Gianteresio Vattimo, detto Gianni, è stato un filosofo e politico italiano, tra i massimi esponenti della corrente postmoderna, è teorizzatore del pensiero debole. Nato a Torino il 4 gennaio del 1936, è morto a 87 anni a Rivoli il 19 settembre del 2023. Pensatore antidogmatico, si considerava contemporaneamente comunista e cattolico ed ha sempre contrastato la pretesa di descrivere, per via filosofica o scientifica, l’ordine autentico della realtà. Dallo stile chiaro ma, allo stesso tempo, suggestivo, era capace di rendere accessibile al pubblico le sue elaborazioni teoriche. Grande dialogatore, ha preso parte alle più diverse iniziative. In politica è stato parlamentare europeo, sempre nell’ambito della sinistra. Rimasto orfano di padre a 16 mesi, era cresciuto in condizioni disagiate non rinnegando mai le sue origini proletarie. Nel 1955 era entrato in Rai con Furio Colombo e Umberto Eco. Tra i suoi scritti più famosi ci sono il libro “Essere, storia e linguaggio in Heidegger”, che già indicava una linea di ricerca dai tratti originali, e “Il soggetto e la maschera” saggio dedicato a Martin Heidegger e Friedrich Nietzsche. Ma Vattimo è diventato un punto di riferimento a livello internazionale con la sua raccolta di saggi “Il pensiero debole” un’acuta critica alla ricerca dell’”Essere originario, vero“. Nel corso della sua vita è stato preside della facoltà di Filosofia di Torino negli anni Settanta, firma de “La Stampa” e personaggio pubblico di rilievo. Non ha mai nascosto la sua omosessualità e ha sempre parlato e scritto apertamente delle sue esperienze, anche dolorose, come la perdita del compagno nel 1992 a causa dell’Aids. Per chi vuole approfondire le tematiche e il pensiero dell’illustre filosofo italiano, con DiLei, trovate una selezione di frasi e aforismi di Gianni Vattimo, dai suoi più belli e significativi scritti.
Indice
Frasi e aforismi di Gianni Vattimo
Il filosofo, durante tutta la sua vita, si è molto per il rinnovamento della società in senso pluralista e libertario senza però disdegnare l’accoglienza di quei valori storici propri della cattolicità tradizionale, in particolar modo il senso della “pietas”. Tutto ciò è stato sintentizzato in ragione di un pensiero che si autodefinì “debole”, in contrapposizione alle distinzioni etiche ed epistemologiche intransigenti e dogmatiche. Qualche frase e aforisma di Gianni Vattimo:
- Chi tuona contro il relativismo non si rivolge a noi come singoli, che non siamo né possiamo mai essere relativisti – giacché forse solo Dio lo può essere davvero, guardando dall’alto la pluralità delle culture e delle interpretazioni. Il relativismo può essere solo un tratto della società, giacché è in essa che convivono e spesso si scontrano molteplici visioni del mondo. Eliminare il vizio relativista non vorrebbe allora dire semplicemente liquidare la società liberale?
- Come la letteratura occidentale non sarebbe pensabile senza i poemi omerici, senza Shakespeare, senza Dante, così la nostra cultura nel suo più ampio insieme non avrebbe senso se volessimo tagliarne via il cristianesimo
- Il comunismo è, come dire, l’unico ideale di società che riesco a coltivare, volete che coltivi un ideale di società che produce di più e per pochi?
- Il fatto paradossale è che proprio la passione per la verità, la coscienza, nella sua ricerca del vero, è giunta a mettere in crisi se stessa: ha scoperto, appunto, di essere solo una passione come le altre
- Il testimone è ridotto egli stesso a puro sintomo
- In un’epoca in cui l’umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari possibilità di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l’inquinamento) la nostra radicale fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata ed evidente
- Io sono marxista, leninista e non mi è nemmeno antipatico Stalin, che ci ha salvato da Hitler, più degli Stati Uniti
- La tradizione della Chiesa cattolica si basa sul tenere i fedeli sotto minaccia terroristiche. La vicenda di Eluana Englaro dimostra che la Chiesa cattolica come istituzione non è riformabile, merita solo di essere distrutta. Siamo alla follia finale della Chiesa. Io non sono mai stato così consapevole della essenza diabolica della Chiesa cattolica come adesso
- Mia madre era vedova ed io sono gay, ma conosco molti altri figli di madri vedove che nonostante la mancanza del padre non lo sono diventati. Del resto, io sono convinto che per un bambino quasi tutto è meglio di un orfanotrofio. Né si può inseguire l’equilibrio familiare perfetto. È sufficiente che gli adottanti siano normalmente civili, non siano dei sadici che fanno a fette le creature, che abbiano un reddito per mantenerle, senza necessariamente dover essere un Agnelli
- Noi siamo – storicamente – quell’umanità che ha anche scoperto, se cosi è, il bosone di Higgs; ma questa scoperta è un momento della nostra storia. Non è una constatazione risolutiva, ma è con questa condizione duplice, librata tra storia e natura che dobbiamo fare i conti
- Opporsi alle famiglie omosessuali si può solo in nome di un credo filosofico sull’essenza naturale della famiglia stessa. Il che non può essere professato da uno Stato laico.
