di Tommaso Onofri, quel caso di cronaca che ha sconvolto l’Italia intera, che ha strappato via quel bambino di soli 17 mesi dalle braccia di mamma e papà, dai sogni grandi e straordinari. Dalla vita. Sono passati anni eppure nessuno può dimenticare l’orrore di quella tragedia, oggi come non mai. Il 6 settembre del 2022, infatti, il piccolo Tommy – come tutti lo chiamavano – avrebbe compiuto 18 anni. E chissà che grande uomo sarebbe diventato.

2 marzo 2006: il rapimento di Tommaso Onofri

Era nato il 6 settembre del 2004, Tommaso, in un giorno di fine estate che profumava già di autunno. E cresceva al sicuro a Casalbaroncolo, in quella piccola frazione di appena 100 abitanti nel comune di Parma dove la famiglia aveva una casa. Ma Tommaso, lì, non era al sicuro, o almeno non lo era più.

Tutto è cambiato quando, il 2 marzo del 2006, nella casa di famiglia irrompono degli sconosciuti. Disattivano la corrente elettrica e nel buio riescono a immobilizzare Paolo Onofri e Paola Pellinghelli. Li legano con del nastro adesivo e fanno lo stesso con Sebastiano, il figlio maggiore. Per Tommaso, però, hanno un piano diverso. Il bambino, che ha soli 17 mesi, viene portato via dalla casa di Casalbaroncolo.

Passano una decina di minuti, che per i genitori sembrano un’eternità. È mamma Paola a riuscirsi a liberare per prima, è lei che allerta la polizia e lancia l’allarme. Tutta la frazione si mette in moto: iniziano così le ricerche disperate del bambino che però si rivelano infruttuose.

Le ore si trasformano in giorni e del piccolo Tommy non c’è nessuna traccia. La notizia del rapimento fa velocemente il giro del Paese popolando quotidianamente i fatti di cronaca. Per Tommaso si muovono da ogni parte d’Italia, lo fanno le persone che pregano e sperano, lo fanno i media e le associazioni con appelli e richieste di lasciare libero il bambino.

Il delitto del piccolo Tommy

Le indagini proseguono e portano i carabinieri sulle tracce di Mario Alessi, un muratore che poco tempo prima aveva preso in carico dei lavori di ristrutturazione nella casa dei coniugi Onofri. L’uomo confessa l’omicidio il 1° aprile facendo altri nomi: Antonella Conserva, sua compagna, e Salvatore Raimondi sono i suoi complici.

Il giorno dopo la confessione è lo stesso Alessi che conduce gli investigatori sulle sponde del torrente Enza. È lì, in via del Traglione, che il corpo del piccolo Tommy viene ritrovato senza vita. L’autopsia conferma che Tommaso è stato ucciso la stessa sera del sequestro. I giorni scanditi dalla speranza e dalle incessanti ricerche lasciano spazio alla tragedia, all’orrore, al vuoto e al dolore, quello della famiglia Onofri e dell’Italia intera.

Il movente del delitto viene fornito dalla stesso Alessi. Tommaso era stato rapito con l’obiettivo di ottenere un riscatto che sarebbe servito all’uomo per saldare i suoi debiti, ma il bambino “dava fastidio” dirà l’uomo, che lo ucciderà quella sera stessa, dopo circa 30 minuti dal rapimento.

Mario Alessi, Antonella Conserva e Salvatore Raimondi vengono processati. Il muratore viene condannato all’ergastolo mentre i suoi complici, rispettivamente, a ventiquattro anni e a venti di prigione.

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