29 anni in un giorno: la scomparsa di Massimo Troisi è un ricordo vivo nella mente di tutti noi. Dolorosa, certo, ma anche carica di un significato che ancora oggi ci smuove. Per com’è avvenuta e per il modo in cui lui se n’è voluto andare. A onorarne la memoria – a Citofonare Rai2 – è stata Amanda Sandrelli, la sua Pia in Non ci resta che piangere, insieme alla amici Enzo Decaro e Gerardo Ferrara.
Massimo Troisi, le parole di Amanda Sandrelli
È un dolore che ricorre ogni anno, un ricordo difficile da cancellare e ancora ben impresso nel cuore di chi lo ha conosciuto e di chi lo ha amato come artista. A Citofonare Rai2 non c’è però stato tempo per le lacrime, ma solo per aneddoti divertenti che riguardavano Massimo Troisi e che ancora oggi amiamo ascoltare. Come quello di Amanda Sandrelli che, giovanissima, lo aveva visto entrare in casa sua per proporle un ruolo nel film – diventato un cult – Ricomincio da tre.
“Massimo venne a casa mia per parlare con mia madre visto che voleva proporle un ruolo in Ricomincio da tre. All’epoca avevo ancora 15 anni ma ero già pazza di lui e de La Smorfia. In quell’incontro, però, fui la traduttrice in simultanea dal napoletano all’italiano: ogni volta che lui parlava mia madre mi guardava con occhi sbarrati, non capiva nulla”.
Legatissima a lui, soprattutto professionalmente, Amanda Sandrelli ha spesso parlato del suo rapporto con Massimo Troisi e di quello che ha significato per la sua carriera d’attrice.
Il ricordo dell’amico Enzo Decaro
È un anno particolare per la città di Napoli. Dopo 33 anni, infatti, la squadra azzurra guidata da Luciano Spalletti ha riportato il tricolore sotto il Vesuvio conquistando uno splendido Scudetto sul campo. La festa c’è già stata, ma le celebrazioni si ripetono il 4 giugno, che per una particolare coincidenza corrisponde proprio all’anniversario della morte di Massimo Troisi.
“Domenica prossima saranno 29 anni dalla sua ‘partenza dal corpo fisico’, e il 4 giugno ci sarà anche la festa popolare per il Napoli, in una città tutta azzurra e addobbata. Il passare degli anni rende paradossalmente ‘accettabile’ la sua assenza, perché la sua è una presenza costante di battute, di scene che fanno ridere ma specialmente di pensiero”.
Immancabile, poi, la presenza di Gerardo Ferrara, la sua controfigura ne Il Postino, il suo ultimo film: “Sono stato vicino a lui da fine marzo fino a venerdì 3 giugno. Ho avuto la possibilità di conoscerlo, amarlo ancora di più ma soprattutto di affiancarlo e sostenerlo nelle scene più faticose. Ci teneva tanto al film perché si rivedeva in Mario Ruocco, rappresentava il suo personaggio”.
Insieme a lui fino agli ultimi giorni, aveva condiviso la sofferenza di Massimo Troisi da vicino, sostituendolo nelle scene più impegnative de Il Postino che aveva voluto girare col suo cuore seppur affaticato. Un legame, fatto anche d’amicizia, che Ferrara si porta ancora dentro. E, non a caso, ha chiamato suo figlio Massimo proprio in onore di Troisi.