IUD o spirale contraccettiva: cos’è, come e quando si usa

La spirale contraccettiva è un dispositivo anticoncezionale intrauterino a lunga durata e altamente efficace: ne esistono di più tipi, ma prima dell'inserimento è bene consultare sempre un ginecologo

Pubblicato: 14 Giugno 2024 13:29

Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

La spirale contraccettiva, o semplicemente spirale, è un metodo di contraccezione molto efficace ad inserimento intrauterino. Sebbene in passato fosse consigliato principalmente a donne con precedenti gravidanze, attualmente esistono in commercio diversi modelli e misure che possono essere un’ottima opzione anche per ragazze più giovani.

La sua durata varia dai 3 ai 5 anni, e i suoi effetti sono reversibili in qualsiasi momento. Per l’inserimento della spirale bisogna sempre rivolgersi a un ginecologo, il quale valuterà attentamente l’idoneità all’impiego del dispositivo.

Cos’è la spirale contraccettiva

La spirale, o dall’inglese IUD (acronimo per Intra Uterine Device, ossia dispositivo intrauterino), è uno strumento anticoncezionale che consiste in un piccolo dispositivo a forma di T, che viene inserito all’interno dell’utero di una donna per impedire l’instaurarsi di una gravidanza. Attualmente, in commercio, sono presenti due tipologie di spirale: la spirale ormonale e la spirale al rame.

Spirale contraccettiva ormonale

La spirale contraccettiva ormonale è un dispositivo in plastica dalla forma simile ad una T, rivestito da una membrana semi-permeabile che contiene una versione sintetica del progesterone, ossia un ormone capace di ostacolare la fecondazione dell’ovulo, e pertanto l’instaurarsi di una gravidanza. Il suo funzionamento sfrutta lo stesso principio d’azione dell’anello vaginale e della pillola anticoncezionale progestinica.

Una volta inserito all’interno della cavità uterina, il dispositivo rilascia gradualmente piccole quantità di progesterone sintetico, detto levonorgestrel. Quest’ultimo ha la capacità di rendere instabile e sottile l’endometrio, impedendo così l’impianto dell’ovulo; in più, l’ormone rende il muco cervicale più denso e vischioso, così da bloccare gli spermatozoi prima dell’incontro con l’ovulo e quindi impedirne il concepimento.  In alcune donne, il leggero rilascio di progesterone è sufficiente anche a impedire l’ovulazione, ma nella maggior parte dei casi la donna continua ad ovulare regolarmente.

La spirale ormonale viene rilasciata in sede dai 3 ai 5 anni a seconda del tipo, dopodiché, se lo si desidera, il dispositivo va sostituito con uno nuovo o rimosso. Esistono diverse varianti di spirale contraccettiva ormonale, e la principale differenza che le contraddistingue sta nella quantità di progestinico contenuto. I principali tipi di spirale ormonale sono: Mirena, Kyleena, Liletta e Skyla; mentre le prime due hanno una durata di 5 anni, le ultime garantiscono l’effetto anticoncezionale per 3 anni.

Spirale contraccettiva al rame

La spirale contraccettiva al rame è un dispositivo intrauterino meccanico contenente un filamento di rame o di rame e argento. Questo tipo di IUD agisce rilasciando ioni di rame nella cavità dell’utero, i quali hanno un’azione citotossica sugli spermatozoi. Il dispositivo agisce localmente provocando una reazione da corpo estraneo che ostacola la motilità degli spermatozoi e rende l’endometrio inadatto all’impianto dell’ovulo.

Esistono più varianti di spirale contraccettiva al rame, che si differenziano per dimensioni e forme. Tutti i modelli hanno una forma simile ad una T o ad un’ancora e sono rivestiti lungo l’intera sezione longitudinale da un sottile filo di rame avvolto a spirale. Le principali varianti di spirale al rame sono: Multiload CU 375, Multisafe CU 375, Multisafe CU 375, Neosafe T CU 380, Nogravid M 380, Nova T 380 e Anticon 400. La loro durata può andare da 3 a 5 anni, tuttavia esistono alcuni modelli innovativi il cui effetto può durare fino a 10-12 anni, sebbene in Italia non siano ancora disponibili.

