Arianna, da Milano a Rimini sul filo del tempo ritrovato

Un video su Facebook, un kit per cucire e i primi timidi ricami. Il lockdown che rallenta tutto, dando la possibilità di recuperare spazi e tempi preziosi. Da Milano a Rimini, un cambio di vita sul Filo di Arianna.

Pubblicato: 11 Aprile 2022 12:21

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Ho incontrato Arianna anni fa, in occasione della presentazione di un libro. Occhi vispi e pieni di curiosità, circondati da un caschetto biondo. Un’Arianna giovane e piena di fiducioso ottimismo, al tempo impiegata presso l’Ufficio stampa di un programma Mediaset. Stregata da Milano, come me, come tanti di noi. L’ho rivista mesi fa: gli stessi occhi vispi, ma con dentro una nuova luce. Forse la consapevolezza di una scelta che tempo dopo si è concretizzata e l’ha portata via dalla metropoli meneghina fin nei vicoli di un placido centro storico lambito dal mare. «Da due mesi io e il mio compagno ci siamo trasferiti a Rimini. Volevamo entrambi vivere in una città di mare e abbiamo capito che eravamo pronti. Credo che sia l’ennesima scelta figlia del periodo che abbiamo vissuto: il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo. Non possiamo più permetterci il lusso di lasciarcelo sfuggire come sabbia tra le mani, inconsapevolmente».

Originaria di Frosinone, studi universitari a Roma, Arianna approda a Milano a 25 anni – prima per uno stage universitario e poi per un master – forte della sua laurea in editoria e giornalismo. Comincia subito a lavorare in varie redazioni giornalistiche, ma ben presto si rende conto che il suo campo di gioco sono gli uffici stampa: «Non avevo un sogno in particolare ma sapevo di voler cambiare aria, per cui da subito Milano mi è sembrata una città dalle infinite possibilità».

E Milano la ripaga, regalandole infatti esperienze lavorative importanti e formative: TgCom24 prima, Striscia La Notizia poi, e infine – quattro anni fa – il magico mondo della moda. Nel frattempo accade però qualcosa che accende nella sua mente una ostinata lampadina: è l’autunno del 2017 e su Facebook adocchia un ricamo realizzato da una sua cugina. Decide di provarci anche lei. La curiosità non le manca, e nemmeno la costanza: acquista un kit, si dedica ai tutorial su YouTube e guarda, analizza, si cimenta, impara. Inizia a ricamare su vecchie federe, poi, timidamente, su alcune vecchie magliette. La prima t-shirt “ufficiale” è per una collega, che crede da subito in lei, motivandola ad andare avanti.

Se è vero che le cose accadono sempre per caso, è altrettanto vero che siamo sempre noi a scegliere di farne tesoro e costruirci una strada per le nostre passioni: su quei primi tutorial su YouTube Arianna lavora in punta di dita, e nel poco tempo libero che Milano le concede ordisce la trama del suo progetto “slow”, Il Filo di Arianna Handmade.
«Acquistare una t-shirt ricamata, ma, in generale, un oggetto di artigianato, è un’attività slow. Non puoi comprare di fretta ma ti devi fermare, pensare, creare, far viaggiare la fantasia. Mi piace parlare, nel mio caso, di slow fashion, in contrapposizione al fast fashion che, negli ultimi anni, ha cambiato profondamente il nostro modo di fare acquisti e i nostri armadi».

Fonte: Il filo di Arianna Handmade
Il filo di Arianna Handmade, uno dei ricami di Arianna

Nel 2020, però, arriva la pandemia: un biennio cupo per tante donne, che hanno visto sfumare i propri sogni e l’inizio di nuove avventure professionali perché troppi sono stati i problemi da fronteggiare. E Arianna? Non posso non chiederle se il suo progetto ne abbia risentito: «Personalmente, la pandemia mi ha dato tanto. Sono fortunata, perché ho un lavoro che ho potuto gestire tranquillamente anche da casa e, grazie al cielo, ho avuto il Covid da vaccinata e dunque senza grandi conseguenze. Grazie allo smartworking ho avuto più tempo da dedicare al Filo di Arianna Handmade, e sono riuscita a portarlo nelle case di tante persone attraverso i social, Instagram in particolare. In breve tempo ho messo in piedi il mio e-commerce, trasformando definitivamente quello che era nato come un hobby in un’attività vera e propria. Con il lockdown, tutti abbiamo rallentato la nostra corsa, ci siamo fermati, abbiamo recuperato spazi e tempi preziosi».

Arianna Ceccarelli (foto Facebook)

Apprezzo le parole di Arianna: la pacatezza del suo parlare riporta le cose nel loro giusto valore. Tutti noi corriamo, immersi in un “mordi e fuggi” che spesso ci spinge non si sa dove. Arianna, invece, ha scelto di cambiare: ha capito che il tempo è la nostra risorsa più importante, che le passioni sono la nostra vera unicità. E la pandemia le ha dato modo di riflettere, le ha concesso tempo. Per la prima volta, ha avuto modo di parlare a sé stessa e chiedersi davvero cosa volesse fare da grande. «Con la pandemia abbiamo rallentato, così ci siamo resi conto di cose che prima, nella fretta, non avremmo mai notato. Siamo andati all’essenza delle cose e le nostre priorità sono cambiate. Siamo cambiati noi e, cosa più importante, è cambiata la nostra scala di valori. Milano, per esempio: in 13 anni mi ha dato tanto, ma mi ha anche tolto moltissimo. Ecco perché ci siamo decisi. Era il momento di cambiare scenario».

Quando aveva messo piede a Milano, Arianna non aveva un sogno in particolare. Oggi invece ne ha uno grande, fatto di piccole trame e grande bellezza: veder crescere sempre di più Il Filo di Arianna Handmade. All’Arianna del passato direbbe di avere fede, sempre. Le direbbe che tutto serve, le esperienze belle e quelle meno belle.
«C’è una frase che porto stampata in testa: ‘Ogni avversità, ogni fallimento, ogni dolore porta con sé il seme di un vantaggio equivalente o superiore’. Ecco. Sta a noi e a noi soltanto riuscire a scovare questo vantaggio».

C’è solo un’ultima domanda che le faccio, a conclusione della sua bella storia di cambiamento e passione: tre parole per definire il cambiamento. Ancora una volta i suoi occhi vispi mi guardano: «Coraggio, fiducia, consapevolezza».

Storia raccolta e raccontata da Alice Cimini

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