Nel bellissimo film Forrest Gump la signora Gump dice a Forrest ‘La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita’. In altre parole, la vita è piena di sorprese. Condivido così tanto la visione che non pianifico nulla (il mercoledì non riesco ancora a pensare a cosa farò nel week end e se qualcuno me lo chiede sono aggredita dall’ansia). La mia metà al contrario pensa già a come organizzare la nostra vita quando saremo in pensione perchè, sostiene, se uno non si prepara è un disastro (e pur essendo ormai giovani solo dentro siamo ancora lontani dalla pensione).
E cosa ci interessa? Siamo qui per leggere di cani non di film e men che mai della tua vita.
Touché.
Continuo.
Aristostele ci insegna che la virtù sta nel mezzo. Ancora? Film, filosofie di vita e ora anche filosofi?
Sì sì, c’è un motivo. L’ho presa un po’ larga ma ci siamo arrivati, in quel mezzo dove è la virtù di Aristotele si inseriscono i cani.
Le sorprese ci sono ma pianificare è necessario
E’ vero che la vita è piena di sorprese ma per quanto riguarda i cani, pianificare non solo è necessario, è obbligatorio. Il motivo è uno e molto semplice: se non si pianifica le sorprese hanno un potenziale di rischio enorme per cui devono essere circoscritte all’inevitabilità.
Cosa vuol dire pianificare per il cane?
Pianificare vuol dire principalmente due cose:
- Farsi un profondo esame di coscienza per cui si è consapevoli dell’effettiva volontà propria e degli altri eventuali membri della famiglia di avere il cane e di affrontare ciò che comporta, dell’effettiva disponibilità di dare il cane ciò di cui ha bisogno e se il proprio stile di vita è effettivamente compatibile con l’aggiunta di un membro canino alla famiglia.
- Se la risposta è sì a tutte le domande, si passa alla scelta del cane, che deve essere Il cane giusto.
Tutto questo perchè i cani sono impegnativi.
I cani sono impegnativi
L’aspetto della vita con il cane più spesso trascurato pur essendo fondamentale è che i cani sono impegnativi, molto molto impegnativi. Confrontarsi con se stessi e i membri della famiglia sull’effettiva disponibilità di tutti ad accogliere il cane in famiglia, a considerarlo un membro a tutti gli effetti della famiglia, e a fare ciò che serve per dargli ciò di cui ha bisogno vuol dire prepararsi, se non altro mentalmente (che comunque è il primo necessario step), all’impegno che il cane comporta.
E ora vediamo cosa vuol dire che i cani sono impegnativi
Perchè i cani sono impegnativi?
I cani sono impegnativi perchè sono esseri viventi senzienti che provano tante emozioni, sentimenti e stati d’animo, che sono tutti diversi uno dall’altro, ognuno ha il suo carattere e la sua personalità e i suoi gusti, ognuno ha le sue motivazioni di razza ed individuali, ed ognuno ha la sua storia.
Sono impegnativi anche perchè pur vivendo con gli umani, nel mondo degli umani sono di un’altra specie, hanno la loro comunicazione e il loro codice di comportamento, canino, che è diverso da quello umano.
Sono impegnativi anche perchè da esseri complessi quali sono, hanno esigenze: esigenze dovute all’essere cani, esigenze dovute all’essere cani di quella razza o quell’altra (o mix di) ed esigenze dovute all’essere quello specifico individuo cane
Sono impegnativi anche perchè costano, più che acquistarli costa mantenerli.
Ma la questione non si ferma qui: che i cani siano impegnativi vuol dire che bisogna impegnarsi per loro e chi lo deve fare sono i proprietari.
Impegnarsi per il cane
Responsabilità e dovere dei proprietari è impegnarsi per il proprio cane. Soddisfare le sue esigenze e dare alla creatura una vita serena e felice è la responsabilità naturale che viene con il prendere il cane. Scoprendo che bisogna fare qualcosa apposta per la creatura quadrupede, però, tanti proprietari rispondono Non posso mica sacrificarmi per il cane.
La notizia è che non si tratta di sacrificio, si tratta di responsabilità e dovere (dove non è piacere, ovviamente).
Cosa vuol dire allora impegnarsi per il cane?
Cosa vuol dire impegnarsi per il cane?
Impegnarsi per il cane, come si sarà capito dal punto prima, vuol dire fare e dare alla creatura ciò di cui ha bisogno per vivere bene e soddisfare le sue esigenze, fisiche, mentali ed emotive.
Impegnarsi ha una connotazione pratica che si affianca ad una organizzativa e, meno immaginabile, ha anche una connotazione mentale.
Iniziamo da quest’ultima.
Cosa vuol dire mentalmente impegnarsi per il cane?
C’è chi dice i cani sono cani e pensa che siano esseri selvaggi, senza emozioni, sentimenti, stati d’animo, che si soddisfano mangiando qualsiasi schifezza, rincorrendo la pallina in modo isterico, bullizzando gli altri e, spesso, da sottomettere con la forza. Altri invece hanno una idea dei cani per cui sono come peluche viventi che si mettono a pancia in su per essere accarezzati, che dove li metti stanno, che tutto quello che vuoi che facciano fanno, che non ringhiano, non abbaiano, non hanno difficoltà, etc. etc.
I cani però non sono nè i selvaggi che vuole qualcuno nè i peluche che pensano gli altri, sono esseri complessi con capacità cognitive rilevanti e una vita emotiva ricca e articolata, tutti diversi uno dall’altro, con motivazioni individuali tanto importanti quanto la predisposizione genetica ed esigenze individuali tanto di peso quanto quelle di specie e di razza (o mix di).
