Mal di testa e intestino irritabile, i cibi consigliati dall’esperto

Mal di testa e intestino irritabile sono strettamente legati: scopriamo le cause e come risolvere il problema e sentirsi subito meglio con la giusta alimentazione

Pubblicato: 29 Dicembre 2023 09:50

Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

Pochi lo sanno, ma esiste un legame molto forte fra mal di testa e intestino irritabile. Il mal di testa e l’intestino irritabile sono condizioni comuni che spesso vengono considerate separatamente, ma la ricerca crescente evidenzia il legame intricato tra l’emicrania e il benessere intestinale. In questo articolo, esploreremo il ruolo dei cibi e della dieta nella gestione di queste condizioni, accompagnati dai preziosi consigli nutrizionali. Tutte le informazioni sono supportate da fonti bibliografiche autorevoli per garantire un approccio informativo e accurato.

Che cos’è la sindrome del colon irritabile

La sindrome dell’intestino irritabile è un disturbo molto comune che può rivelarsi particolarmente fastidioso. La sindrome del colon irritabile (IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome) è una condizione cronica che colpisce il tratto intestinale, causando sintomi come dolore addominale, gonfiore, cambiamenti nei movimenti intestinali e variazioni nella consistenza delle feci. La causa esatta dell’IBS non è completamente compresa, ma si ritiene che coinvolga una combinazione di fattori, tra cui la sensibilità intestinale, le contrazioni muscolari anormali dell’intestino e le interazioni tra il cervello e l’intestino. Fra i suoi sintomi ci sono pancia gonfia, dolori addominali, periodi di stitichezza seguiti da diarrea. Questo fenomeno segue un andamento ciclico, ciò significa che compare e diventa più acuto nei periodi di particolare stress oppure quando il sistema immunitario è più debole e si sta seguendo una dieta sbagliata. Come sempre la soluzione arriva dall’alimentazione, consumando i cibi giusti infatti si può arginare e risolvere il problema.

Sintomi e caratteristiche della sindrome del colon irritabile

Fra le principali cause del colon irritabile ci sono ansia e stress, che causano un’alterazione nella motilità intestinale, causando tensione addominale, stitichezza e diarrea. L’intestino è sensibile anche a sbalzi ormonali, intolleranze alimentari, allergie e cattive abitudini, come un consumo esagerato di caffè e alcol, ma anche sigarette.

  1. Dolore addominale: il dolore addominale è uno dei sintomi più comuni dell’IBS. Può variare in intensità e localizzazione, spesso migliorando dopo i movimenti intestinali.
  2. Variazioni nei movimenti intestinali: le persone con IBS possono sperimentare alterazioni nei movimenti intestinali, tra cui diarrea, stitichezza o una combinazione dei due (alternanza di diarrea e stitichezza).
  3. Gonfiore e gas: il gonfiore e l’accumulo di gas nell’intestino sono frequenti nell’IBS, contribuendo al disagio addominale.
  4. Sensazione di evacuazione incompleta: alcune persone con IBS possono avvertire una sensazione di evacuazione incompleta dopo i movimenti intestinali.
  5. Mucosa intestinale intatta: diversamente da alcune malattie intestinali infiammatorie, l’IBS non causa danni alla mucosa intestinale e non è associato a un aumento del rischio di cancro.

Fattori che contribuiscono all’IBS

  1. Sensibilità intestinale: alcune persone con IBS possono avere un’intestino più sensibile, reagendo a stimoli che potrebbero non causare sintomi in individui senza IBS.
  2. Disregolazione del sistema nervoso enterico: alterazioni nella regolazione delle contrazioni muscolari dell’intestino possono contribuire ai sintomi.
  3. Disbiosi intestinale: cambiamenti nella composizione e nell’equilibrio della flora batterica intestinale possono influire sulla funzione intestinale.
  4. Stress e aspetti psicologici: il livello di stress e la gestione delle emozioni possono influenzare l’insorgenza e l’aggravamento dei sintomi.
  5. Alimenti e dieta: alcuni alimenti possono scatenare o peggiorare i sintomi dell’IBS. La dieta bassa in FODMAP (un gruppo di carboidrati fermentabili) è spesso utilizzata per gestire i sintomi.

Legame tra emicrania e sindrome del colon irritabile

Numerosi studi scientifici hanno mostrato un collegamento diretto fra intestino irritabile e mal di testa. Chi ha questa patologia infatti ha una maggiore probabilità di soffrire di emicrania e dolore cronico. I due fattori che sembrano coinvolti all’interno di questo collegamento cervello – intestino sono i seguenti:

La psiche può peggiorare o accentuare i sintomi della sindrome del colon irritabile e così, al contrario, una instabilità intestinale può generare squilibri nei livelli di alcuni ormoni come la serotonina e generare sintomi come il mal di testa.

Come agire a livello dietetico

Per prima cosa è fondamentale portare a tavola le verdure, evitando però di eccedere con le fibre. 

Via libera a finocchi e sedano cotti, patate, carote, zucca e zucchine. Limitate i carciofi, la bietola e l’insalata, ricchi di cellulosa, cercate di non eccedere anche con broccoli, rape, cavoli, melanzane e fagiolini. Per condire i vostri piatti scegliete timo, maggiorana e basilico. Ricordatevi di consumare la frutta sempre lontano dai pasti, cercando di evitare quelle che portano alla formazione di gas intestinale, come banane, uva, melone, anguria, albicocche e prugne.

