Vitamina B12: cos’è e cosa fare in caso di carenza

Vitamina B12: qual è la sua funzione? In quali alimenti si trova? Ecco tutte le informazioni utili relative alla dieta e alla carenza di questa sostanza

Pubblicato: 25 Luglio 2021 01:09

Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Cos’è

La vitamina B12 (detta cianocobalamina per la presenza di un atomo di cobalto all’interno della molecola) fu scoperta durante gli studi sull’anemia perniciosa o megaloblastica, una forma di anemia caratterizzata dalla presenza di globuli rossi più grandi del normale e dalla contemporanea degenerazione del Sistema Nervoso Centrale.

Nel lontano 1926, nell’ambito degli studi sull’anemia perniciosa, si scoprì che una dieta ricca in fegato stimolava la sintesi dei globuli rossi. Solo diversi anni dopo, nel 1948, la vitamina B12 fu estratta dal fegato. Si comprese allora che il fattore in grado di risolvere la patologia era proprio la vitamina B12. Nel 1964 venne conferito il premio Nobel a Dorothy Hodgkin che determinò la struttura molecolare della vitamina B12. Questa struttura molecolare è condivisa da un gruppo di sostanze organiche chimicamente affini note nel complesso come cobalamine.

A cosa serve

La vitamina B12 è coinvolta nel metabolismo degli aminoacidi, degli acidi nucleici (DNA e RNA) e degli acidi grassi. Per queste sue funzioni di base gioca un ruolo fondamentale nella produzione dei globuli rossi.

Metabolismo

La vitamina B12, presente negli alimenti di origine animale, si trova legata alle proteine. Perché possa essere assorbita, il primo step consiste nella divisione della vitamina B12 dalle proteine a cui è legata, operazione che viene eseguita a livello gastrico da parte di alcuni enzimi chiamati proteasi.

Il trasporto a livello del duodeno, il primo tratto dell’intestino, poi, avviene attraverso specifici trasportatori chiamati R-binder: si tratta di proteine salivari e alimentari che presentano un’elevata affinità per la vitamina B12. Una volta legatasi alle R-binder, la vitamina B12 viene trasportata al livello del duodeno. Qui l’ambiente alcalino e la presenza di altri enzimi (proteasi pancreatiche) fanno sì che la vitamina B12 si separi dalle proteine R-binder e si leghi al fattore intrinseco (Intrinsic Factor, IF).

Il fattore intrinseco è una glicoproteina (ndr. una proteina contenente carboidrati) che viene prodotta da cellule della mucosa del fondo gastrico: il complesso formato da vitamina B12 e fattore intrinseco arriva fino al livello dell’ultimo tratto dell’intestino tenue, dove è presente uno specifico recettore. Il legame con questo recettore serve a trasportare il complesso vitamina B12 + fattore intrinseco all’interno delle cellule che rivestono l’intestino, gli enterociti.

È attraverso questa modalità che noi siamo in grado di assorbire la vitamina B12 presente nel cibo che mangiamo. La vitamina B12 è a tal punto importante che ne esistono delle riserve all’interno dell’organismo. La principale sede di accumulo è rappresentata dal fegato e dal rene. Le riserve totali sono pari a circa 2 o 3 mg.

Dove si trova

La vitamina B12 viene sintetizzata da microrganismi ed alghe e sarebbe quindi del tutto assente negli alimenti di origine vegetale, dove compare solo secondariamente alla contaminazione batterica.

Quali sono gli alimenti ricchi di vitamina B12?

Le persone maggiormente a rischio di carenza sono gli anziani, i vegetariani, ma soprattutto i vegani e le persone affette da patologie cronico-degenerative (come la gastrite su base autoimmune).

Le concentrazioni ematiche della vitamina B12 e in generale di tutte le vitamine del gruppo B nei fumatori risultano sensibilmente inferiori rispetto ai non fumatori.

Carenza

La determinazione dei livelli di vitamina B12 è un indicatore poco sensibile poiché, anche in caso di inadeguato apporto, i livelli nel sangue di questa vitamina possono rimanere per lungo tempo normali. Questo accade perché l’organismo va a prendere la vitamina B12 dalle riserve. Per evidenziare un eventuale deficit vitaminico bisogna, dunque, ricorrere ad altri indicatori.

