Artrite reumatoide, Lupus e non solo: perché il fumo fa male alla donna con malattie reumatologiche

Esiste uno stretto legame tra le malattie reumatologiche e il fumo, anche passivo. Come le sigarette aumentano il rischio di ammalarsi

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

I numeri dicono che le malattie reumatologiche rappresentano una vera e propria epidemia non infettiva. Basti pensare che sommando le cifre di artriti, artrosi, osteoporosi, fibromialgia, lupus, sclerodermia, connettiviti, gotta (solo per citare alcune tra le patologie più note) si arriva a stimare più di 5 milioni i pazienti, di tutte le età.

Molte di queste condizioni hanno un’incidenza maggiore nelle donne, che quindi debbono prestare attenzione sia in fase di diagnosi precoce sia sul fronte delle terapie da seguire con cura, oltre che in termini di prevenzione. Ed allora? Allora, vista questa “predilezione” per il genere femminile per le malattie caratterizzate dall’infiammazione e dal dolore, conviene prestare attenzione ai fattori di rischio.

Il fumo, come hanno recentemente ricordato gli esperti della Società Italiana di Reumatologia (SIR) rappresenta un fattore di rischio da non sottovalutare. Se l’associazione con patologie cardiovascolari, polmonari e diversi tipi di tumore è ormai cosa nota, forse non tutti sanno che il fumo è anche un importante fattore di rischio per la comparsa e la progressione di molte malattie reumatologiche.

Fumo e artrite reumatoide

Le ricerche dicono che esiste legame stretto tra il consumo di sigarette e lo sviluppo di artrite reumatoide, lupus, vasculiti, osteoporosi e altre condizioni caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, muscoli e organi interni.

Il fumo, infatti, stimola una risposta infiammatoria sistemica e favorisce la produzione di autoanticorpi, alterando il sistema immunitario e creando terreno fertile per l’insorgenza di patologie autoimmuni e croniche. Basti pensare in questo senso all’artrite reumatoide, per la quale sono fondamentali diagnosi precoce e impostazione di una tempestiva terapia anti-reumatica aggressiva.

Il caso dell’artrite reumatoide è il più eclatante ha recentemente spiegato Andrea Doria come presidente SIR. Si ritiene che tra il 15 e il 35% delle nuove diagnosi sia dovuto al tabacco; percentuale che sale fino al 50% tra i soggetti con predisposizione genetica alla malattia”.

Cosa potrebbe accadere in chi fuma? In queste persone il sistema immunitario prende erroneamente di mira un tipo particolare di proteine, dette “citrullinate”, prodotto naturale di alcune fasi dell’infiammazione, rilasciando specifici anticorpi. Il fumo acuisce questa alterata risposta immunitaria a livello delle vie aree superiori, perché causa infiammazione, aumento delle proteine citrullinate e quindi di anticorpi anti-citrullina, che sono il biomarcatore proprio dell’artrite reumatoide.

Fumo e Lupus

Il Lupus Erythematosus Sistemicus (LES) colpisce le donne nove volte più frequentemente rispetto agli uomini, con un’incidenza che si concentra tra la fine dell’adolescenza e i primi anni della quarta decade.

Chi ne soffre può avere un’ampia varietà di sintomi e segni, come macchie cutanee, dolore, stanchezza e danno sugli organi a lungo termine, con conseguente peggioramento della qualità di vita e incremento di morbidità e mortalità.

“Anche il lupus eritematoso sistemico (LES) – ha raccontato qualche tempo fa l’esperto – è fortemente correlato con il consumo di tabacco: il rischio di sviluppare la malattia aumenta del 50% nei fumatori, soprattutto in chi è positivo agli anticorpi anti-DNA nativo. Il fumo, oltre a indurre ossidazione, alterando il DNA e facilitando la formazione di anticorpi diretti contro di esso, inibisce la fagocitosi, processo che permetterebbe di eliminare tali anticorpi”

Fumo e altre malattie

Come se non bastasse, dagli esperti giunge un ulteriore monito. Non dimenticate che sono molte altre le malattie reumatologiche la cui insorgenza e la cui gravità possono essere favorite dall’abitudine alle sigarette.

Mettendole in fila il professor Doria ricorda l’artropatia psoriasica, le vasculiti, soprattutto quelle anca-associate, la sclerodermia, alcune miopatie infiammatorie idiopatiche, l’osteoporosi, perché il fumo accelera la perdita di massa ossea, aumentando il rischio di fratture.

“Purtroppo – ha segnalato l’esperto – ci sono dati sull’esistenza di questo legame, seppur in misura ridotta, anche con il fumo passivo. Diversi studi hanno dimostrato come i bambini che vi sono esposti abbiano maggiori probabilità di sviluppare l’artrite reumatoide. Un altro aspetto preoccupante è che smettendo di fumare si riduce il proprio rischio di andare incontro a una malattia reumatologica solo dopo molto tempo: cinque anni, ad esempio, per il Lupus e addirittura trent’anni per l’artrite reumatoide”.

Conclusione: ci vuole più attenzione al fumo e ai rischi associati, ben oltre apparato cardiovascolare, respiratorio e non solo. Con un obiettivo: visto che può condurre a varie disregolazioni del sistema immunitario ed è in grado di prolungare i suoi effetti nocivi per diversi anni, il tabacco dovrebbe essere un “sorvegliato speciale” in reumatologia ma sembra non esserlo ancora abbastanza.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

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