Sono invece da eliminare le spezie, in particolare pepe, peperoncino e curry, che irritano le mucose intestinali. No pure ad alcolici, superalcolici e bevande zuccherate e gassate. Per quanto riguarda i latticini, puntate su quelli ricchi di fermenti lattici, come yogurt bianco o greco, mentre i legumi andrebbero assunti con moderazione, scegliendo quelli privi di cuticola. Infine per quanto riguarda i cereali optate per quelli semi-integrali, perché troppa fibra potrebbe nuocere all’intestino. E’ importante seguire, quindi, una dieta specifica priva di FODMAP!

Cos’è la dieta senza FODMAP

La dieta a basso contenuto di FODMAP è un approccio dietetico sviluppato per gestire i sintomi associati alla sindrome del colon irritabile (IBS) e ad altre condizioni gastrointestinali. L’acronimo FODMAP si riferisce a una classe di carboidrati fermentabili presenti in alcuni alimenti. Questa dieta mira a ridurre l’assunzione di tali carboidrati per alleviare i sintomi gastrointestinali, come gonfiore, dolore addominale, diarrea e stitichezza, comuni in persone con IBS.

L’acronimo FODMAP rappresenta i seguenti gruppi di carboidrati fermentabili:

  1. Fermentabile: carboidrati facilmente fermentabili dai batteri intestinali.
  2. Oligosaccaridi: catena corta di zuccheri, inclusi fruttani (presenti in alcuni grani, verdure e frutta) e galattani (presenti nei legumi).
  3. Disaccaridi: zuccheri a due molecole, come il lattosio (presente nei latticini).
  4. Monosaccaridi: zuccheri semplici come il fruttosio, che si trova in alcune frutta, verdura e miele.
  5. Poliole: zuccheri alcolici presenti in alcuni alimenti come i polioli (ad esempio, il sorbitolo e il xilitolo), spesso usati come dolcificanti.

Tabella con cibi senza FODMAP

Ecco una tabella che elenca alcuni alimenti considerati a basso contenuto di FODMAP. Tuttavia, è importante notare che l’effetto dei FODMAP può variare da persona a persona, e la dieta dovrebbe essere personalizzata in base alle specifiche esigenze e tolleranze individuali. Si consiglia sempre di consultare un professionista della salute o un dietologo per una guida più specifica e personalizzata.

Categoria di Alimenti Alimenti senza FODMAP
Proteine Carne (pollo, manzo, maiale), pesce, uova
Grassi Oli (olio d’oliva, olio di cocco), burro
Cereali Riso, quinoa, avena senza glutine
Frutta (limitata) Banane, uva, kiwi
Verdure (limitate) Carote, zucchine, spinaci
Latticini (lattosio ridotto) Formaggi a basso contenuto di lattosio
Noci e Semi (limitati) Mandorle, nocciole, semi di girasole
Bevande Acqua, tè, caffè senza zucchero
Zuccheri Zucchero, sciroppo d’acero, miele
Spezie e Erbe Basilico, origano, rosmarino

Bisogna ricordare che la dieta a basso contenuto di FODMAP comporta diverse fasi, compresa la fase di eliminazione e la successiva fase di reintroduzione controllata degli alimenti per identificare specifici trigger. Inoltre, l’elenco fornito è solo una guida generale e non sostituisce il consiglio personalizzato di un professionista della salute, come un nutrizionista.

Cibi e mal di testa: alleati o nemici

  • Trigger alimentari: cibi come cioccolato, formaggi stagionati, vino rosso e caffeina possono agire da trigger per il mal di testa in alcune persone.
  • Dieta a bassa additivi: ridurre l’assunzione di additivi alimentari come il glutammato monosodico (MSG) può contribuire a gestire i mal di testa.
  • Ruolo della dieta mediterranea: una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e acidi grassi omega-3 può avere effetti positivi sulla frequenza e l’intensità dei mal di testa.

I consigli del nutrizionista

  • Dieta a basso FODMAP: ridurre i fermentabili oligo-di-monosaccaridi e polioli (FODMAP) può alleviare i sintomi dell’intestino irritabile.
  • Probiotici e prebiotici: integrare la dieta con probiotici e alimenti ricchi di prebiotici può favorire un ambiente intestinale equilibrato.
  • Evitare alimenti trigger: alcuni individui con intestino irritabile possono beneficiare dall’evitare alimenti come latticini, cibi piccanti e caffeina.
  • Idratazione adeguata: mantenere un’adeguata idratazione è fondamentale per prevenire il mal di testa legato alla disidratazione.
  • Regolarità dei pasti: consumare pasti regolari e bilanciati può contribuire a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue e prevenire mal di testa.
  • Moderazione con caffeina: la moderazione nell’assunzione di caffeina può essere utile, poiché sia la carenza che l’eccesso possono contribuire ai mal di testa.

Il mal di testa e l’intestino irritabile non sono isolati, ma strettamente collegati attraverso la complessa rete Gut-Brain. La gestione di entrambe le condizioni richiede un approccio olistico che integri la nutrizione, la regolarità dei pasti e una consapevole selezione di cibi. Con l’aiuto di esperti e consigli basati su evidenze scientifiche, è possibile intraprendere un percorso di gestione che mira a migliorare la qualità della vita. Consultare sempre un professionista della salute per una guida personalizzata e approfondimenti specifici sul proprio caso.

Fonti bibliografiche

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