Come praticare l’edging, l’arte dell’orgasmo controllato

L'edging è la pratica erotica che consente di controllare e ritardare l'orgasmo. È perfetta per conoscersi o per ravvivare la sessualità delle coppie consolidate

Pubblicato: 18 Settembre 2019 17:41Aggiornato: 25 Gennaio 2022 11:55

Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

Controllare l’orgasmo è possibile. Si chiama edging ed è la pratica dell’orgasmo controllato, per ritardarlo prolungando il piacere e il gioco, che sia di coppia o individuale. Ma in cosa consiste e quali sono i benefici? Lo abbiamo chiesto al dott. Daniel Giunti, fondatore del servizio di consulenze sessuologhe on line miosessuologo.it e terapeuta presso il Centro integrato di sessuologia Il Ponte.

Cos’è l’edging: cosa significa

In inglese edge significa bordo, confine, orlo. «Si tratta di una pratica sessuale che consiste nell’arrivare, da soli o con l’aiuto del partner, sull’orlo dell’orgasmo senza però superare il confine» spiega Giunti. «questo può essere fatto interrompendo la stimolazione per qualche tempo oppure continuandola e mantenendola a livelli elevati, ma non abbastanza da raggiungere il climax». Prolungare il piacere e l’attesa dell’orgasmo, controllando quel momento che per natura e definizione dovrebbe avvenire nel massimo della non coscienza.

Perché praticarlo: i benefici e quando può essere utile

L’edging possiede alcuni benefici, questo è certo. «Innanzitutto consente di conoscere meglio il proprio corpo e le sensazioni sessuali che si provano al crescere dell’eccitazione» continua il sessuologo. «L’edging permette in particolare di familiarizzare con il tipo di piacere che si prova quando si è vicini al “punto di non ritorno”, aiutando a riconoscerlo più chiaramente. Per gli uomini questo è quindi un ottimo modo per aumentare il proprio controllo sull’eiaculazione e quindi la propria durata. Non a caso, una specifica forma di edging viene anche prescritta nei percorsi sessuologici del trattamento dell’eiaculazione precoce». La pratica dell’edging è anche molto apprezzata dalle coppie un po’ stanche e annoiate dalla relazione sessuale, che in questo modo possono ricominciare a stuzzicarsi, a giocare, a rinnovarsi nell’intimità. E poi l’orgasmo com’è? «Sebbene non esistano studi specifici a riguardo, secondo alcuni l’edging consente di avere orgasmi più intensi: rimandare la gratificazione fa sì che l’eccitazione si accumuli, rendendo l’orgasmo molto più potente, quando e se si decide di concederselo».

Come fare, qualche consiglio

Intanto bisogna specificare che l’edging può essere praticato sia dagli uomini che dalle donne, sia individualmente che con un partner. «Se si è da soli, si consiglia innanzitutto di farlo in un posto confortevole in cui mettersi a proprio agio e rilassarsi. Iniziate a stimolarvi nel modo che preferite (è possibile anche fare ricorso ai sex toys) lasciando che l’eccitazione aumenti. Quando sentite di essere vicini all’orgasmo potete interrompere del tutto la stimolazione oppure ridurla. Nel primo caso lasciate che l’eccitazione scompaia del tutto, per poi eventualmente tornare a stimolarvi, ripetendo la procedura altre volte. Questo è ciò che viene solitamente consigliato a chi soffre di eiaculazione precoce, almeno all’inizio. Altrimenti potete continuare la stimolazione mantenendo la vostra eccitazione elevata e prossima a sfociare nell’orgasmo, senza però lasciare che questo accada. Per farlo potete rallentare il ritmo della stimolazione, la sua intensità, il modo in cui viene applicata o anche fare delle piccole pause».

L’edging in coppia

«Se siete con un partner, le istruzioni sono sostanzialmente le stesse», continua il sessuologo e mental coach. «La differenza è che non avrete più il pieno controllo sul vostro piacere. Potete decidere quanto mantenere le redini e quanto invece lasciarle all’altra persona: ad alcuni piace di più poter decidere come farsi stimolare, altri si eccitano maggiormente lasciandosi alla mercé del partner. L’edging infatti viene talvolta praticato in ambito BDSM anche come forma di “tortura” nei confronti della persona sottomessa, stimolata senza mai concederle di raggiungere l’orgasmo. Per questo la comunicazione tra partner è fondamentale», per condividere le sensazioni e anche l’obiettivo della pratica e del gioco.

Quanto deve durare

Prolungare il piacere e rimandare l’orgasmo; ma per quanto tempo? Esiste un parametro? «Non c’è una durata prestabilita. Sia che si tratti di fare edging per conto proprio durante la masturbazione sia che lo si faccia durante il sesso con il partner. Si tratta sempre e comunque di fare ciò che ci dà piacere e di cui si ha voglia, per cui non c’è una regola per dire quando sia giusto raggiungere l’orgasmo. Tutt’al più, nel caso si decida di fare edging per raggiungere un obiettivo specifico diverso dal solo piacere (ad esempio un maggior controllo sull’orgasmo o una maggiore consapevolezza delle proprie sensazioni sessuali), è utile farlo con una certa frequenza e gestendo il numero e la durata delle ripetizioni, in modo da aumentarli con il tempo e la pratica. Anche qui però non ci sono regole fisse». Naturalmente, a prescindere dalla sperimentazione, va ricordato che se si soffre di una vera e propria disfunzione sessuale, quale l’eiaculazione precoce, è necessario farsi seguire da un sessuologo/a professionista.

Possibili controindicazioni

Sulla sessualità ci sono tanti falsi miti e moltissimi stereotipi. L’edging ha controindicazioni? «Non ci sono studi sull’edging”, afferma il dottor Giunti, «quindi non esistono controindicazioni dimostrate. Alcuni pensano che porti all’eiaculazione ritardata o alle cosiddette “blue balls”, una sensazione di dolore ai testicoli provocata da un eccitamento prolungato senza che vi sia un’eiaculazione, ma pare essere una diceria senza fondamento». La grande raccomandazione, sempre, è quella di ascoltarsi e ascoltare l’altro/a, per agire, provare e sperimentare nel rispetto dei corpi e del piacere. Solo in questo modo il gioco diventa bello per tutta la squadra.

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