Vizio refrattivo, la miopia è il difetto visivo più diffuso: in Europa colpisce il 30% della popolazione, con diversi gradi di serietà.
Causata da una molteplicità di fattori, la sua incidenza è in costante crescita. Nel 2015, un report stilato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) metteva in relazione la miopia al sempre minor tempo trascorso all’aperto. Bambini e ragazzi, oggi, dedicano gran parte delle loro giornate ai videogames e agli schermi di cellulare, tablet e computer: abitudini che possono creare dei disturbi della vista.
Lo conferma la ricerca dell’American Academy of Ophthalmology, basata su una meta-analisi di 145 studi relativi all’aumento dei casi di miopia: confrontando i tassi di diffusione della patologia con i dati relativi all’urbanizzazione e all’andamento demografico, la ricerca ha previsto che, entro il 2050, metà della popolazione mondiale potrebbe soffrire di miopia. La causa? Il cambiamento nello stile di vita e la crescente istruzione: in Europa, il 50% dei laureati con un’età compresa tra i 45 e i 49 anni è affetto da miopia (a fronte del 26% tra i semplici diplomati). Il motivo va ricercato nelle lunghe ore trascorse sui libri o comunque al chiuso. La prevenzione gioca un ruolo fondamentale, per diminuire le probabilità di soffrire col tempo di disturbi visivi.
Indice
Cos’è la miopia
La miopia è un’anomalia refrattiva (o ametropia): in chi ne soffre, i raggi luminosi che provengono dall’infinito e che colpiscono la superficie corneale vanno a fuoco davanti alla superficie retinica, formando dei cerchi di diffusione. Questo perché il potere refrattivo del diottro oculare è eccessivo rispetto alla lunghezza del bulbo. Il suo nome, di origine greca, significa “socchiudere gli occhi”: un termine che rimanda alla gestualità di chi soffre di miopia e cerca di vedere meglio ciò che ha di fronte (quando strizzate, le palpebre fungono da diaframma naturale e aumentano la profondità di fuoco).
Nell’occhio della persona sana, i raggi luminosi che passano attraverso i mezzi diottrici ed entrano nel bulbo oculare convergono sulla retina; nell’occhio di una persona miope convergono invece davanti ad essa. Il punto remoto (e dunque il punto più lontano dall’occhio in cui vi sia una visione nitida) non è perciò posto all’infinito ma ad una distanza finita, a differenza di ciò che succede in un occhio sano. Ecco perché i miopi vedono bene da vicino e male da lontano.
La miopia si manifesta in ogni soggetto ad un’intensità diversa. E, la distanza massima a cui il paziente può vedere, è inversamente proporzionale al grado di miopia.
Cause e tipologie della miopia
La causa della miopia è principalmente genetica. A sviluppare la patologia sono i soggetti con una eccessiva lunghezza del bulbo oculare, oppure con una curvatura delle superfici refrattive dell’occhio alterata. Molto dipende tuttavia dalla tipologia di miopia:
- la miopia assiale è causata da una lunghezza del bulbo oculare superiore alla norma;
- la miopia da indice è causata da un indice di refrazione del cristallino maggiore del normale, pur in presenza di un normale bulbo oculare (una condizione molto comune in chi soffre di cataratta);
- la miopia da cheratocono è causata da una cornea di forma conica (la cornea si assottiglia e si sfianca fino a raggiungere l’aspetto di un cono, andando ad aumentare la sua curvatura e a causare miopia). Spesso chi ne soffre è affetto anche da astigmatismo, e nei casi più gravi si deve ricorrere ad un trapianto di cornea;
- la miopia da spasmo accomodativo è causata dalla superficie anteriore del cristallino, più curva del normale;
Oltre che ereditaria, la causa della miopia può essere di tipo evolutivo. Spesso la patologia si sviluppa per un eccessivo protrarsi del lavoro prossimale, per le molte ore trascorse sui libri o davanti ad uno schermo. Per questo motivo medici e pediatri consigliano di trascorrere ogni giorno del tempo all’aria aperta. Una maggiore esposizione alla luce naturale libera infatti dopamina, un neurotrasmettitore endocrino che svolge un ruolo importante come mediatore chimico nella crescita del tessuto retinico e nel corretto sviluppo della funzione visiva e refrattiva. Tenere invece libri, tablet, cellulari e computer troppo vicini agli occhi porta a regolare il loro sistema di focalizzazione su una distanza ravvicinata, come è proprio appunto della miopia.
Una ricerca condotta dalla Sun Yat-Sen University di Guangzhou (Cina) ha coinvolto oltre 2000 alunni delle scuole primarie: 952 sono stati sottoposti a 40 minuti di attività fisica giornaliera, 951 hanno mantenuto il loro abituale stile di vita. Lo studio ha evidenziato una differenza assoluta del 9,1% nel tasso di incidenza della miopia tra i due gruppi, che rappresenta una riduzione relativa del 23% dopo 3 anni.
