Fabio Fazio, l’addio alla Rai che delude ancora: “Nessuno si è opposto alla prepotenza”

Fabio Fazio torna sull'addio alla Rai che non è riuscito a dimenticare, ma che ormai ha superato. Le parole a pochi giorni dal ritorno di "Che tempo che fa"

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Martina Dessì

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È garbato, gentile, sorridente e si presta all’ascolto. Fabio Fazio è un signore della nostra televisione, una vera icona della Rai che fu e oggi convinto della scelta compiuta quando ha deciso di passare al Nove, dove condurrà ancora il suo Che tempo che fa dal 5 ottobre. Un cambio di rotta dovuto, visti gli sviluppi del suo contratto con il servizio pubblico, e che non rinnega malgrado la delusione sia ancora cocente e si faccia fatica a dimenticare.

Le parole di Fabio Fazio sull’addio alla Rai

“Quello che mi ha deluso è stata la disponibilità ad acconsentire alla prepotenza. Cioè che nessuna resistenza sia stata opposta, che nessuno abbia detto: ‘Ma no, questo fa guadagnare ascolti e soldi con la pubblicità…’. No, un’assoluta acquiescenza nei confronti di un desiderio meschino. Togliere qualcuno di torno. Ma so che nessuno è indispensabile. E so che è meglio essere dove ti vogliono che dove non ti vogliono”, ha spiegato Fabio Fazio a Walter Veltroni per Corriere della Sera.

E ancora: “Ho avuto grande fortuna a finire in una televisione dove invece mi volevano e poi le cose sono andate bene. Ho imparato anche la leggerezza dell’essere liberi, di non avere l’ansia tutti i giorni di sapere cosa dice la commissione di vigilanza, cosa dice quello che chiama quell’altro… Poter di nuovo pensare al programma come programma e non alle conseguenze che producono le parole pronunciate”.

Il rapporto con il pubblico

L’ha seguito la sua squadra, comprese Luciana Littizzetto e Filippa Lagerbäck, e tutto il suo pubblico. Chi seguiva Che tempo che fa su Rai3 si è infatti spostato sul Nove, dove ha ritrovato la stessa atmosfera di quella che si respirava nello studio allestito per la tv di Stato. “Potrei dire che sono lì da 43 anni, quindi mi considerano parte dell’arredamento di casa. La verità è che quella scuola, in Rai, mi ha insegnato a rispettare il pubblico e a stimarlo migliore di me. E la stima è forse il sentimento che più mi è stato restituito. Enrico Vaime sosteneva che per dire certe cose ci vuole la patente. Bisogna sempre stare attenti a dire cose che corrispondano alla propria faccia. Anche questo è rispetto”, ha osservato ancora.

Sul Festival di Sanremo, invece, fornisce una risposta inattesa. Probabilmente lo rifarebbe, dice lui, malgrado questo si presenti come uno scenario assai remoto considerata la condizione attuale: “Se penso che il primo l’ho presentato a 35 anni, una cosa assurda. Oggi lo farei con più leggerezza, con più serenità. Ma è una domanda di fantascienza, quindi rispondo per questo. Per fare Sanremo bisogna dotarsi di due cose: un’idea, perché altrimenti diventa uno show come tanti. E, poi, devi essere saldo in te stesso. Altrimenti Sanremo fa impazzire”.

E ancora: “È una cosa troppo grande, e ti può venire la presuntuosa illusione che sia andata bene per merito tuo. Se è andato male sei stato tu, ma se è andato bene è in primo luogo per la storia, la tradizione. Se non sei saldo, Sanremo può farti sbroccare“, ha sottolineato. Intanto, il futuro è già qui: il 5 ottobre parte la nuova edizione di Che tempo che fa.

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