Angela Finocchiaro nel labirinto di “Ho perso il filo”

Intervista ad Angela Finocchiaro: si definisce una palla al piede il cui sogno è stare più a casa. Ma intanto è a teatro con un grande spettacolo

Pubblicato: 21 Dicembre 2018 13:34Aggiornato: 12 maggio 2022 13:00

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Angela Finocchiaro è una delle più grandi attrici comiche italiane. Dalla fine degli anni ’70 è sempre sulla cresta dell’onda, ha lavorato con mostri sacri del cinema come Alberto Sordi e Marcello Mastroianni. I suoi spettacoli sono irresistibili e indimenticabile è la sua partecipazione a Zelig.

Inarrestabile, ora è impegnata a teatro con Ho perso il filo, dal 26 dicembre al 7 gennaio al Teatro Ambra Jovinelli di Roma. A noi Angela ha raccontato del lavoro dietro questo incredibile spettacolo. E ci ha perfino svelato qual è il suo sogno nel cassetto.

Sei a teatro con Ho perso il filo, un lavoro di cui hai scritto anche il soggetto, ce ne vuoi parlare?
Siamo partiti con l’autore, Walter Fontana e la regista, Cristina Pezzoli dicendoci di voler realizzare uno spettacolo molto personale che trattasse argomenti che ci riguardavano. Volevamo fare una specie di stand-up con una collezione di pezzi,  ma io ci tenevo a introdurre un secondo linguaggio non parlato, dalla clowneria al teatro-danza. Poi lentamente siamo approdati al mito del labirinto, che fa da struttura all’opera. Lo spettacolo inizia, fuori da sipario, con me che voglio interpretare l’eroe Teseo. Poi quando entro nel sipario per introdurmi labirinto e affrontare il Minotauro in realtà si cambiano le carte in tavola. Il labirinto diventa magico e popolato da creature che non mi aspettavo, ossia sei danzatori che con le coreografie di Hervé Koubi mescolano stili diversi. Queste creature magiche e il muro parlante del labirinto mi dimostrano che non ho nessuna qualità per essere un eroe. Da lì parte una sorta di gioco a caselle in ciascuna delle quali è raffigurata un’attitudine contemporanea che non ha nulla di eroico. Per esempio, mancanza di solidarietà, superficialità spirituale, difficoltà con i figli, con l’amore, egoismo… Tutto questo in chiave molto umoristica, che è la cifra di Walter Fontana. Così, spinto da queste creature, il mio personaggio comincia a fare delle cose che non aveva mai fatto prima, dimostrando che non è un eroe. Alla fine però in qualche modo lo diventa e riscriverà il mito a modo suo.

Anche a te è capitato in questo spettacolo di fare cose che non hai mai fatto? Per esempio ballare?
Sì, esatto. All’inizio è stato spaventoso [ride… ndr] ma adesso molto divertente. In realtà, non faccio molto, sono i ballerini che mi fanno fare delle cose straordinarie.

Quando hai capito che avresti fatto l’attrice comica e non il medico?
Ero alla scuola di Maurizio Nichetti e lui mi ha incoraggiato. Mi diceva che avevo i tempi comici. Io non ci pensavo proprio a fare l’attrice e poi via via con il lavoro, è nata la mia carriera. Il tutto è accaduto intorno ai 20-24 anni.

Hai lavorato con grandi attori, da Alberto Sordi a Claudio Bisio: qual è il ricordo più simpatico che hai dei tanti set che hai frequentato?
È difficile, perché io sono un po’ ingorda e tendo sempre a innamorarmi del posto e delle persone con cui lavoro. Posso dirti però che con Alberto Sordi e Marcello Mastroianni ero proprio muta, perché avevo questo senso di essere con due giganti. Mi sentivo proprio uno zero e non riuscivo a spiccicare qualcosa di decoroso. Li guardavo, li idolatravo, zitta in un angolo.

Fai teatro, lavori in fiction come Nero a metà, la lista dei tuoi film è lunghissima: preferisci il contatto diretto col pubblico o stare davanti alla telecamera?
Come ho detto sono ingorda e mi piacciono entrambi. Adesso sono proprio dentro questo spettacolo che è appena nato e sicuramente subirà altri cambiamenti. Però mi piace tanto anche lavorare al cinema.

Hai un sogno nel cassetto ancora da realizzare?
No. Anzi sì, stare più a casa. Io abito in campagna e quando finalmente ci ritorno, posso inventarmi un sacco di cose. Il fai da te mi diverte un sacco.

A Natale allora sarai a casa?
Sì, solo due giorni, perché poi debuttiamo il 26 dicembre al Teatro Ambra Jovinelli di Roma.

Nel film Ci vuole un gran fisico interpretavi una donna in lotta con l’età che avanza, tu cosa ne pensi del passare del tempo?
Ne penso male, è una palla totale. Nel senso che tutte le volte che fai uno sforzo, resti lì. Senti che se non dormi la notte, la paghi e devi fare i conti con una serie di cambiamenti che non sono divertenti. Per cui tanto vale cercare di stare tranquilli e di stare bene, se si riesce.

Con chi ti piacerebbe lavorare?
Silvio Orlando, lo adoro, è un attore straordinario. È da tanti anni che ci rincorriamo, chissà se riusciremo a lavorare ancora insieme. Abbiamo fatto uno spettacolo nel 1992 Sottobanco e da allora ci abbiamo riprovato un sacco di volte.

Nella tua carriera ti sei ispirata a qualche attrice?
No, però un’attrice che amo da sempre è Maggie Smith che ho apprezzato in Downton Abbey

Come ti definiresti?
In nessuno modo. O come una palla al piede.

Angela Finocchiaro – Fonte: Ufficio stampa

Oltre allo spettacolo Ho perso il filo, hai altri progetti per il futuro?
Ad aprile comincerò un film della regista Giuliana Gamba che ha per protagonista Claudia Gerini. Ma per il momento è ancora tutto in via di definizione.

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