La miopia può dunque essere:
- semplice (l’occhio è troppo lungo per la sua potenza ottica)
- acquisita o funzionale
- evolutiva
- congenita (già presente alla nascita, oppure si sviluppa entro i primi 6 anni)
- patologica o degenerativa (il globo oculare subisce un eccessivo allungamento, associato a complicanze evolutive del fondo oculare)
- notturna (si manifesta solo in condizioni di scarsa luminosità)
- da campo vuoto (si manifesta in assenza di stimoli, ad esempio in condizioni di nebbia)
- pseudomiopia (il soggetto subisce un offuscamento visivo causato da uno spasmo del muscolo ciliare, che può essere passeggero oppure permanente)
Se talvolta alla base della miopia ci sono patologie più o meno gravi, altre volte il paziente può soffrire di una forma di miopia transitoria causata da farmaci, iperglicemia o da traumi al bulbo oculare.
Sintomi della miopia
Il sintomo primario della miopia è una difficoltà a vedere da lontano. Ci sono però altri sintomi che più o meno frequentemente possono comparire:
- bruciore agli occhi
- affaticamento visivo
- mal di testa
- cecità notturna
- riduzione della vista
- restringimento del campo visivo
Trattamenti della miopia
A seconda della sua gravità, dell’età e delle condizioni di salute del paziente, la miopia può essere corretta in diverso modo. Quattro sono le principali metodiche correttive:
- occhiali con lenti che rendono divergenti i raggi paralleli;
- lenti a contatto morbide oppure rigide;
- chirurgia refrattiva;
- trattamento coadiuvante, consistente nella somministrazione di vitamina A e vasoprotettori.
La chirurgia refrattiva mediante uso del laser, sempre più diffusa negli ultimi anni, consente di asportare gli strati corneali così da modificare la rifrazione della cornea. Il laser è un laser ad eccimeri: emette dunque luce a frequenza pulsante elevatissima, per un tempo molto breve. Ad ogni suo passaggio sulla cornea rimuove un micron di spessore, e il numero di passate dipende da quanto la miopia è seria: una miopia di 3 diottrie richiede l’asportazione di 30 micron di cornea. La cornea si “appiattisce”, e i raggi luminosi vengono così rifratti di meno cadendo sulla retina.
La prima procedura ad utilizzare il laser ad eccimeri per correggere la miopia e altri errori di refrazione è stata la cheratectomia fotorefrattiva (PRK). Ancora oggi impiegata, tale procedura consente di correggere chirurgicamente la curvatura della cornea eliminando per ablazione (vaporizzazione) minuscoli frammenti di tessuto dallo stroma corneale. Il recupero della vista non è però immediato (si parla di 1-3 mesi), ed è possibile incorrere in opacità transitorie della cornea nell’area d’intervento. In genere, si tratta di disturbi che si risolvono nell’arco di sei mesi. Tra gli altri effetti collaterali si possono avvertire: riduzione dell’acuità visiva per via di un’irregolarità della superficie corneale, dolore, lacrimazione, sensazione di abbagliamento o di corpo estraneo.
Un’alternativa è rappresentata dalla LASIK, che consente di correggere con successo anche astigmatismo e ipermetropia. A differenza della cheratectomia fotorefrattiva, il laser non agisce direttamente sulla superficie della cornea ma nello stroma corneale (la sua porzione intermedia), grazie ad una precedente incisione realizzata con il micro cheratocono. Il recupero visivo è molto rapido, poiché avviene in un massimo di tre giorni, ma l’intervento non è indicato per le persone con cornee sottili o con particolari anomalie corneali.
Di più recente introduzione è la tecnica SMILE che utilizza un laser a femtosecondi per creare un lenticolo corneale che poi viene estratto da una piccola incisione senza uso del laser a eccimeri. È riportato che ha effetti simili alla LASIK con ottimi e più rapidi risultati nel post-operatorio.
Le diverse tecniche consentono di correggere miopie fino a oltre 10 diottrie.
Gli interventi vengono svolti in regime ambulatoriale, anestetizzando l’occhio con un apposito collirio.
Per essere sottoposti ad un intervento chirurgico di questo tipo, è necessario che il soggetto abbia più di 20 anni e una miopia stabile da più di due anni. Non deve inoltre:
- soffrire di diabete
- soffrire di patologie del tessuto connettivo, dall’artrite reumatoide alla sindrome di Sjogren
- avere cheloidi
- prendere la pillola anticoncezionale, in quanto facendo trattenere i liquidi aumenta lo spessore della cornea (e se ne eliminerebbe troppa)
- assumere farmaci in grado di provocare opacità corneali
È possibile prevenirla?
Prevenire la miopia è possibile, specialmente nei bambini e negli adolescenti. Gli esperti sono concordi nel dire che trascorrere del tempo all’aria aperta, alla luce del sole e guardando lontano, è un’abitudine molto salutare: stare costantemente in casa, ancor peggio se davanti ad uno schermo, favorisce al contrario l’insorgere della miopia.
Tuttavia, è possibile che a soffrirne sia un bambino molto piccolo. In questi casi la causa è di tipo familiare: i bambini con uno o entrambi i genitori miopi hanno una maggiore probabilità di sviluppare il vizio refrattivo rispetto ai loro coetanei. In questo caso, si andrà ad intervenire con occhiali a lenti negative che consentano di mettere a fuoco le immagini sulla retina.
Fonti bibliografiche:
- Luciano Liuzzi e Franco Bartoli, Manuale di Oftalmologia IV edizione, 2009