Un elevato livello plasmatico di acido metilmalonico è un parametro sensibile e specifico perché rappresenta il primo segno di carenza della vitamina B12 anche quando non sono ancora presenti i segni clinici. Purtroppo, la metodica che consente di valutare i livelli plasmatici di acido metilmalonico ha costi elevati e per questo è poco applicabile a livello clinico.

Un altro buon indicatore dello stato di carenza è il volume cellulare medio dei globuli rossi poiché in carenza di vitamina B12 i globuli rossi sono in numero ridotto ma presentano un volume maggiore rispetto alla condizione fisiologica.

Sintomi

La carenza di vitamina B12 si manifesta in maniera lenta nel tempo. Questo accade perché i depositi di vitamina a livello epatico sono in grado di sostenere il fabbisogno giornaliero per un tempo che va dai 3 ai 5 anni.

La principale causa di carenza di vitamina B12 è il malassorbimento e la forma clinica più nota è l’anemia perniciosa legata ad una carenza di fattore intrinseco. La resezione gastrica, la gastrite atrofica, il morbo di Crohn, la celiachia e l’alcolismo possono rientrare tra le cause di carenza della vitamina B12.

Tra i gruppi di popolazioni più a rischio ci sono senza dubbio gli anziani, nei quali si viene a determinare un malassorbimento legato ad una cattiva digestione delle proteine per ridotta produzione di acido cloridrico a livello gastrico come è tipico della gastrite atrofica. Nei paesi industrializzati le carenze legate a deficit alimentari sono veramente rare ma possono manifestarsi soprattutto nei vegani.

Cause

Le cause che portano ad avere bassi livelli di vitamina B12 sono:

Conseguenze

La clinica di una persona che presenti carenza di vitamina B12 è dominata dall’anemia megaloblastica e dalla comparsa di alterazioni neurologiche e gastrointestinali.

I disturbi di tipo neurologico comprendono le parestesie (alterazioni della sensibilità percepite a livello degli arti e di altre parti del corpo), le alterazioni dell’equilibrio e le polineuriti (infiammazioni dei nervi periferici con conseguente malfunzionamento). Si possono avere nelle fasi tardive atassia (mancata coordinazione muscolare che rende difficoltoso eseguire i movimenti volontari) e spasticità (eccessivo aumento del tono muscolare).

Dal punto di vista gastrointestinale compaiono glossite (infiammazione della lingua che appare arrossata e desquamata), nausea, dispepsia (ovvero cattiva digestione), dolori addominali. In alcuni casi può manifestarsi un incremento dei livelli di omocisteina nel sangue, anche se in misura minore rispetto alla carenza di folati.

Cosa fare

In caso di carenza di vitamina B12 la prima cosa da fare è indagare sulla presenza di eventuali patologie che ne possono essere la causa. A seguire bisognerà aumentare il consumo degli alimenti che la contengono in maggiori quantità. Tra questi, oltre il fegato, il pesce e i crostacei vanno menzionati i cereali fortificati e il lievito di birra.

È importante ricordare che con l’esposizione al calore gran parte delle vitamine viene persa. Allo stesso modo, la raffinazione delle farine e dei cereali porta ad una perdita delle vitamine del gruppo B: per questa ragione, nei casi di carenza di vitamina B12 è preferibile assumere prodotti integrali e non lavorati industrialmente.

L’assunzione di vitamina B12 in fiale o in compresse è da riservare ai pazienti affetti da anemia megaloblastica e ai vegani che faticano a coprire i fabbisogni giornalieri con la sola dieta.

Eccesso

Gli studi fin qui condotti evidenziano la mancanza di effetti collaterali associati ad elevati consumi di vitamina B12 in individui sani.

Vitamina B12 alta, cosa significa?

Dal punto di vista medico alti livelli di vitamina B12 sono associati a condizioni patologiche quali le neoplasie con metastasi epatiche e le epatopatie acute e croniche.

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