Allergia a gatto, cane, muffe o polvere? Stop a reazioni a distanza grazie ad una luce “speciale”

Un trattamento luminoso potrebbe risolvere il problema delle allergie, perché in grado di ripulire gli ambienti dagli allergeni

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Chi è allergico, lo sa bene. A volte compaiono i fastidi quando si entra in una stanza, anche in assenza del fattore che scatena la reazione fatta di starnuti, naso che cola, occhi rossi e nei casi più seri anche difficoltà respiratorie per l’asma. Basta infatti che gli allergeni, ovvero i composti potenzialmente in gioco quando si parla di reazioni anomale, siano rimasti nell’ambiente. Perché può bastare poco, specie se si è particolarmente sensibili, per sviluppare la risposta patologica.

In futuro, forse, questa trafila fastidiosa (ed anche pericolosa per chi soffre di forme serie di asma) potrebbe essere interrotta da una luce speciale. Un trattamento “luminoso” che potrebbe ripulire dagli allergeni gli ambienti. A far sperare in questo semplice ma efficace meccanismo, con un interruttore che accende la “pulizia”, è una ricerca apparsa sulla rivista ACS ES&T Air, condotta dagli esperti dell’Università del Colorado di Boulder.

La luce cambia la struttura

Il trattamento “luminoso” non punta ad eliminare le proteine responsabili dell’allergia, ma piuttosto di “cambiarne” la struttura, rendendole innocue per chi è sensibile e quindi non riconosciute dal sistema immunitario. Proprio questo farebbe la luce Ultravioletta (UV). Questo tipo di energia luminosa viene già impiegata per la disinfezione di strutture ed attrezzature, ma per agire in questo deve avere una larghezza di banda tale che gli utenti devono indossare dispositivi di protezione per prevenire danni alla pelle e agli occhi.

In questo studio, e per questa funzione, gli studiosi hanno invece impiegato un’alternativa meno intensa considerata sicura per gli spazi occupati perché non penetra in profondità nelle cellule. Va comunque ricordata che questa fonte luminosa potrebbe favorire la produzione di ozono, quindi l’applicazione va sempre effettuata per periodi molto limitati.

In ogni caso, come spiega una nota dell’Università, per verificarne l’azione gli esperti hanno pompato allergeni microscopici aerosolizzati provenienti da acari, peli di animali domestici, muffe e polline in una camera vuota e sigillata di 350 piedi cubi. Poi hanno acceso quattro lampade (speciali) sul soffitto e sul pavimento.

Monitorando l’aria a intervalli di 10 minuti e confrontandola con quella non trattata e ricca di allergeni tramite test di laboratorio, hanno riscontrato differenze significative. Nei campioni trattati, il riconoscimento da parte del sistema immunitario è risultato ridotto, il che significa che gli anticorpi non riconoscevano più molte delle proteine ​​e vi si attaccavano.

Dopo soli 30 minuti, i livelli di allergeni presenti nell’aria sono diminuiti in media di circa il 20-25%, come dimostrato dallo studio. In futuro, questa è la speranza, questi sistemi luminosi potrebbero diventare realtà anche per le abitazioni, con le dovute precauzioni. E quindi aprire una nuova prospettiva per chi soffre di allergia.

Acari, forfora di animali ed altro

Per chi soffre di allergia agli acari della polvere o alla forfora di animali entrare in una stanza in cui ci sono gli allergeni che caratterizzano queste forme di rinite, congiuntivite e non solo significa partire rapidamente con una salva di starnuti, naso chiuso ed arrossamento congiuntivale. E basta poco, in termini di allergeni presenti, con reazioni che dipendono dall’intensità della reazione soggettiva.

Ma cosa sono gli allergeni?  Cani, topi, acari della polvere, muffe e piante emettono le proprie proteine ​​uniche, con una struttura diversa l’una dall’altra. E purtroppo, se nell’ambiente batteri e virus possono essere uccisi col tempo, gli allergeni non corrono questo rischio, visto che non si tratta di strutture viventi. Anche per questo, queste particelle che possono essere inalate stimolano la produzione “sbagliata) di anticorpi che innescano la reazione allergica. E questa può rimanere anche per tanto tempo: così se si sbatte un tappeto, allergeni da acari della polvere possono essere diffusi nell’ambiente e innescare una risposta patologica.

Gli studiosi, guidati da Tess Eidem, hanno scoperto che un trattamento con luce ultravioletta passiva, generalmente sicura, riesce ad inattivare rapidamente gli allergeni presenti nell’aria. E potrebbe superare i risultati di pulizia, aspirapolvere ed altro.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.

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