Amadeus replica sul caso Ghali-Israele: “Sanremo non promuove odio”

Dopo il comunicato letto da Mara Venier e che ha scatenato le polemiche, Amadeus interviene sul caso Ghali-Israele

Pubblicato: 14 Febbraio 2024 13:17

Martina Dessì

Lifestyle Specialist

Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Il Festival di Sanremo non smette di attirare l’attenzione, neanche dopo giorni dalla sua conclusione. A finire al centro di accese discussioni è stato il comunicato letto da Mara Venier in diretta durante lo speciale dall’Ariston, nel quale la Rai mostrava la sua vicinanza al popolo israeliano dopo le dichiarazioni di Ghali, che già sul palco della kermesse aveva invocato uno stop al genocidio. A distanza di ore, il conduttore e direttore artistico dell’edizione 2024 per chiarire la posizione della manifestazione.

Le parole di Amadeus sul caso Ghali-Israele

“Rispetto le decisioni di tutti, ma non sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, nella maniera più totale. Il Festival di Sanremo non ha mai promosso l’odio, ha sempre parlato di inclusione, di libertà: i cantanti che sono saliti sul palco hanno chiesto la fine della guerra, hanno chiesto la pace, richiedere la pace vuol dire seminare odio? Esattamente il contrario”, ha spiegato Amadeus a Porta a Porta, da Bruno Vespa, dove gli è stata richiesta un’opinione sul tema.

“Mai mi sarei sognato, ma neanche i cantanti, di portare odio, anzi noi portiamo esattamente l’opposto, i ragazzi che vengono in gara lanciano messaggi e appelli di pace, di libertà, di libertà di idee, di pensiero, di uguaglianza di pelle, di valori. Mi sento di dire che nella storia di Sanremo, senza sembrare presuntuoso, in questi anni c’è stato un grande senso di inclusione che va assolutamente rispettato e mai cambiato, sennò torniamo indietro”.

Il conduttore dell’ultima edizione del Festival di Sanremo non ci sta e replica punto per punto, senza lasciare nulla in sospeso. Il comunicato stampa che è stato letto da Mara Venier nello speciale di Domenica In ha infatti generato una lunghissima serie di polemiche e, alla luce delle dichiarazioni dell’ambasciatore di Israele Alon Bar, è voluto intervenire in prima persona.

Marco Luci difende Mara Venier

“Personalmente ritengo ingiuste, vergognose e inaccettabili le accuse di ‘censura’ rivolte a Mara Venier. La storia di Mara Venier parla da sola, ha sempre dato voce a tutti, è sempre stata dalla parte delle persone più deboli e indifese e nella sua vita si è sempre battuta in ogni occasione per la libertà di pensiero e non ha mai censurato nessuno, anzi. Evidentemente c’è chi sfrutta certe situazioni solo per alzare polveroni mediatici a proprio fine“, ha precisato sui suoi social Marco Luci, autore di Domenica In, che si è espresso in favore della conduttrice, che nel frattempo aveva silenziato i commenti su Instagram.

Solo ore dopo è intervenuta in prima persona per raccontare di essersi sentita molto a disagio dopo le critiche e di non aver mai imposto la censura a nessuno in 30 anni di conduzione: “Mai in vita mia ho censurato qualcuno – ha spiegato parlando però di Dargen D’Amico – Eravamo in ritardo, molti artisti dovevano ancora cantare, e quattro di loro non sono riusciti a farlo, infatti torneranno da me domenica. Si figuri se ho paura ad affrontare il tema dei migranti. Il disagio mio era per il tempo, non per le domande. È ovvio che una domanda sull’immigrazione richiede una riflessione ampia, una risposta complessa, che non si risolve in trenta secondi. I giornalisti sono sempre stati i benvenuti nelle mie trasmissioni, e sono sempre stati liberi di fare le domande che ritenevano più opportune”. L’artista di Onda Alta è stato invitato a partecipare a Domenica In.

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963