Michelle Hunziker e Aurora Ramazzotti replicano su Instagram dopo le polemiche per la foto scattata sulla Scala dei Turchi. La showgirl svizzera e la figlia sono volate in Sicilia per una vacanza in famiglia, fra gite in barca e cene a base di delizie locali. Per ricordare il viaggio, le due hanno posato sulla famosa scogliera di marna bianca, pubblicando la foto sui social. Lo scatto però ha suscitato accese polemiche, il sito in provincia di Agrigento infatti è stato posto sotto sequestro e c’è l’esplicito divieto di accedere.
“L’unico posto in cui si vede la mia abbronzatura – ha scritto Aurora Ramazzotti, postando la foto scattata dal fidanzato Goffredo Cerza -. (Scala dei turchi, fuori dalla zona recintata e vietata)”. Uno scatto nella stessa location è stato condiviso da Michelle: “Chiacchiere tra mamma e figlia in una location davvero surreale – ha commentato – #scaleturche (fuori dalla zona protetta ovviamente)”. Entrambe hanno specificato di aver rispettato le regole, ma questo non ha convinto i follower che le hanno criticate aspramente.
“Scusatemi, ma non è chiusa a tutti la scala dei turchi? Cosa fa la Santa moneta”, ha scritto qualcuno. Altri hanno aggiunto: “Dovrebbe essere proibito salire lì…o sbaglio”, “In teoria è vietato salire al momento”, “Multa”, “Io sapevo che non si può salire sopra. Perché voi sì?” e “È proibito entrarci”. Come riporta l’Adnkronos, dopo le polemiche la Capitaneria di Porto ha aperto un fascicolo e avviato degli accertamenti allo scopo di vederci chiaro. Nelle Stories di Instagram, Aurora ha voluto rispondere alle critiche. Durante una gita in barca con Michelle, la giovane Ramazzotti ha specificato: “Io e mia madre abbiamo fatto una foto sulla Scala dei Turchi e già impazza la polemica, non abbiamo infranto nessuna legge eravamo fuori dalla zona recintata, tranquilli non abbiamo commesso nessun reato penale”.
La Scala dei Turchi è un luogo magico, fra i più suggestivi in Sicilia. Si tratta di uno scoglio coperto da uno scoglio di marna bianca su cui si può salire. Lo scorso 27 febbraio la Capitaneria di Porto Empedocle ha deciso di apporre i sigilli all’area, mentre il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha dichiarato il sito sotto sequestro.