Nei fumetti il miliardario Bruce Wayne è una persona riservata che quando è costretta a partecipare alla vita mondana, che è obbligato a condurre facendo parte dell’alta società, si distingue per compassatezza ed eleganza. Quando però succede qualcosa di drammatico nella sua città, Gotham City, Bruce si trasforma in Batman, un eroe che non si risparmia e che persegue il crimine senza esitare neanche un attimo: una vera trasformazione profonda, che rende le loro identità quasi inassociabili.
Ecco, è proprio in questo che consiste l’Effetto Batman, una strategia psicologica che permette di creare un alter ego da “attivare” in caso di necessità e che sì, può anche cambiare la nostra vita.
Indice
L’Effetto Batman e i suoi risvolti
L’Effetto Batman è diventato oggetto di uno studio approfondito condotto da un team di ricercatori dell’Università del Michigan. I ricercatori sono partiti dall’analisi di un gruppo di bambini, ma hanno poi preso in esame come lo sfruttamento di questa strategia aiuti moltissimi adulti. Come abbiamo già accennato, l’Effetto Batman consiste nell'”indossare” una nuova identità più coraggiosa ed eroica, per affrontare nel modo più sano e costruttivo una difficoltà o qualcosa che generalmente non si riesce ad affrontare con serenità.
Durante lo studio, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti, per esempio, di pensare a come potevano affrontare un esame importante o un’esibizione pubblica, ma non in solo modo: dovevano pensare a quella situazione in due modi diversi, la prima volta immaginando di viverlo e spiegando cosa avrebbero fatto e la seconda volta immaginando di vederlo dall’esterno per modificare le criticità e darsi dei consigli. Le differenze tra le due prospettive erano molto diverse e adottare la seconda ha fatto in modo che i partecipanti pensassero a sé in maniera differente.
I ricercatori hanno poi chiesto alle persone prese in esame cosa avrebbero fatto se avessero seguito le proprie critiche, ed è proprio qui che nasce l’Effetto Batman: una volta presa coscienza degli aspetti da cambiare e da limare, molti partecipanti hanno affermato di riuscire a immaginare tecniche di auto-distanziamento per creare una nuova “personalità” più determinata in grado di raggiungere l’obiettivo.
Le star che hanno sfruttato l’Effetto Batman
Le conseguenze e i risultati reali dell’Effetto Batman, in realtà, sotto gli occhi di tutti. Sì, perché ci sono alcune star che hanno raggiunto il loro successo straordinario proprio sfruttando un alter ego “eroico”. L’esempio più interessante è Beyoncé, che appare straordinaria, determinata, decisa e inscalfibile. Eppure, la stessa cantante ha dichiarato nel corso di diverse interviste che prima di qualsiasi esibizione, anche di quella più raccolta, ha attacchi d’ansia e rischia di essere vittima del panico e della paura di fallire.
È proprio per questo che Beyoncé ha creato Sasha Fierce, alter ego di cui ha parlato apertamente nel 2008, durante una chiacchierata con Oprah Winfrey: «L’ho immaginata come una me assertiva e potente. Quando comincio a sentire i primi accordi, quando indosso i tacchi a spillo, quando il mio stomaco si chiude, lei appare e prende il controllo. Tutto cambia: la mia postura, il modo in cui parlo, l’approccio a tutte le cose che possono più spaventarmi sul palco».
E Beyoncé non è sola, anzi: ha anche ispirato altre star, Adele in primis. La cantante ha rivelato di aver sentito Beyoncé parlare di Sasha Fierce e di aver creato una “sua Sasha”, di nome Sasha Carter: «È una combinazione di Sasha Fierce di Beyoncé e della star della musica country June Carter – ha detto a Rolling Stone nel 2011 – ed è una vera e propria stampella psicologica che mi aiuta a dare il meglio di me in ogni performance».
Creare un alter ego per essere migliori
Certo, creare un alter ego non è esattamente facilissimo: generare un altro sé, costruire una nuova parte d’identità potrebbe non essere un meccanismo agevole per chiunque, specie se si parte da una base completamente opposta, chiusa, timida e introversa. Come fare, dunque? Il modo migliore è cercare di capire cosa vogliamo trasformare, quali sono gli aspetti del nostro carattere e gli atteggiamenti che vogliamo ottimizzare e in cosa vogliamo sentirci diverse.
Occorre fare un lavoro di introspezione (seguito, perché no, anche da sessioni di meditazione), anche per capire un’altra cosa fondamentale: quand’è che vogliamo trasformarci? Quand’è che il nostro alter ego dovrebbe entrare in gioco? Perché di fatto il cambiamento che attueremo non sarà in senso assoluto, ma dovrà verificarsi all’occorrenza. Esattamente come Bruce Wayne si trasforma in Batman quando deve combattere il crimine, noi dobbiamo avere un’idea chiara di quando diventa necessario essere “qualcun altro”.
Ottenute tutte le risposte del caso, occorrerà poi capire quali sono gli aspetti più semplici da modificare all’occorrenza e quali, invece, possono risultare più ostici. Sono proprio questi ultimi quelli da allenare, con piccole modifiche devono avvenire ogni giorno, quando avvertiamo l’incapacità di riuscire a metterci in gioco. Grazie a questo cammino graduale, il nostro alter ego verrà alla luce e potremmo usarlo. Senza mai perdere di vista chi siamo davvero.