Abbiamo già parlato del quiet quitting, di quella tendenza che negli ultimi mesi ha fatto allarmare gli imprenditori, ma che dall’altra parte ha ridato un po’ di serenità ai professionisti e ai lavoratori.
Il termine, coniato da diversi economisti il decennio scorso, è tornato in auge nell’ultimo periodo per far riferimento a quel fenomeno che sta riguardando un comportamento di massa che appartiene proprio ai lavoratori. Il quiet quitting può essere tradotto come “Dimissioni silenziose“, anche se non si tratta di veri e propri licenziamenti, quanto più di una scelta consapevole e ragionevole di porre dei limiti al tempo che viene dedicato al lavoro.
Insomma, fare il minimo indispensabile per godersi di più il tempo libero. Si parla di lavoro, l’abbiamo già detto, ma cosa succederebbe se quell’atteggiamento tipico del quiet quitting venisse replicato anche all’interno di una relazione sentimentale?
Quiet quitting: fare il minimo indispensabile
Se da una parte il quiet quitting allarma gli imprenditori e i leader aziendali, dall’altra sembra restituire il giusto valore al lavoro, che non deve per forza sacrificare il tempo libero delle persone, né tanto meno il loro benessere emotivo. Qualcuno, infatti, crede che questo distanziamento psicologico dal lavoro, possa davvero essere utile a ritrovare un equilibrio e uscire dalla trappola del mito della produttività.
Parliamo sempre di lavoro, però, perché se trasferiamo il quiet quitting nelle relazioni sentimentali le cose cambiano e, al contrario, rischiano di frantumare non solo l’equilibrio di coppia, ma anche il senso più profondo dello stare insieme e del condividere la vita con qualcuno.
Il primo a parlare di quiet quitting nelle relazioni è stato Daniel Hentschel, creator e tiktoker, che ha realizzato un video diventato virale in cui compare per la prima volta il termine quiet dumping, che indica un atteggiamento già rilevato all’interno di diverse coppie: fare il minimo indispensabile nella coppia per non farsi lasciare.
Un vero e proprio distanziamento psicologico silenzioso e graduale, che però non mina quelle confortanti abitudini che appartengono alla coppia. Non si tratta certo di una novità, intendiamoci, sono tantissime le relazioni che si consumano, più o meno velocemente, senza però che i partner, spesso ne siano davvero consapevoli.
Relazioni sentimentali: attenzione e al quiet quitting
Succede spesso, e le esperienze non fanno che confermarlo, che a un certo punto la relazione si appiattisca. L’entusiasmo viene meno, così come la voglia di continuare a tenere viva la fiamma dell’amore. E i sentimenti, lo sappiamo, per continuare a vivere hanno bisogno di attenzioni, di premure e di reciprocità.
E invece a volte accade, anche inconsapevolmente, che i partner inizino a disinteressarsi all’altro, a diminuire i momenti di dialogo e di intimità per concentrarsi solo su se stessi. Le cause possono essere tante, come la fine di un sentimento, problemi mai risolti e conflitti messi a tacere solo per quieto vivere.
Le conseguenze, come è intuibile, sono devastanti per la coppia. I partner, o solo uno dei due, iniziano a perdere interesse per l’altro, e anche il coinvolgimento viene a mancare. Si sceglie, così, di fare il minimo indispensabile per portare avanti la relazione, per non essere lasciati. Ma ha davvero senso vivere un rapporto così?
Il rischio, neanche a dirlo, è quello di cadere in distrazioni o tentazioni, o comunque di restare intrappolati in una relazione solo per vantaggio personale o abitudine. Ma nulla di tutto questo, lo sappiamo, ha a che fare con l’amore. Se doveste accorgervi che il quiet quitting ha fatto capolino nel vostro rapporto, avete solo due opzioni a vostra disposizione: provare a salvarlo attraverso il dialogo, o chiuderlo definitivamente.