Sanremo, Nancy Brilli boccia il monologo di Chiara Francini: “Le brutte copie sono solo brutte copie”

L'attrice ha criticato il discorso della collega sulla maternità, definendolo poco veritiero, e lontano dall'esempio lasciato da Oriana Fallaci

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Redazione

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Se c’è qualcuno che ha messo davvero tutti d’accordo a questo Festival di Sanremo 2023 è Chiara Francini. La co-conduttrice della quarta serata, al fianco di Amadeus e Gianni Morandi, non si è fatta minimamente intimorire dall’Ariston, anzi, è stata una perfetta padrona di casa e ha conquistato il pubblico con il suo monologo sulle madri che si sentono inadeguate, e sulle donne non madri giudicate dalla società.

Eppure, una voce fuori dal coro, ha deciso di dire la sua, in toni molto aspri: Nancy Brilli ha bocciato le parole della collega, definendola “una brutta copia”, osando un paragone forse un po’ esagerato: quello con Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci. Ha ragione l’attrice o la polemica era evitabile in confronto all’importante messaggio della Francini?

Nancy Brilli attacca Chiara Francini: “Brutta copia di Oriana Fallaci”

Non ci sarebbe il Festival di Sanremo senza polemiche, e questa edizione, appena conclusa, che ha incoronato Marco Mengoni come vincitore, ne è stata davvero ricca. Alcune utili, altre tralasciabili, come sempre, e una che stona un po’ con il clima che si è creato sul palco.

Parliamo di quella lanciata da Nancy Brilli che, attraverso il suo profilo Instagram, ha attaccato Chiara Francini e il suo monologo sulla maternità e la non maternità, che l’ha consacrata come la migliore presenza femminile di Sanremo 2023.

“Qui c’è un ragionamento serio, un pensiero coerente, una totale mancanza di falsità, com’era nel suo stile”, ha esordito la Brilli, postando l’immagine di copertina di Lettera a un bambino mai nato. “L’ Oriana era pensiero superiore, che piaccia o no. Le brutte copie sono solo brutte copie. E paracule. E io mi sono stufata.”

L’attrice attacca la collega, colpevole, a suo dire, di aver copiato, e anche male, uno dei libri italiani più venduti di sempre, che parla, appunto, di un figlio mai nato, e dei sentimenti provati dalla non madre. Argomenti simili, è vero, ma trattati in maniera differente. Quello della Francini non è puramente uno sfogo personale, ma parte di un suo monologo teatrale, da prendere, dunque, con tutti i suoi eccessi e paradossi per farci arrivare il messaggio.

Non solo, il libro in questione è stato pubblicato per la prima volta nel 1975, e contestualizzarlo nella società di oggi è già un paradosso, reggendo a fatica il paragone del pensiero di una donna dei giorni nostri, che deve scontrarsi con nuovi mostri, i social e la pressione sociale.

Il pensiero di Nancy Brilli è legittimo, la sua visione della maternità è ben diversa da quella della Francini probabilmente, ma davvero necessaria da esternare in modo così critico?

Chiara Francini e quel monologo che va capito e fatto nostro

Citando “figli mostruosi” e “padri stempiati con la panza”, come esempi, sempre secondo Nancy Brilli, della pochezza e del fuori luogo del discorso di Chiara Francini, bisognerebbe comunque considerare a cosa serve la maschera d’attore, e quale sia il senso di un discorso come questo: provocare una reazione e far riflettere.

Per molte donne la maternità è un sogno irrealizzabile, e per molte madri mettere al mondo un figlio porta delle conseguenze personali e psicologiche delle quali si parla fin troppo di rado. Le donne che si sentono sbagliate, madri o non madri, potrebbero essere le protagoniste delle parole dell’attrice toscana, e non viene messa mai in dubbio la bellezza della maternità in sé stessa, ma ciò che comporta, alle volte, e non sempre.

“Che messaggio deve passare? Chi è indiscutibilmente grande maestro televisivo, sostiene che servisse una simile quota di svampitezza. Peccato, avevo stima”, continua Nancy Brilli, che sostiene che il tutto sia stato organizzato dagli autori.

La disarmante sincerità e crudezza delle sue parole ci hanno, invece, commosso. Il coraggio di dire che, l’essere madre o non esserlo, fa parte della vita, e come ogni altra cosa, ha anche i suoi aspetti negativi.

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