- Rivendicare i pacs o chiedere l’abolizione del celibato ecclesiastico obbligatorio, posizioni che sembrano il non plus ultra del progressismo e della “modernizzazione”, significare anche voler estendere a tutti il diritto-dovere di vivere in famiglia
- Sarà pur vero che l’evento – solo cosi lo si può chiamare – che ha rotto la quiete uniforme del «tutto» prima della nascita delle cose ha avuto un peso decisivo nel prodursi di quella differenziazione di particelle da cui è cominciato, per ciò che ne sappiamo, il corso dell’evoluzione di cui, bene o male che sia, noi siamo per ora il punto di arrivo. Ma parlare del bosone di Higgs come se fosse Dio è davvero un po’ troppo. Non perché si tratti di una bestemmia («Dio bosone» è sicuramente un’espressione che fino a oggi non era venuta ancora in mente a nessun ateo blasfemo, per quanto dotto e accanito). Semmai, esprime un atteggiamento mentale che non ha più quasi alcun ascolto presso teologi, filosofi, uomini di fede
- Se anche dobbiamo pensare che il bosone di Higgs non c’entra niente con Dio, è però vero che scoperte come quella di oggi hanno un potente riflesso sulla nostra vita, sulla visione del mondo, dunque anche sulla nostra religiosità. È una specie di effetto che possiamo solo chiamare «neutralizzante» rispetto alla nostra storia vissuta. Come confrontare i pochi millenni della storia della specie umana con gli sterminati orizzonti delle ere geologiche, del formarsi del cosmo fisico e, appunto, con i minuti seguiti al big bang
Frasi sull’essere di Gianni Vattimo
Vattimo è considerato tra i più eminenti studiosi europei, nel solco della corrente filosofica che da Heidegger porta a Gadamer e al pensiero francese della differenza, passando per il recupero del pensiero di Nietzsche e una comprensibile sintonia con l’itinerario di Richard Rorty, filosofo statunitense di scuola analitica, poi attirato dal post-modernismo continentale e dall’arte di Nabokov. Alcune citazioni e aforismi sull’essere di Gianni Vattimo:
- Se c’è qualche cosa che vi appare evidente, diffidatene, è sicuramente una balla. Di tutto potete essere certi tranne delle vostre certezze più radicate
- Sconfitto in tutti i luoghi del mondo, non mi sono mai sentito così libero
- Cesare Annibaldi – sì, quello della Fiat – mi ha detto un giorno, citando una folgorante battuta di Ennio Flaiano: «L’insuccesso ti ha dato alla testa». Sarà questo
- Alla fine, senza che mai me lo sia detto così esplicitamente e con tanta forza, su tutto io ho cercato la libertà. Per me. Per gli altri. Più ancora dell’amore forse, più della fama e del successo certamente, più del potere di sicuro, io ho cercato la libertà
- Se io tradisco mia moglie con un’altra signora capisco, ma se la tradisco con un militare che gliene importa? Aristotele aveva una moglie, dei figli e un amante. Era un mostro?
- Paradosso iniziale: la filosofia, che si è tradizionalmente presentata come la scienza più “essenzialista”, anzi, come tale è nata, non può definire se stessa in termini essenziali, come se potesse dire: la filosofia è…
- Perché ci ri-domandiamo che cosa significa far filosofia? Risposta: perché non lo sappiamo ancora
Conferenze, lezioni, seminari, convegni, inviti qui e là. Sfido chiunque a dire che oggi la filosofia non si fa così, solo un “bieco metafisico” potrebbe pensarlo. - Finora i filosofi hanno creduto soltanto di interpretare il mondo, ma in verità lo stavano trasformando. Così si potrebbe riscrivere la famosa frase di Marx
- Il filosofo è coinvolto nell’Essere di cui si pone il problema. Opera qui una sorta di principio di indeterminazione: non si può parlare dell’Essere se non partecipandovi ed essendo momento attivo della sua storia
- Verità si dà quando ci mettiamo d’accordo
- Contrariamente alla famosa frase di Marx sui filosofi che hanno solo interpretato il mondo mentre si tratta di cambiarlo, è proprio interpretando il mondo – e non pretendendo di descriverlo nella sua datità «oggettiva» – che si contribuisce al suo cambiamento.
Frasi sul pensiero debole di Gianni Vattimo
Il filosofo, tra i padri del pensiero debole, ha teorizzato un nuovo modo di porsi del pensiero nei confronti delle problematiche filosofiche ed etiche. L’idea di base è che non esiste alcuna possibilità, da parte del pensiero, di affermare o raggiungere una qualsiasi verità stabile o definitiva. Lo studioso è convinto che la modernità abbia fatto il suo tempo e che il postmoderno sia l’esperienza di una fine. Una serie di frasi e citazioni sul pensiero debole di Gianni Vattimo.
