Questa volta si tratta di una dieta che arriva dalla Gran Bretagna, dove è molto popolare anche grazie alla promozione di alcuni personaggi noti dei reality come Jennifer Ellison, che avrebbe perso un bel po’ di kg in poco tempo grazie a questo regime dimagrante.
Come tutte le diete che promettono dimagrimenti rapidi, anche la dieta Cambridge è al centro di un acceso dibattito, tra chi la sostiene con entusiasmo e la ritiene particolarmente efficace e chi la considera dannosa per la salute.
Di sicuro non è per tutti, poiché è un approccio alimentare molto rigido e anche un po’ dispendioso, quindi non per tutti.
Ne parliamo con la Dott.ssa Valeria Galfano, Dietologo Nutrizionista e Personal Trainer.
Cos’è la dieta Cambridge
La dieta Cambridge è una dieta a basso contenuto calorico che si basa sul consumo di alcuni prodotti alimentari altamente proteici, come barrette e bevande, che sostituiscono la maggior parte dei pasti durante il giorno. È considerata da molti come un modo per perdere peso in modo rapido e sicuro, ma è bene considerarla una soluzione a breve termine per perdere giusto qualche kg in più. Non è, infatti, raccomandata come approccio a lungo termine, non solo perché è abbastanza difficile da seguire, bensì perché può comportare carenze nutrizionali.
La dieta è stata ideata inizialmente dal Dottor Alan Howard dell’Università di Cambridge nel 1970. Attualmente è stata “ribattezzata” 1:1 diet perché prevede l’affiancamento di un coach nutrizionale (uno per cliente).
Erano gli anni Sessanta quando il biochimico Alan Howard (1929-2020 ) iniziò a ricercare la dieta perfetta. Nel 1984, dieta Cambridge diventa un vero e proprio marchio commerciale nel Regno Unito e poi negli Stati Uniti.
Come funziona la dieta Cambridge?
Si tratta di uno schema alimentare costituito da alcuni step, che vanno da un minimo di 500 kcal a un massimo di 1500 al giorno. È necessario pesare gli alimenti e il conteggio delle calorie è piuttosto rigido. È anche previsto il consumo di cibi “Cambridge”, cioè prodotti ideati esclusivamente per questa dieta.
La dieta di Cambridge è molto simile alla dieta chetogenica che porta il corpo in uno stato metabolico chiamato chetosi. Di cosa si tratta? La chetosi è uno stato metabolico in cui il corpo utilizza principalmente il grasso come fonte di energia invece dei carboidrati. Ciò può accadere quando si segue una dieta povera di carboidrati, come appunto la dieta chetogenica, o quando il corpo non dispone di glucosio in quantità sufficienti come durante il digiuno o l’esercizio fisico intenso. Durante la chetosi, il corpo produce chetoni, sostanze chimiche che sono utilizzate come fonte di energia dal cervello e dai tessuti muscolari. La chetosi può anche essere utilizzata come trattamento per diverse condizioni mediche, come l’epilessia e il diabete di tipo 2 oppure come metodo per perdere peso.
Tuttavia, è importante notare che non è una dieta priva di effetti collaterali, come nausea, stanchezza e dolori muscolari e può presentare alcuni rischi per la salute se non è monitorata attentamente da un professionista. Inoltre, a lungo termine, seguire una dieta chetogenica può portare a carenze nutrizionali e ad altri problemi.
Sono 6 i passaggi nella dieta Cambridge: il primo è il più estremo, poiché prevede esclusivamente l’assunzione di prodotti Cambridge e 2,5 litri di acqua. L’ultimo passo, invece, è la fase di manutenzione, che è più flessibile e permette di mangiare pasti normali e salutari intervallati da alcuni prodotti Cambridge.
Secondo la nostra esperta, tuttavia non è necessario affrontare diete difficili da portare avanti e potenzialmente dannose per la salute, poiché basta: «mangiare correttamente, svolgere esercizio fisico in modo adeguato e allontanare i fattori di stress della vita quotidiana rappresentano i tre capisaldi del benessere. Dieta significa alimentarsi correttamente in funzione delle proprie caratteristiche metaboliche e dell’obiettivo personale. Purtroppo, alla parola dieta è stata attribuita l’accezione negativa di punizione, privazione o alimentazione monotona. Questo fenomeno rende molto difficile intraprendere e, soprattutto, mantenere nel tempo un regime alimentare corretto».