Un’azienda medica israeliana ha di recente proposto sul mercato un modello innovativo di spirale al rame che ha perso la sua naturale forma a T; tale dispositivo – IUB 3D – è per il momento  disponibile  solo in Belgio e Spagna e consiste sostanzialmente in un filo dotato di perline in rame, il quale, una volta nella cavità uterina, si avvolge a pallina, risultando in questo modo privo di estremità e angoli taglienti per l’utero (estremità e angoli taglienti che sono invece presenti nelle classiche spirali contraccettive al rame a forma di T).

Come avviene l’inserimento della spirale contraccettiva

Per l’inserimento della spirale contraccettiva è opportuno rivolgersi sempre ad un ginecologo, il quale prima di eseguire la procedura sottoporrà la paziente ad un attento esame ginecologico di routine.

Preparazione

Innanzitutto il ginecologo analizzerà l’anamnesi completa della paziente per individuare patologie pregresse o terapie farmacologiche in corso che potrebbero interferire con il funzionamento del dispositivo; la paziente dovrà poi effettuare un test di gravidanza e un prelievo di campione tessutale dalla vagina e dal collo dell’utero per escludere la presenza di gravidanza in corso o infezioni. Infine, il ginecologico effettuerà un’ecografia vaginale interna per valutare il tipo più adatto di spirale contraccettiva.

Inserimento

A seguito della visita preliminare, viene quindi fissato il giorno per l’inserimento. La procedura avviene in regime ambulatoriale e di solito ha una durata media di 15-20 minuti. Mentre il dispositivo in rame può essere inserito in qualsiasi fase del ciclo mestruale, per quanto riguarda il dispositivo ormonale, è preferibile che venga applicato entro i primi sette giorni dall’inizio delle mestruazioni, cosicché possa essere efficace fin da subito, altrimenti è consigliabile l’uso del preservativo per sette giorni.

La procedura non richiede anestesia, tuttavia alcune donne potrebbero avvertire dolori o fastidi durante l’inserimento. Leggeri crampi sono considerati normali nei primi giorni dopo la procedura. Per ovviare a questo problema è consigliabile l’assunzione di un antidolorifico specifico.

La spirale viene spinta delicatamente nell’utero attraverso la cervice, detersa precedentemente con una sostanza antisettica; il filo di rame viene poi tagliato per impedire che esca eccessivamente dal collo dell’utero. In via precauzionale, per evitare l’insorgere di infezioni batteriche, è indispensabile che la donna eviti i rapporti sessuali nei successivi due giorni dall’applicazione.

Controindicazioni ed effetti collaterali della spirale

In linea generale la spirale contraccettiva può essere impiantata nell’utero della maggior parte delle donne, tuttavia in alcune circostanze questo modello contraccettivo è sconsigliato: talvolta la forma o le dimensioni dell’utero potrebbero non essere compatibili, oppure, nel caso di pazienti soggette a frequenti infezioni pelviche, i batteri si anniderebbero più facilmente in prossimità della spirale. Nello specifico questo metodo anticoncezionale è controindicato in caso di:

Per le donne che hanno partorito di recente di norma si consiglia un’attesa di almeno 6 settimane prima di procedere con l’inserimento; la spirale non è controindicata però in allattamento. Nel caso di spirale ormonale, l’utilizzo è sconsigliato anche nei seguenti casi:

La spirale contraccettiva non presenta gravi effetti collaterali, tuttavia, in caso di fastidi anomali e sanguinamenti è bene contattare al più presto il proprio ginecologo. Alcuni dei disturbi più comuni associati all’uso di spirale ormonale sono:

Quali sono i vantaggi della spirale contraccettiva

La spirale contraccettiva è uno dei sistemi anticoncezionali più scelti dalle donne in quanto offre alcuni pratici vantaggi. Innanzitutto la sua validità: la spirale ha un’efficacia contraccettiva molto elevata e duratura nel tempo; la percentuale di fallimento si attesta al di sotto dell’1% , inoltre i suoi effetti sono rapidamente reversibili in qualsiasi momento. Una volta inserita, permette di vivere serenamente la propria sessualità per anni e non si incorre nel rischio di dimenticanze, come invece può accadere con rimedi anticoncezionali da assumere quotidianamente.