- Il comunismo, la società senza classi, restano l’unico orizzonte contro il dio mercato
- I concetti reggenti della metafisica – come l’idea di una totalità del mondo, di un senso unitario della storia, di un soggetto autocentrato capace eventualmente di appropriarsene – si rivelano come mezzi di disciplinamento e rassicurazione non più necessari nel quadro delle attuali capacità di disposizione della tecnica
- La debolezza del pensiero nei confronti del mondo, e dunque anche della società, è probabilmente solo un aspetto della impasse in cui il pensiero si è venuto a trovare alla fine della sua avventura metafisica
- La razionalità deve, al proprio interno, depotenziarsi, cedere terreno, non aver timore di indietreggiare verso la supposta zona d’ombra, non restare paralizzata dalla perdita del riferimento luminoso, unico e stabile, cartesiano
- Il dibattito filosofico ha oggi almeno un punto di convergenza: non si dà una fondazione unica, ultima, normativa
- Ecco, se non fossi stato gay, non avrei mai intrapreso questa profonda riflessione sulla non normatività delle essenze naturali, che costituisce l’anima del pensiero debole. Quindi, anche se non è una filosofia particolarmente gaya, credo che ci siano connessioni importanti
Frasi da Credere di Credere di Gianni Vattimo
Credere di credere è uno dei testi più noti di Gianni Vattimo nei quali l’autore si chiede se si puà essere cristiani nonostante la Chiesa. Una selezione di frasi e aforismi da Credere di Credere di Gianni Vattimo.
- Se deve avere un senso lo sforzo di fare il bene, di agire secondo la legge morale, bisogna che si possa ragionevolmente sperare che il bene (e cioè l’unione di virtù e felicità) si realizzi in un altro mondo, visto che in questo palesemente non si dà
- Il problema di Dio si pone in connessione con l’incontro di un limite, con il darsi di uno scacco
- Credevamo di poter realizzare la giustizia sulla terra, vediamo che non è possibile, e ricorriamo alla speranza in Dio. Incombe su di noi la morte come evenienza ineludibile, sfuggiamo alla disperazione rivolgendoci a Dio e alla sua promessa di accoglierci nel suo regno eterno. Dio si scoprirà dunque soltanto là dove si urta in qualcosa di radicalmente spiacevole?
- La «fine della modernità», o comunque la sua crisi, ha portato con sé anche la dissoluzione delle principali teorie filosofiche che ritenevano di aver liquidato la religione: lo scientismo positivista, lo storicismo hegeliano e poi marxista. Oggi non ci sono più plausibili ragioni filosofiche forti per essere atei, o comunque per rifiutare la religione
- Oggi è accaduto che sia la credenza nella verità «oggettiva» delle scienze sperimentali, sia la fede nel progresso della ragione verso il suo pieno rischiaramento, appaiono credenze superate
- Tutti siamo ormai abituati al fatto che il disincanto del mondo ha prodotto anche un radicale disincanto dell’idea stessa di disincanto; o, in altri termini, che la demitizzazione si è alla fine rivolta contro se stessa, riconoscendo come mito anche l’ideale della liquidazione del mito
- La rivelazione non rivela una verità-oggetto; parla di una salvezza in corso
- Dovremmo tutti rivendicare il diritto a non essere allontanati dalla verità del Vangelo in nome di un sacrificio della ragione richiesto solo da una concezione naturalistica, umana troppo umana, e in definitiva non cristiana, della trascendenza di Dio
- Non dobbiamo più considerarci servi di Dio, ma suoi amici
- La filosofia della religione del nostro secolo è prevalentemente «esistenzialistica»: mentre san Tommaso e il Medio Evo pensavano di provare l’esistenza di Dio a partire dall’ordine del mondo, il pensiero religioso moderno cerca le prove di Dio soprattutto nella precarietà e tragicità della condizione umana
Oggi le tante contraddizioni della scienza-tecnica, dalla devastazione ecologica ai nuovissimi problemi della bioetica, sembrano dover far riconoscere a tutti che «ormai solo un Dio ci può salvare», come dice Heidegger - [Credere di credere]: questa mi sembra la migliore formulazione dei miei rapporti con la religione − quella cristiana cattolica nella quale sono cresciuto, e che rimane il termine di riferimento quando penso alla religione
- Se dico che credo di credere, in che cosa, della dottrina cristiana così come tutti l’abbiamo ricevuta, credo di credere? Mi considero un mezzo credente anche perché non riuscirei a rispondere in modo esauriente a questa domanda
- «Credere di credere», in fondo, vuol dire un po’ tutto questo: anche forse scommettere nel senso di Pascal, sperando di vincere ma senza esserne affatto sicuri. Credere di credere o anche: sperare di credere.