L’Abruzzo dice sì a una famiglia con due mamme: la sentenza storica

Genitore 1 e genitore 2: il tribunale dei Minori dell'Aquila riconosce due mamme per un bambino concedendo l'adozione del piccolo alla compagna della mamma biologica

Pubblicato: 14 Novembre 2022 11:45

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

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Parlare di famiglia tradizionale, oggi, ci costringe a fare i conti con una verità che per troppo tempo abbiamo ignorato, ma che le nostre stesse esperienze ci hanno confermato. Perché per quanto inscindibili siano i legami di sangue, almeno su carta, sappiamo bene che la vera famiglia è quella che si sceglie col cuore.

È proprio partendo da questa consapevolezza che risulta chiaro che la famiglia tradizionalmente intesa non può esistere, perché nulla è più mutevole di questa. Ed è probabilmente questo che ha portato un importante cambio di rotta in Italia, definito da una sentenza storica che è stata emessa proprio qualche giorno fa.

Il Tribunale dei Minori dell’Aquila, infatti, ha riconosciuto giuridicamente due mamme come genitori di un bambino. Oltre a quella biologica anche l’altra mamma avrà gli stessi diritti e doveri nei confronti di suo figlio. Ecco cos’è successo.

Due mamme per un figlio

Una famiglia che vive nella Valle Peligna, e composta da due mamme e un bambino, è stata finalmente riconosciuta come tale anche dalla legge. Il piccolo, di circa tre anni, porterà i cognomi di entrambe le donne, così è stato deciso dal Tribunale dei Minori dell’Aquila che ha accolto il ricorso presentato dalla coppia.

Un ricorso che si è poi risoluto mercoledì scorso con il riconoscimento formale e giuridico della seconda mamma. Dopo la nascita del piccolo, avvenuta tre anni fa attraverso un procedimento di fecondazione medicalmente assistita in Spagna, la coppia ha avviato le pratiche per l’adozione del bambino da parte della madre non biologica.

La strada è stata lunga e non priva di insidie, ma alla fine il risultato si è trasformato in una sentenza storica nella regione. A seguire il caso della coppia omogenitoriale è stata l’avvocatessa Barbara Ranucci che ha accettato la sfida ribaltando i pronostici. In Italia, infatti, sono pochissimi i risultati raggiunti in questo senso, e in Abruzzo è sicuramente la prima volta che si arriva a una sentenza del genere.

Le due donne, che convivono dal 2014, hanno scelto di allargare la famiglia realizzando il desiderio di avere un figlio grazie alla fecondazione assistita. Sono convolate a nozze dopo la nascita del bambino e hanno avviato le pratiche affinché anche la compagna della madre biologica fosse riconosciuta dalla legge come genitore. E così è stato.

La sentenza del tribunale

“Non si può non tener conto delle situazioni da tempo esistenti e cristallizzate: il minore è nato e cresciuto con le componenti la coppia, instaurando con loro, madre biologica e compagna, un legame inscindibile che, a prescindere da qualunque classificazione giuridica, nulla ha di diverso rispetto a un vero e proprio vincolo genitoriale” – si legge nel provvedimento del Tribunale dei Minori emesso il 9 novembre – “Negare al minore i diritti e i vantaggi che derivano da questo rapporto costituirebbe certamente una scelta non corrispondente all’interesse del minore, che, come indicato dalla Corte Costituzionale stessa, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Corte di Cassazione, occorre sempre valutare in concreto”.

La sentenza, tenendo conto del contesto familiare, ambientale e sociale in cui vive il bambino, e della solidità del rapporto di coppia tra due donne, ha concesso formalmente l’adozione alla compagna della madre biologica, emettendo così una sentenza storica per l’Abruzzo.

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