Il canicross è una sorta di corsa condivisa. Il cane e il proprietario formano una squadra e cercano di perseguire un obiettivo comune: finire il percorso cercando di arrivare prima di tutti gli altri partecipanti alla competizione. A tenerli connessi, oltre al rapporto di fiducia e i comandi verbali, c’è un guinzaglio. Una estremità è legata alla pettorina, un’altra alla vita del padrone. Va da sé che serva molta complicità per correre in armonia ed essere uno lo sprone dell’altro.
È necessario un addestramento mirato e un’attrezzatura specifica: il guinzaglio, infatti, è pensato per ridurre al minimo gli strattoni che entrambi possono provocare al compagno. Il collare, poi non è ammesso perché potrebbe provocare lesioni al collo: esiste un’imbracatura pensata per il benessere dell’atleta a quattro zampe.
La regola principale è che il cane deve stare sempre davanti al padrone, seguire un percorso tracciato e sottostare ai comandi che gli vengono impartiti. L’obiettivo non è vincere, ma creare e rafforzare il rapporto che si viene a creare naturalmente fra il cane e il proprietario. Quello che conta davvero è divertirsi, mantenendosi in salute sia dal punto di vista fisico che psichico. Il contatto con la natura rappresenta la ciliegina sulla torta.
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Canicross, cosa sapere prima di cominciare
Per poter praticare il canicross, sia il proprietario che il cane devono godere di una buona salute. Fare una visita di controllo, il primo dal medico e il secondo dal veterinario, è quindi altamente consigliato. Inoltre, come accade per tutti gli sport, non si può e non si deve pretendere tutto e subito. I risultati arrivano step by step, con assiduità nell’allenamento.
Dedicare qualche ora alla settimana a questo sport non migliora soltanto le prestazioni fisiche, ma anche la sintonia fra i due atleti. Il divario naturale fra specie diverse, che comunicano in maniera differente, si assottiglia e ci si capisce al volo. Un dettaglio, questo, che non potrà mai mancare e che si dimostrerà più importante dei muscoli e del fiato nei polmoni. Ma tu sai comunicare con il tuo cane?
Come e quando allenarsi
I primi allenamenti devono tenere conto dello stato di partenza del cane e dell’uomo. Se entrambi hanno già una buona preparazione atletica possono bruciare qualche tappa, ma la parola d’ordine resta “non esagerare”. Bisogna salvaguardare le ossa, i muscoli e il corpo in generale: ecco perché un cane anziano non è indicato.
Posto il fatto che non esistono limitazioni di sorta e che anche un meticcio si può rivelare un ottimo velocista, è bene che l’esemplare prescelto abbia già superato la fase di sviluppo. Poi ci sono delle razze più portate di altre. Lo sa bene chi ha analizzato chi sia più veloce fra il cane e il gatto. I cani che possono essere un ‘motore’ potente e trainare il proprio padrone con competenza e destrezza sono:
- Border Collie;
- Borzoi (o Levriero Russo);
- Dalmata;
- Dobermann;
- Greyhound;
- Levriero Afgano;
- Pastore Australiano;
- Piccolo Levriero Italiano;
- Saluki;
- Siberian Husky;
- Vizla,
- Weimaraner;
- Whippet.
L’ideale è non correre né quando c’è troppo freddo né quando le temperature si alzano eccessivamente. Inoltre è opportuno portare sempre dell’acqua fresca, sia per sé che per il cane. Uno snack proteico e calorico può aiutare a contrastare un eventuale abbassamento di pressione. La disidratazione e un colpo di calore possono essere deleteri per entrambi i corridori.
I rischi da evitare
I controlli dal veterinario non devono essere soltanto preliminari, ma periodici. È importante capire se questo passatempo fa sempre bene alla salute o se diventa un’attività poco sostenibile. Se nota i seguenti sintomi, lo specialista potrebbe consigliare una pausa o di sospendere in maniera permanente:
- Zoppia;
- Affanno;
- Letargia;
- Insofferenza.
Infine, per salvaguardare il benessere del cane anche fuori dai circuiti di gara, è importante tenere a mente che la pettorina da canicross non è idonea per le passeggiate quotidiane. La tensione elastica di cui è dotato il guinzaglio porta l’animale a credere che più tira più si allunga. Ci sono esemplari, dunque, che potrebbero essere portati a tirare anche quando non devono. A tal proposito, ecco cosa fare quando il cane tira sempre al guinzaglio.
Quanto può correre un cane
Il canicross, che in genere si pratica su sentieri poco battuti e lontani da distrazioni, va iniziato gradualmente e deve tenere conto di alcuni limiti. L’allenamento può cominciare con un percorso di 20 minuti, che va dai tre ai cinque chilometri. Man mano che i muscoli e il fiato assistono sia il proprietario che il cane, si possono raggiungere i dieci chilometri e l’ora di attività. Di norma, la squadra ci mette qualche settimana a ottimizzare i risultati fisici.
L’importante è ricordare che gli allenamenti vanno alternati a giorni di riposo e che si devono evitare le velocità troppo sostenute, gli scatti repentini e le lunghe accelerazioni. Tutto questo vale soprattutto se c’è particolarmente caldo. È bene tenere a mente che non c’è fretta e che, prima dei risultati agonistici, si deve puntare al rafforzamento fisico e dell’intesa fra uomo e animale.
I comandi del canicross
Soprattutto se si è alla prima esperienza è bene farsi guidare da un addestratore esperto in canicross, certificato e riconosciuto dall’Enci, e non iniziare se prima non si è raggiunta una certa resistenza fisica. Per poter ottenere l’intesa necessaria per arrivare al traguardo, il cane deve imparare determinati comandi ma – prima di tutto – il proprietario deve essere in grado di impartirli. Quelli base sono:
- Vai a destra;
- Gira a sinistra;
- Rallenta;
- Davanti;
- Stop.
Sono indispensabili per gestire le curve e gli ostacoli che si trovano lungo il percorso tracciato. Anche se il cane si trova davanti e fa da apripista, le direttive devono arrivare da dietro, dal padrone. Solo così si può evitare che l’istinto animale prenda il sopravvento.
Per farsi obbedire, sia durante l’addestramento che in gara, è necessario conquistare la fiducia del cane e non perdere l’ingrediente fondamentale: il divertimento. Ecco perché, quando si comporta in maniera virtuosa, va premiato attraverso il cosiddetto rinforzo positivo. Poco importa se si tratta di un bocconcino succulento o di una sessione extra di gioco, l’importante è che l’esemplare in questione si senta sacrificato.
Fonti bibliografiche