Cosa si mangia?
La dieta Cambridge prevede il consumo regolare di frullati, zuppe e snack a basso contenuto calorico. Si tratta di prodotti progettati specificamente per questo programma alimentare e per soddisfare tutte le esigenze nutrizionali quotidiane secondo rigorose linee guida caloriche per una rapida perdita di peso.
Questo regime nutrizionale prevede l’uso di prodotti sostitutivi dei pasti, come polveri per preparare bevande, barrette, zuppe e altri alimenti pronti, pensati appositamente per fornire tutti i nutrienti necessari durante il programma di perdita di peso, ma contengono anche pochissime calorie per incoraggiare il dimagrimento.
Sono generalmente acquistabili soltanto attraverso rivenditori autorizzati e possono essere comprati online o in negozi specializzati.
Tutti i prodotti sono completi dal punto di vista nutrizionale, con proteine di alta qualità e acidi grassi essenziali in linea con gli standard europei.
I pareri scientifici su questa dieta sono piuttosto discordanti. Alcuni la reputano ottima per aiutare chi non riesce a perdere peso nonostante le diete ipocaloriche, riattivando il metabolismo e comportando un dimagrimento veloce. Altri invece considerano questo regime alimentare squilibrato e dannoso per la salute, perché causerebbe deficit nutrizionali.
Di certo la mancanza di carboidrati e fibre non è esente da effetti collaterali come secchezza delle fauci, vertigini, stanchezza, alito cattivo, nausea, insonnia e stipsi, per indicare solo i sintomi più comuni.
Per un dimagrimento equilibrato e che non comprometta lo stato di salute, tuttavia non è necessario affrontare grandi sacrifici o nutrirsi con cibi industriali come quelli proposti dalla dieta Cambridge. Aggiunge la nostra dietologa: «nell’antica medicina greca, con il termine “dieta” si indicava il complesso delle norme di vita, tra cui: alimentazione, attività fisica, riposo, sonno e divertimento. Questo modo di vivere aveva lo scopo unico di preservare o migliorare lo stato di salute. Salute intesa come percezione di benessere fisico e mentale, e non solo come assenza di malattia. Negli ultimi decenni, purtroppo, alla dieta è stata attribuita un’accezione negativa. Intesa come sinonimo di punizione, abbiamo associato a questa parola solo le calorie e l’esclusione di alcuni alimenti, attribuendole un significato prevalente di dimagrimento».
Dieta Cambridge: le fasi
Questa dieta prevede la successione di 6 fasi. Vediamo di cosa si tratta.
Nella prima fase, si possono assumere prevalentemente alimenti in forma liquida o semisolida, come zuppe, porridge e frullati. Sono completamente eliminati gli zuccheri e i carboidrati per portare l’organismo a uno stato di chetosi, spingendolo a bruciare i grassi in eccesso per ottenere l’energia necessaria. Ogni giorno è necessario bere almeno due litri d’acqua e i pasti si possono integrare con il consumo di specifiche barrette proteiche. È lo step che permette di perdere peso in modo rapido ed efficace. È necessario però consumare i prodotti sostitutivi del pasto “Cambridge”.
Nel secondo passaggio sono previsti tre sostituti del pasto, ossia polveri e barrette e un pasto sano a scelta. Nel terzo, invece, i prodotti diventano due, il resto sono pasti salutari e ipocalorici.
Nella quarta fase, sono previsti i prodotti sostituitivi per pranzo e per cena e uno snack aggiuntivo, mentre durante la quinta fase il coach insegnerà a controllare le porzioni e come fare le giuste scelte alimentari per mantenere il peso raggiunto. Si potrà mangiare cibo normale, sempre basandosi su un’alimentazione corretta e salutare e un prodotto Cambridge.
Infine, si accede all’ultima fase che è quella del mantenimento, in cui sono reintrodotti gradualmente tutti gli alimenti.
Controindicazioni della dieta Cambridge
Secondo alcuni esperti, un piano alimentare come la dieta Cambridge, con meno di 1.000 kcal al giorno, non dovrebbe essere seguito per troppo tempo, per evitare conseguenze per la salute e la perdita di massa muscolare.
Nel tempo poi, può aumentare la voglia di cibo “vero”, portando a un eccesso alimentare e quindi a un aumento di peso. Le diete così restrittive, infatti, non sono molto efficaci per il mantenimento del peso nel lungo periodo e possono perfino innescare disturbi alimentari.