In più si tratta di un dispositivo molto discreto, che non viene avvertito durante il rapporto sessuale, adatto alla maggior parte dei soggetti, e che non interferisce in alcun modo con le attività quotidiane; si può utilizzare tranquillamente anche durante l’allattamento. Tuttavia è sempre importante che la donna controlli regolarmente il corretto posizionamento della spirale, con le modalità esposte dal ginecologo durante la visita preliminare.

La spirale in rame ha il vantaggio di non presentare interferenze con altre terapie farmacologiche, mentre per quanto riguarda la spirale ormonale, un valore aggiunto è dato dal fatto che il rilascio graduale di progestinico consente di ridurre notevolmente il flusso mestruale, evitando pertanto mestruazioni abbondanti e dolorose; si stima infatti che oltre il 20% delle donne che utilizzano questo contraccettivo non presentino più ciclo mestruale.

La spirale ormonale quindi, contribuisce notevolmente a ridurre disturbi mestruali quali menorragia e dismenorrea, e riduce il rischio di sviluppare polipi all’endometrio e iperplasie uterine. Infine, a differenza della pillola anticoncezionale, la spirale ormonale non contiene estrogeni e può quindi essere una valida alternativa per i soggetti che per varie motivazioni non possono assumerli.

Quali svantaggi presenta la spirale contraccettiva

Come tutti i metodi contraccettivi, anche la spirale può comportare alcuni svantaggi ed effetti indesiderati. Innanzitutto questo contraccettivo non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili, per questo è consigliata in genere per donne con partner fisso. Un altro degli svantaggi più comuni è la possibilità che il dispositivo si sposti o venga espulso durante il ciclo; si tratta di un’eventualità comunque rara, ma alla quale bisogna sempre prestare attenzione.

La spirale al rame potrebbe causare spotting nei primi mesi dall’applicazione, ossia un anomalo sanguinamento dal colore scuro; generalmente il fenomeno scompare entro un breve periodo, tuttavia se la condizione dovesse persistere, può essere un segnale che la procedura non è stata eseguita correttamente. La spirale a rilascio ormonale invece potrebbe provocare secchezza vaginale e vampate di calore simili a quelle della menopausa.

Actinomicosi pelvica

Una delle condizioni da monitorare in pazienti portatrici di IUD è la possibilità di andare incontro a malattia pelvica per infezione da actinomiceti. Gli actinomiceti sono un gruppo di microrganismi Gram-positivi di aspetto filamentoso ramificato. Tra questi, ricordiamo Actinomyces israelii, spesso responsabile dell’infezione denominata actinomicosi.

L’actinomicosi pelvica generalmente si manifesta nelle donne perché molti casi sono dovuti al diffondersi degli actinomiceti dai genitali femminili alla pelvi. In letteratura sono stati descritti molti casi di actinomicosi in pazienti portatrici dei dispositivi a spirale per periodi di tempo più prolungati rispetto ai canonici 3-5 anni. Il potere patogeno di tali batteri si esplica attraverso la loro capacità di raggrupparsi formando aggregati compatti caratteristici denominati druse o “granuli di zolfo” (per il colore giallastro talvolta visibile all’analisi macroscopica).

La loro identificazione in assenza di sintomi non ha tuttavia un significato clinico rilevante e non necessita di un trattamento. È stato infatti stabilito tramite colture batteriche e tecniche di immunofluorescenza su secreti cervico-vaginali che il 3-27% di donne asintomatiche senza ovvi fattori di rischio sono infettate da actinomiceti.

I sintomi più frequenti di un’infezione actinomicotica sono perdite vaginali di colore scuro e maleodoranti, sanguinamento vaginale anomalo e dolori addominali. Il trattamento farmacologico d’elezione è rappresentato dalla penicillina G sebbene anche altri antibiotici come l’eritromicina e le tertracicline si siano dimostrati clinicamente efficaci.

Fonti bibliografiche:

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