“Non era bella, spesso cupa come il suo cane lupo color dell’ebano. Era piccolina e forte di fianchi. Aveva un décolleté splendido, come pure lo erano le mani e i piedi. Dovunque entrasse e in scena, non guardavi altri che lei. Era poi capricciosissima e prepotente”.
Le poche ma autentiche parole utilizzate dalla sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, che Anna la conosceva bene, delineano il ritratto di una donna forte e fiera, ma profondamente inquieta. Anna Magnani è una delle più famose attrici italiane di tutti i tempi e, nonostante di anni, dalla sua scomparsa, ne siamo passati parecchi, nessuno ha mai potuto spodestarla da quel posto d’onore che si è conquistata nell’immaginario collettivo.
E non è stato solo l’Oscar vinto nel 1956 a consacrarla a celebrità, quanto più quella sua espressività intensa e travolgente e quella capacità di saper incarnare alla perfezione l’autenticità richiesta dal cinema neorealista. La sua romanità, poi, ha fatto il resto e i suoi ruoli cinematografici sono diventati epici.
Anna Magnani, la diva antidiva
7 maggio 1908, Roma: viene al mondo una stella. Anna Magnani nasce nella Capitale, ma la vita per lei ha in serbo un destino tutt’altro che semplice. Cresce senza padre e il lavoro di sarta della madre non basta per mantenerle entrambe, così ecco la decisione che cambierà per sempre la vita della piccola Anna: Marina Magnani decide di andare via dall’Italia e si risposa, abbandonando sua figlia.
Rimasta a Roma, la piccola Anna si affida totalmente alle cure dei parenti. Sarà sua nonna, nonostante le condizioni di povertà, a garantire alla nipote gli studi adeguati per realizzare tutti i suoi sogni. Si appassiona così all’arte, prima alla musica e poi alla recitazione.
“Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori”
Si iscrive all’Accademia di Arti Drammatiche della capitale e la sua forza dirompente viene subito notata. Inizia a partecipare a diversi music-hall, collaborando in uno spettacolo con Totò. Le vengono poi affidati diversi ruoli in alcuni film, quasi tutti in cui la Magnani interpreta la cantante o la cameriera.
La svolta professionale però arriva nel 1941: Vittorio De Sica la nota e sceglie di affidarle il ruolo della protagonista nel film Teresa Venerdì. Un grande inizio per l’attrice romana che la conduce direttamente al cospetto di Roberto Rosellini, con Roma città aperta, considerato il film cult del neorealismo. Anna Magnani viene consacrata ad attrice di primo livello. Nella pellicola è protagonista di una delle scene più iconiche della storia del cinema: la corsa dietro il camion e gli spari dei tedeschi che uccidono il suo personaggio.
Nel 1947 vince un altro Nastro d’argento e il premio come migliore attrice alla Mostra Internazionale di Venezia con il film L’Onorevole Angelina. I successi straordinari continuano, nel 1955 Anna viene chiamata dal regista Daniel Mann a girare La rosa tatuata, il suo primo film inglese. Vincerà, grazie a questo ruolo, il Golden Globe e l’Oscar come migliore attrice.
I registi la vogliono, desiderano lavorare con la donna ribelle e mordace, con l’attrice per antonomasia, con l’anima pulsante dell’Italia del dopoguerra. Anna Magnani lavora con George Cukor e Pier Paolo Pasolini continuando a prendere parte a diverse opere teatrali.
Resterà per sempre un’anti-diva, mantenendo l’autenticità e la schiettezza che la contraddistingueranno per tutta la sua vita.
Anna Magnani, vita privata
Cresciuta senza padre, prima, e abbandonata dalla madre, poi, Anna tenta di ricostruire le sue origini in più riprese. Si reca ad Alessandria d’Egitto per riallacciare i rapporti con sua madre ma quell’incontro la lascia molto provata: tra le due non c’è feeling. La Magnani comprende che non avrà mai quel rapporto amorevole che lega una madre alla figlia.
Tenterà, poi, di scoprire anche la vera identità di suo padre: un uomo di origini calabresi dal nome Pietro del Duce. Dirà, poi, con l’ironia pungente che l’ha sempre caratterizzata, di essersi fermata con la ricerca perché non voleva la si considerasse “la figlia del Duce”.
Cresce così, Anna. Forte, ribelle e apparentemente scontrosa. Superstiziosa, ipocondriaca e accanita fumatrice. Nel 1933 sposa il regista italiano Goffredo Alessandrini, la loro relazione, però, dura solo sette anni e nel 1940 divorziano. Anna non si sposerà mai più, ma non rinuncerà all’amore.
Inizia, infatti, una relazione con l’attore Massimo Serato e, il 23 ottobre del 1942, dà alla luce il suo unico figlio. Luca. Riesce anche, non senza l’opposizione del suo compagno, a dare a suo figlio il suo cognome. Intanto, però, anche quella relazione si interrompe e Anna si affianca a Roberto Rosellini che però la lascerà per Ingrid Bergman.
Nonostante la fine della relazione, i due rimarranno sempre uniti, come dimostra la presenza della regista al fianco della donna negli ultimi istanti della sua vita.
Le rughe e le passioni e la recitazione. L’indimenticabile Anna Magnani
Ironica e pungente, Anna è stata una delle più grandi personalità della storia del cinema italiano ed è anche una delle pochissime celebrità nostrane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la via dove sono incastonate più di 2000 stelle che riportano i nomi dello star system e di altre persone illustri:
“Io non mi curo mai di quello che sembro, di come gli altri mi vedono. Sono così, come la mia vita, le mie speranze, le mie delusioni, le mie gioie e le mie infelicità mi hanno fatta. Lo sono senza riserve e senza ipocrisie”.
Iconica è la frase che l’attrice pronunciò rivolgendosi a una truccatrice che la stava preparando per andare in scena: “Non togliermi neppure una ruga”. Le ho pagate tutte care. E lei era esattamente così, come quelle frasi pronunciate senza peli sulla lingua. Ed è per questo che la sia amava e la si ama tutt’ora, perché come ha scritto il suo grande amico Tennessee Williams Anna era “Una creatura incredibile, metà femmina e metà maschio. Diversa da tutte. La sua anima è un tutt’uno con il suo utero, materno e possessivo alla stessa stregua. Una volta che ti ha generato è pronta a fagocitarti. Di virile ha la cocciutaggine e la permalosità”.
Se ne andrà a 65 anni, il 26 settembre 1973, stroncata da un tumore al pancreas. Le sue spoglie riposano, ancora oggi, nel piccolo cimitero di San Felice, in provincia di Latina, il luogo dove la donna aveva acquistato una villa che amava tantissimo.
“Quando muoio, quando la gente pensa a me, deve sapere che la Magnani non gli ha mentito. Deve essere sicura che la Magnani non l’ ha mai tradita, e che la Magnani non ha mai tradito se stessa”