Infarto miocardico: sintomi, cause e come intervenire

Il dolore al torace è uno dei sintomi dell’infarto miocardico. Scopri quali sono le cause, i trattamenti, i fattori di rischio di questa patologia cardiaca.

Pubblicato: 26 Settembre 2023 12:40

Alessandro Antonio Labate

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna. Dirigente Medico presso il reparto di Malattie respiratorie dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

Sappiamo bene quanto ogni singola parte del nostro corpo (sia che si tratti di un organo, di un muscolo, di un’articolazione) sia indispensabile per condurre le attività quotidiane. Di tanto in tanto possono essere interessate da un’infezione o da una malattia acuta o cronica, da trattare subito e in modo corretto.

Tuttavia, ci sono organi – come il cuore – che solo in rari casi ci danno segnali di un loro malfunzionamento. La condizione “silente” però, potrebbe essere deleteria e con il tempo portare a un costante peggioramento; non a caso, ad oggi, le malattie cardiovascolari continuano ad essere la prima causa di decesso a livello mondiale.

L’apparato cardiovascolare necessita di una costante prevenzione, poiché condizioni come l’infarto del miocardio, possono mettere in pericolo la vita stessa del soggetto. Ad essere maggiormente colpiti sono gli uomini; tuttavia, in età avanzata, questa patologia può manifestarsi in modo importante nelle donne. Vediamo che cos’è l’infarto miocardico e cosa fare per prevenirlo.

Che cos’è l’infarto miocardico

Il muscolo cardiaco, anche definito miocardio, funziona grazie al continuo apporto di sangue, ricco di nutrienti e ossigeno. Quando, per un lasso di tempo più o meno lungo, un’area del cuore non riceve sangue o ne riceve poco, si verifica un infarto miocardico. Si tratta della “morte” (necrosi) della parte del muscolo che non ha ottenuto sangue. Questa evenienza è un’emergenza medica che richiede cure ospedaliere immediate, poiché le conseguenze possono essere molto gravi.

Quali sono i sintomi dell’infarto miocardico

I sintomi possono essere lievi o gravi, in alcuni casi potrebbero non essercene. Ad ogni modo, i segnali che ci devono far sospettare un infarto miocardico sono:

In genere, l’infarto miocardico è improvviso e non dà campanelli di allarme particolari. In alcuni casi però, si potrebbe avvertire dolore o pressione al torace anche tempo prima. Il dolore, di solito dura oltre 20 minuti e non è influenzato dai cambiamenti di posizione.

Quali sono le cause dell’infarto miocardico

Le arterie che trasportano il sangue al cuore, chiamate coronarie, possono essere ostruite, ad esempio, dalla presenza di placche lungo le sue pareti. Le placche sono costituite da depositi di grassi, proteine e tessuto fibroso, accumulatisi nel tempo. Quando una placca si rompe, può formarsi un coagulo di sangue (trombo) che va ad occludere completamente il lume delle arterie coronariche, causando un infarto, il quale a sua volta, porta alla morte del tessuto del muscolo cardiaco. Talvolta il trombo formatosi può staccarsi dalla placca, diventando così un embolo, ed andare ad ostruire l’arteria coronaria più avanti nel suo decorso determinando anche in questo caso un’ischemia del muscolo cardiaco.

Le cause dell’infarto miocardico sono dunque da imputare soprattutto a una malattia a carico delle arterie coronariche. Nello specifico, aterosclerosi porta in modo graduale alla formazione di placche che vanno via via restringendo il lume dei vasi sanguigni. Oltre a restringere il passaggio del flusso sanguigno, può anche capitare che si verifichi la rottura di una placca causando un trombo o un embolo, che a sua volta può restringere ancora di più o bloccare del tutto l’arteria.

Altre possibili cause dell’infarto miocardico sono:

Diagnosi dell’infarto miocardico

Considerata la gravità dell’infarto miocardico, questa condizione viene diagnosticata in ospedale a seguito della comparsa dei sintomi. In questo caso, gli operatori sanitari metteranno in atto tutte le strategie possibili per individuare e trattare la patologia. Se si è coscienti, il medico potrebbe porre delle domande sulla propria storia medica e sui sintomi.

In genere, la diagnosi avviene a seguito di un controllo della temperatura corporea, del polso, della pressione sanguigna e dell’esame obiettivo. A questi si aggiungono:

Se la diagnosi è di infarto miocardico, il paziente può essere sottoposto a coronarografia, un esame in cui viene iniettato un mezzo di contrasto nelle arterie per osservare se è presente o meno un’ostruzione, causa dell’infarto.

Quali sono i fattori di rischio dell’infarto miocardico

Ci sono condizioni o abitudini che possono incrementare le possibilità di andare incontro a un infarto miocardico tra cui:

Quali sono le complicazioni dell’infarto miocardico

L’infarto miocardico può portare a complicazioni importanti, in alcuni casi anche alla morte. Nello specifico, il muscolo cardiaco può subire dei danni che ne compromettono il funzionamento. Ecco le principali complicazioni dell’infarto miocardico:

Nello specifico, l’arresto cardiaco si manifesta con la mancanza di movimenti e di risposta agli stimoli (ad esempio essere chiamati o toccati). Se una persona a noi vicina si trova in questa condizione, è necessario chiamare immediatamente i soccorsi.

Quali sono i trattamenti dell’infarto miocardico

Una volta diagnosticato l’infarto miocardico, si passa alla strategia terapeutica il cui obiettivo è innanzitutto riaprire i vasi sanguigni per evitare di andare incontro alla morte del cuore. Il tutto deve essere eseguito rapidamente perché al tempo che scorre corrisponde più tessuto del cuore danneggiato. Si inizia con la somministrazione di ossigeno, in seguito si procede considerando se si è verificato un blocco parziale o totale del flusso sanguigno. Tra i farmaci impiegati per trattare l’infarto miocardico ci sono:

La terapia principale per l’infarto del miocardio è l’angioplastica coronarica, di solito attuata entro 60-90 minuti dall’arrivo del paziente e funzionale per liberare le arterie ostruite. Viene dilatata l’arteria bloccata dal trombo e viene poi posizionato nella coronaria aperta uno o anche più stent, ovvero delle piccole reti metalliche che possono essere a volte ricoperte di medicinali per evitare che nel punto in cui l’arteria è stata dilatata si vada a formare una cicatrice che potrebbe ostruire il vaso.

La seconda opzione, in termini di trattamenti, è la terapia trombolitica: vengono somministrati al paziente specifici farmaci che vanno a sciogliere il trombo.

In seguito a questi interventi, si procede con un programma riabilitativo per il cuore che consiste nell’eseguire esercizi personalizzati, da associare ad abitudini sane per mantenere il muscolo cardiaco in salute.

Come prevenire l’infarto miocardico

Per prevenire l’infarto miocardico si possono mettere in pratica alcuni suggerimenti volti a migliorare lo stile di vita (alimentazione, sport) e di conseguenza la salute stessa del cuore. Eccone alcuni:

In conclusione quindi, l’infarto del miocardio è un’emergenza medica che mette a serio rischio la vita del paziente. Può presentarsi all’improvviso e senza segnali significativi, per questo è oltremodo determinante mantenere uno stile di vita il più possibile sano.

 

Fonti bibliografiche:

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