Epitrocleite (gomito del golfista): che cos’è, cause, sintomi, cura

L'epitrocleite è un'infiammazione dei tendini attaccati all'epitroclea del gomito, spesso chiamata "gomito del golfista", che causa dolore, rigidità articolare e debolezza

Pubblicato: 8 Maggio 2024 10:02

Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

L’epitrocleite, o gomito del golfista, è un’entesopatia abbastanza rara.

Il complesso tendineo che collega l’epicondilo mediale dell’omero ai muscoli anteriori dell’avambraccio si infiamma, a causa della frequente ripetizione di un determinato movimento. Chi ne soffre, avverte dolore, rigidità articolare e debolezza.

Tipico di chi pratica golf (da cui il nome), ma anche sport come il tennis (da non confondersi con l’epicondilite o gomito del tennista) ed il baseball, l’epitrocleite è uno stato di sofferenza provocato dal sovraccarico. Ne soffre lo 0,4% della popolazione mondiale, secondo l’American Journal of Epidemiology, con una netta prevalenza tra chi esegue sport/lavori con gestualità a rischio, nei soggetti con un’età compresa tra i 45 e i 55 anni, fumatori ed in sovrappeso. Il fumo, infatti, danneggia il microcircolo, mentre l’obesità riduce l’efficienza muscolare.

Che cos’è l’epitrocleite?

Il paziente che soffre di epitrocleite soffre di uninfiammazione ai tendini che collegano l’epicondilo mediale dell’omero ai muscoli anteriori dell’avambraccio. L’epicondilo mediale è il “rilievo” che si percepisce al tatto quando si distende il braccio lungo il fianco, col palmo della mano rivolto in avanti. Anatomicamente, è la porzione di omero a cui si legano i tendini collegati al capo prossimale dei muscoli anteriori dell’avambraccio (o meglio, 5 degli 8 totali: flessore ulnare del carpo, palmare lungo, flessore radiale del carpo, pronatore rotondo e flessore superficiale delle dita).

L’epitrocleite si presenta dunque sul lato del gomito opposto rispetto a quello dell’epicondilite, o gomito del tennista, e rientra nel gruppo delle tendiniti.

La patologia è multifasica:

Le cause dell’epitrocleite

A causare l’epitrocleite è un sovraccarico funzionale dei muscoli che si inseriscono a livello dell’epicondilo mediale dell’omero (ove per sovraccarico si intende l’eccessiva sollecitazione). Questi, per via dello stress a cui sono sottoposti, infiammano i tendini impiegati nel movimento di flessione della mano verso il polso. Ed è proprio questo movimento che, ripetuto molto spesso sul lavoro o nello sport, porta all’insorgenza della malattia.

In particolare, a causare l’epitrocleite è l’eccessiva sollecitazione dei muscoli che permettono di flettere il polso e le dita (per prendere gli oggetti) e che provocano l’adduzione e l’abduzione del polso. Per questo motivo, ha più probabilità di soffrire del gomito del golfista:

Nello specifico, favoriscono l’insorgenza della patologia la ripetizione di una gestualità a rischio con una tecnica scorretta o per più di due ore, l’impiego di attrezzature sportive inadeguate, l’obesità, il fumo di sigaretta e l’età superiore ai 40 anni.

I sintomi dell’epitrocleite

Il primo sintomo dell’epitrocleite è il dolore, che si avverte sul lato interno del gomito (generalmente nel braccio predominante). Talvolta, anziché dolore si può avvertire una sensazione di indolenzimento, ed è possibile che compaiano anche rigidità al gomito, debolezza a mano e polso ed intorpidimento o formicolio a livello delle dita.

Il dolore può comparire all’improvviso ed essere da subito piuttosto importante, oppure farsi via via più lentamente. Essendo l’epitrocleite una forma di tendinite, inoltre, peggiora quando si compiono movimenti che sollecitano i muscoli coinvolti.

Qualora si avvertisse spesso un dolore nella regione interna del gomito e ci si accorgesse della sintomatologia connessa (rigidità, debolezza, formicolii ecc.), è bene chiedere un consulto al proprio medico per evitare l’insorgenza di complicazioni. L’epitrocleite può, infatti, evolvere in una forma più seria di tendinopatia, con degenerazione o lesione dei tendini e una cronicizzazione del dolore. Se questo dovesse accadere, il paziente potrebbe soffrirne anche a livello psicologico perché si sente incapace di eseguire semplici movimenti.

Diagnosi e terapia dell’epitrocleite

La diagnosi dell’epitrocleite è piuttosto immediata, poiché basata sull’osservazione dei sintomi e sull’esame obiettivo. Attraverso la palpazione del gomito e specifiche manovre (l’esecuzione dei movimenti che accentuano il dolore), il medico è in grado di individuare la presenza dell’infiammazione. La visita si conclude con l’anamnesi, e dunque con lo studio dei sintomi osservati e con una serie di domande poste al paziente per confermare la diagnosi. Talvolta, potrebbe rendersi necessario un approfondimento diagnostico con una radiografia, un’ecografia o una risonanza magnetica.

La terapia per l’epitrocleite è nella maggior parte dei casi conservativa. Il paziente deve rimanere a riposo, con l’indicazione a non effettuare per un periodo di tempo i movimenti responsabili dell’infiammazione. Sulla zona dolente è possibile applicare ghiaccio per 15-20 minuti quattro o cinque volte al giorno, concentrandosi sul lato interno del gomito. Mentre, per agevolare il processo di guarigione, è utile fasciare il gomito con una fasciatura debolmente compressiva o utilizzare un tutore.

Nel 90% dei pazienti, l’epitrocleite si risolve con riposo, fasciature, impacchi e con la terapia farmacologica. I farmaci maggiormente utilizzati sono:

L’epitrocleite si risolve in genere in 3-4 settimane, e richiede una ripresa graduale delle proprie attività ma non è raro che si cronicizzi e che arrivi a durare diversi mesi. In questo caso, si rivela utile, dopo il riposo della fase acuta (10-15 giorni), eseguire esercizi mirati di rieducazione, a cominciare dall’allungamento e dal rinforzo dei flessori. Un buon fisioterapista sarà in grado di insegnare i corretti movimenti da eseguire.

L’intervento chirurgico, effettuato in una bassa percentuali di casi, si rende necessario qualora dopo diversi mesi di terapia conservativa il paziente non abbia ottenuto benefici.

Per evitare che l’infiammazione si ripresenti, è buona pratica adottare una serie di comportamenti virtuosi: non esagerare con le attività sportive a rischio (a meno che non si sia atleti professionisti), riscaldarsi in modo corretto prima degli allenamenti, fare diverse pause quando si compie una gestualità potenzialmente responsabile dell’infiammazione, utilizzare attrezzature sportive a norma e di buona qualità, imparare la corretta tecnica d’esecuzione di ogni esercizio. Questo è utile per evitare l’insorgenza della patologia o ricadute.

Prevenzione dell’epitrocleite

La prevenzione dell’epitrocleite è importante per coloro che sono a rischio a causa delle loro attività sportive o professioni. Ecco alcuni suggerimenti per prevenire l’epitrocleite:

Fonti bibliografiche:

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