Mi sono sempre chiesta da dove nascesse quell’estrema consapevolezza che alcune persone hanno quando vivono una storia d’amore, la stessa che gli fa dire “Sì, lui è quello giusto”.
Non che non abbia mai provato quella meravigliosa sensazione di sentirmi nel posto giusto mentre ero tra le braccia di una persona, intendiamoci. Io parlo più di una lucida coscienza che sappia allineare le voci del cuore e delle mente, che sappia coordinarsi con i muscoli del corpo e sappia dare un senso a tutte le cose che un senso non ce l’hanno.
Perché se fosse solo il battito del cuore a regolare le verità che appartengono ai sentimenti, questo mi è chiaro, saremmo tutte fregate. Perché l’esperienza ci ha insegnato che a volte lui sa essere un abile ingannatore. Che non me voglia, sia chiaro, ma è stato proprio lui, in netto contrasto con ciò che mi diceva la ragione, a convincermi a restare in tutti quei posti che mi appartenevano.
È stato allora, quando ho capito di essere innamorata della persona sbagliata, che mi sono chiesta come fosse possibile imparare a riconoscere la persona giusta.
Per tanto tempo mi sono convinta che questo non fosse possibile. Che la storia della persona giusta fosse solo una finzione messa in piedi da qualcuno per rendere più dolce il lieto fine mancato delle nostre favole d’amore. Ma mi sbagliavo, almeno in parte. Mi sbagliavo perché credevo che la persona giusta fosse quella in grado di completarci, di incastrarsi alla perfezione col nostro profilo e colmare i vuoti, guarire le ferite. Ma poi l’ho capito che non siamo la metà di una mela tagliata in due parti.
La persona giusta è quella che accetta chi siamo nella nostra interezza. Con i nostri pregi e i difetti, con quelle ammaccature visibili e invisibili, con i sogni troppo grandi e con gli incubi ingombranti. La persona giusta non è quella che ci esorta a diventare perfette, ma quella che ci vuole con tutta la nostra imperfetta unicità.
La persona giusta è quella che “Ti guarda e dice: “Cosa senti?”, come se leggesse nei tuoi sentimenti”, ha scritto Eugenio Finardi in uno dei suoi più grandi capolavori musicali. Che più che una canzone sembra un invito e un’esortazione. Una poesia sonora che celebra l’incontro di due anime già complete che si specchiano una dentro l’altra, lì dove sanno che possono sempre ritrovarsi.
Perché sanno darsi e sanno ricevere, sanno parlare, ascoltare e restare in silenzio. Che sanno prendersi cura dell’altro, che sanno comprendersi, che sanno esserci.
Ecco, me la immagino un po’ così la persona giusta, come quell’Uomo della canzone di Eugenio Finardi che dedico a tutte le donne che sono in cerca dell’amore.
Lei non lo sapeva ma aspettava un Uomo che la scuotesse proprio come un tuono, che la calmasse come un perdono, che la possedesse e fosse anche un dono. Era tanto tempo che aspettava l’Uomo che la ipnotizzasse solo con il suono di quella sua voce dolce e impertinente che proprio non ci poteva fare niente. Che la fa sentire intelligente, bella, porca ed elegante, come se fosse nuda tra la gente, ma pura e santa come un diamante. Un Uomo dolce e duro nell’amore che sa come prendere e poi dare, con cui scopare, parlare e mangiare, e poi di nuovo farsi far l’Amore. Per seppellirsi tutta nell’odore che le rimane addosso delle ore, che non si vuole mai più lavare, per non rischiare di dimenticare. Che le ricordi che sa amare, un Uomo che sappia rassicurare, che la faccia osare di sognarsi, come non è mai riuscita ad immaginarsi. Un Uomo pieno di tramonti, d’istanti, di racconti e d’orizzonti, che ti guarda e dice: “Cosa senti?”, come se leggesse nei tuoi sentimenti. Un Uomo senza senso, anche un po’ fragile ma così intenso, con quel suo odore di fumo denso, di tabacco e vino e anche d’incenso. Impresentabile ai tuoi genitori, così coerente anche negli errori, proprio a te che fino all’altro ieri ti controllavi anche nei desideri. Tu che vivevi nell’illusione di dominare ogni tua passione, tu che disprezzavi la troppa emozione come nemica della ragione. Non sei mai stata così rilassata, così serena ed abbandonata, così viva e così perduta come se ti fossi appena ritrovata. Un Uomo senza senso, anche un po’ fragile ma così intenso, con quel suo odore di fumo denso di tabacco e vino e anche d’incenso. Un Uomo dolce e duro nell’amore che sa come prendere e poi dare, con cui scopare, parlare e mangiare e poi di nuovo farsi far l’Amore.