Si tratta di un regime alimentare molto rigido che può essere demotivante con il passare dei giorni. Inoltre, secondo gli studi, dimagrire drasticamente comporta un successivo aumento del peso.
Un altro svantaggio è che i prodotti sostitutivi dei pasti comportano comunque un costo.
È bene sempre ricordare che in caso si soffra di disturbi o malattie o si assuma una terapia farmacologica è necessario rivolgersi al proprio medico ed evitare il fai da te.
Perché con le diete restrittive si recuperano tutti i kg persi?
Il corpo umano oppone fisiologicamente una certa resistenza alla perdita di peso e promuove l’immagazzinamento di energia per i tempi di “magra”. Tuttavia, per chi è spesso alle prese con i kg di troppo, anche i programmi nutrizionali efficaci e sostenibili non sempre risolvono il problema. Uno stile di vita sedentario e ricco di cibi grassi e poveri di nutrienti (come quelli confezionati, precotti o surgelati), comporta un rapido recupero dei kg persi. Queste ricadute generano poi sentimenti di sconforto e impotenza, che portano a cercare metodi alternativi per raggiungere l’obiettivo, tra cui prodotti commerciali non medicinali e spesso non regolamentati.
La sfida più grande dopo una dieta ipocalorica è mantenere il peso ideale raggiunto, con non pochi sacrifici, soprattutto in caso di sovrappeso.
È piuttosto frequente, infatti, riguadagnare nel tempo tutto il peso perso (il famigerato effetto yo-yo) con la dieta. Sono tanti i fattori psicobiologici (senso di fame, aspetti ormonali, ecc.) in gioco e coinvolti nella regolazione omeostatica dell’appetito e del peso corporeo. È una realtà, anche se spiacevole da dirsi, di cui occorre essere consapevoli quando si inizia una dieta: è una battaglia che dura tutta la vita e prevede un cambiamento delle abitudini, non solo alimentari.
Il dimagrimento pertanto è un meccanismo complesso, in cui la ripresa volontaria di vecchi comportamenti non è l’unico fattore determinante per il recupero del peso. Per questo motivo è sempre bene rivolgersi a uno specialista e seguire uno schema dietetico personalizzato.
Alcuni consigli per dimagrire in salute
Per prima cosa i nutrizionisti come la nostra esperta consigliano «di evitare il fai da te. Nella speranza di ottenere un rapido calo ponderale è facile incappare negli errori più comuni come: intraprendere pericolosi digiuni, seguire modelli alimentari drastici autosomministrati
affidarsi alla “dieta del momento” scaricata da internet o letta su una rivista ricorrere alle polverine miracolose e ai pasti sostitutivi che costano una fortuna e difficilmente concedono risultati duraturi. Inoltre, no alle diete restrittive. Il piano alimentare deve essere formulato nel rispetto del fabbisogno calorico individuale. Il dimagrimento corretto e duraturo è quello che avviene lentamente. Vedere l’ago della bilancia che scende può essere gratificante ma se la discesa è troppo ripida non porta benefici per la salute. Il repentino calo ponderale determina una grossa diminuzione della massa magra. Si rende responsabile della riduzione del metabolismo basale che, spesso, consegue alle diete ipocaloriche e che, col trascorrere del tempo, porta a riprendere o superare il peso iniziale. Una dieta sana non deve escludere nessun nutriente e deve possedere un corretto bilanciamento tra carboidrati, proteine e lipidi. Salvo specifiche patologie, allergie, intolleranze o gusti personali, non deve essere eliminato nessun alimento o categoria alimentare. Diete troppo restrittive, oltre ad avere un bassissimo livello di aderenza, aumentano il rischio di sviluppare disturbi alimentari come: anoressia e bulimia nervose, binge eating disorder e obesità. Le diete di evitamento possono condurre a gravi carenze nutrizionali con effetti anche pericolosi per la vita. Il dimagrimento si ottiene impostando un deficit energetico tra le calorie introdotte e consumate. Se attraverso il piano alimentare è possibile controllare le calorie introdotte, attraverso l’attività fisica è possibile incrementare le energie consumate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, infatti, un minimo di 150 minuti a settimana di attività fisica di intensità moderata o vigorosa.
Fonti
- The 1:1 Diet by Cambridge Weight Plan, Why choose The 1:1 Diet?
- V. Galfano, La dieta efficace
- News Medical Life Sciences, Cambridge Diet: Pros and Cons