In altre parole, ogni cane è un mondo da scoprire e quello che si scopre non è necessariamente quello che ci si aspettava o voleva e se non si è preparati, pronti ed aperti a chi è la creatura pelosa, alle sue esigenze e a ciò che comportano, nascono difficoltà e problemi anche molto seri (uno dei motivi per cui rivolgersi ad un educatore cinofilo, che deve essere professionista, serio e preparato, che aiuta ad interpretare il cane è tanto consigliato).
Cosa si può scoprire del cane?
A differenza di quello che si pensava o immaginava, si può scoprire ad esempio, che il cane è
- timido
- non ama essere toccato
- è a disagio quando ci sono tante persone
- soffre ad andare per negozi
- ha paura dell’acqua
- è molto selettivo sia con gli umani sia con gli altri cani
- soffre e reagirsce male in ambienti ristretti
- soffre la macchina
- ha specifiche esigenze alimentari
- ha problemi di salute
- è insicuro
- essere fobico
- e una o più delle altre migliaia di caratteristiche che i cani (come gli umani d’altronde) possono avere.
a cui si aggiungono le caratteristiche e le specifiche esigenze legate all’età, da quelle di quando è cucciolo, a quelle di quando è adolescente, a quelle ancora diverse della terza età, e a quelle dell’età adulta.
Cosa vuol dire impegnarsi per il cane?
Impegnarsi per il cane vuol dire quindi prima di tutto riconoscere e accogliere con disponibilità la realtà del proprio cane.
Vuol dire poi occuparsi in prima persona della creatura – Il cane è un membro della famiglia e come tale deve essere considerato e gestito nei modi, nei ritmi e nei tempi di cui il cane ha bisogno. Prenderlo per darlo in gestione a dogsitter, asili e pensioni non ha senso, come non ha senso prenderlo e dargli una vita insoddisfacente e infelice.
Impegnarsi vuol dire anche adattare la proria vita alla natura, le caratteristiche e le esigenze del cane.
In cosa consiste l’impegno pratico per il cane?
In termini pratici impegnarsi per il cane vuol dire tante cose diverse, dettate anche come abbiamo visto prima dalla unicità di ciascun animale.
Tra queste:
- La prima cosa, la più immediata è portarlo fuori, nei modi, nei ritmi e nei tempi di cui ha bisogno, che sono detttati dall’età (ogni età ha le sue esigenze), dallo stato di salute, dalla predisposizione, dal carattere, dai gusti.
- Tutelare il cane timido dalle attenzioni che lo stressano
- Gestire le attenzioni e le manifestazioni di affetto nei confronti del cane che non apprezza il contatto fisico in modo che non diano disagio, anche quando sono da parte dei familiari (posto che per i cani i loro umani sono speciali ma comunque un cane che non apprezza essere toccato vive comunque le attenzioni fisiche con fatica a differenza di chi le ama) e, ovviamente, da parte degli estranei.
- Selezionare le uscite in modo che siano in ambienti e contesti adatti per il cane timido, che non ama le folle, e/o è sensibile ai rumori. Quindi, ad esempio, andare in posti tranquilli e non affollati, evitare i negozi, i mercati, i centri commerciali, etc.
- Gestire il cane che ha paura dell’acqua, non forzarlo ad entrare in acqua e nemmeno pretendere che nuoti e si diverta. Se, dando alla creatura il tempo di conoscere e abituarsi all’acqua il sul disagio non si traforma in piacere, si deve pensare a cambiare destinazione.
- Evitare le aree cani, gestire con attenzioni gli incontri e le interazioni con gli altri cani, creare rapporti di amicizia con cani selezionati con cui fare passeggiate serene e in compagnia, imparare che i percorsi non possono essere predefiniti, ma dettati da incontri, contesti, situazioni che possono mettere in difficoltà, sono alcune delle cose che deve imparare a gestire il proprietario del cane selettivo o che addirittura no ama gli altri cani.
- Dimenticarsi i viaggi in treno/autobus, i ritoranti, i vari può essere l’adattamento richiesto al proprietario di cane che soffre gli ambienti e gli spazi ristretti
- Ci sono cani che soffrono la automobile, per cui gli spostamenti e i viaggi devono essere gestiti in modo da rendere la vita della creatura il meno penoso possibile
- Imparare a conoscere il guinzaglio e a gestirlo correttamente è uno degli adattamenti richiesti ai proprietari di cani insicuri che hanno bisogno di sostegno e supporto. Per chi credeva che i cani devono andare sempre sciolti, vuol dire scoprire il valore del guinzaglio, per chi credeva che i cani devono andare sempre legati, vuol dire imparare che saper gestire la libertà è una competenza che i cani devono avere e imparare anche cosa vuol dire. In poche parole, si deve imparare a capire situazioni e condizioni in cui il cane può essere serenamente sciolto e quando invece ha bisogno di essere tenuto al guinzaglio
- La salute e la soddisfazione mentale del cane possono richiedere che si debba cucinare appositamente per lui/lei
- Se il cane è malato può essere necessario rinunciare a fare vacanze e gite e/o cambiare il contesto in cui vive la creatura; così come è necessario gestire le sue terapie, le visite dal veterinario, le conseguenze dei suoi problemi, le sue uscite, etc. etc.
- Imparare a lasciare a casa il cane quando il tipo di uscita sarebbe per lui/lei fonte di disagio
Sono solo alcuni esempi (i casi della vita sono tanti quanti i cani, quindi innumerevoli) ma danno una buona idea di cosa vuol dire impegnarsi per il cane: riconoscerlo e apprezzarlo per chi è, e fare ciò di cui lui/lei ha bisogno per una vita serena e soddisfacente anche quando vuol dire cambiare la propria.