Camilla Mancini, la figlia di Roberto a Le Iene sulla propria paresi: “Sono diversa. Ora sono libera”

Nel suo monologo a "Le Iene", Camilla Mancini ha parlato di diversità e del bullismo subito da piccola a causa di una paresi al viso

Pubblicato: 17 Novembre 2024 23:38

Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

Una paresi al viso che l’ha portata, nonostante il cognome famoso, a subire bullismo e a sentirsi “diversa” da sempre: Camilla Mancini, figlia dell’allenatore di calcio Roberto, ha raccontato la sua storia in un emozionante monologo a Le Iene. Una testimonianza fatta di dolore e cicatrici non ancora sanate, ma in cui c’è sempre spazio per la speranza e il coraggio di sentirsi libere.

Il monologo di Camilla Mancini a Le Iene

Nel toccante monologo recitato a Le Iene, Camilla Mancini ha parlato della “diversità” che da sempre l’accompagna: “Stasera voglio immaginare che questa telecamera sia uno specchio e guardarmi dritta negli occhi, anche se non è facile. Per anni ho combattuto contro la mia immagine, evitando di guardarmi, ma adesso voglio provarci. Vedo me, Camilla, e vorrei dirle: Sorridi, sei coraggiosa. Non te l’ho mai detto perché ero troppo severa, avevo un’idea di perfezione che – adesso lo so – era irraggiungibile” recitano le prime parole del suo monologo.

Un racconto duro, in cui non mancano riferimenti agli atti di bullismo subiti durante l’infanzia: “Non temere, andrà tutto come deve andare: alcuni sogni li stai realizzando, altri andranno in frantumi, ma ne basta uno per provare una gioia immensa. So che il tuo istinto è quello di stare al tuo posto, nell’ombra, ma non va bene, come non va bene subire quello che ti ha accompagnato sin da quando avevi sette anni. È brutto scoprire quanto possono far male le parole. Non puoi giocare con noi. Sei diversa. Perché hai la bocca così? Non esiste privilegio che sia più forte del dolore, né cognome, vantaggio o scudo che possa proteggere dalla sofferenza”.

Eppure, nonostante tutto, c’è spazio per la speranza: “Ma tu devi dire Grazie anche a quelle persone perché ti sei disperata senza però mai arrenderti. Sei stata triste, amareggiata e desolata ma sola mai e ancora oggi sento l’amore di chi mi è stato vicino nei momenti più bui. Avete ragione, sono diversa e mi sono sentita così per tutta la vita. Ho deciso di raccontare le mie esperienze anche per sostenere chi vive una situazione simile e soffre in silenzio. Ho deciso che gli attacchi di panico e di ansia, nemici silenziosi, servono per farmi capire che è arrivato il momento di permettermi di essere vulnerabile. È quasi spaventoso ma voglio fidarmi di me, voglio provarci. La mia non è una guerra e, se mai lo è stata, è finita. Posso togliere l’armatura”, recita ancora il discorso.

Infine, Camilla conclude il suo monologo con un messaggio potentissimo: “Sono libera. Mi chiamo Camilla Mancini e sono bella e sono coraggiosa. Me lo dico da sola. E va bene così”.

Chi è Camilla Mancini

Camilla Mancini, classe 1997, è figlia dell’ ex ct dell’Italia Roberto Mancini. A causa di una complicazione durante il parto, è nata con una paralisi facciale che le ha provocato un’asimmetria al viso: il lato destro del volto, infatti, essendo lesionato, presenta una mobilità ridotta rispetto a quello sinistro. Una caratteristica che ha portato Camilla ad essere vittima di bullismo da piccola, ma che non le ha impedito di inseguire i suoi sogni.

La ragazza ha scelto di raccontare la sua storia nel libro Sei una farfalla, pubblicato da Mondadori: “Ho condiviso la mia esperienza non per pubblicità, come qualcuno ha pensato, ma per tendere la mano a chi ancora soffre e dare forza a chi come me, ha vissuto lo stesso dolore. Il bullismo è una piaga sociale, lascia una cicatrice emotiva profondissima e ci sono ragazzi che ancora oggi si tolgono la vita per colpa dei bulli”, ha spiegato la 27enne. Una testimonianza importante, che accende i riflettori su una vera e propria emergenza nel Paese.

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