Come insegnare ai bambini il rispetto per gli anziani

Il rispetto per l’altro è qualcosa che si insegna attraverso l’esempio che, come sempre, funziona più di mille parole. A maggior ragione se parliamo di anziani, vediamo come.

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

In una popolazione che invecchia ogni anno di più, che vede più decessi che nascite, il rapporto fra anziani e bambini è un legame da costruire sapientemente, capire come insegnare ai bambini il rispetto per gli anziani può cambiare la nostra società.

Anziani e bambini sembrerebbero appartenere a due mondi opposti eppure sono estremante vicini per bisogni, attenzioni e sensibilità. Per questo, la premura che la maggior parte di noi nutre ed esprime verso i bambini, non necessariamente e sempre i propri, ed anche se non si è genitori, bisognerebbe metterla in pratica anche per gli anziani. Insegnare ai bambini il rispetto per gli anziani è indispensabile per costruire una società che non tenti di fuggire o cancella una fase della vita preziosa alla quale tutti, se siamo fortunati, siamo destinati.

Come vedremo, per un bambino è fondamentale vedere come i propri genitori ed adulti di riferimento si rapportano agli anziani. È fondamentale che i genitori siano intermediari in questo rapporto, essendo anche in un’età di  mezzo fra l’infanzia e la fanciullezza dei propri figli e l’età matura dei nonni e di tutti gli anziani. I genitori devono dare un esempio di relazione positiva e di stima con i più anziani, senza canzonarli o giudicarli basandosi sull’aspetto fisico o sulle fragilità. Se sembrano considerazioni banali, ahinoi, non lo sono affatto, ai nostri tempi nei quali si farebbe di tutto, e lo si fa, per mascherare l’età che avanza, come fosse una vergogna.

Dati Istat sulla popolazione anziana

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una persona si definisce anziana una volta superati i 65 anni di età. Ovviamente, è difficile trovare a 65 anni persone dall’aspetto e dalla stile di vita tali da considerarlo anziano. Come d’altro canto, per un bambino, anche dei trenta-quarantenni potrebbero essere definiti anziani. That’s it!

 Battute a parte e prima di entrare nel merito di come insegnare ai bambini a rispettare gli anziani, vediamo cosa ci dice l’Istat sulla popolazione anziana in Italia. Una ricerca del 2020 evidenzia la presenza di 7 milioni di anziani dai 75 anni in su,  di cui il 60% donne. La metà delle donne anziane vive sola e sta peggio degli uomini, dal punto di vista della salute, il cui quadro generale vede 4 anziani su 10 con malattie croniche. La fotografia immortala un bel numero di centenari che, nell’ultima rilevazione, si assestava a ben 14.456 persone di cui 84% donne. Nel gennaio 2019 per 100 giovani tra 0 e 14 anni c’erano 173 persone con 65 anni e più.

Gli anziani e la famiglia

Se l’Italia è un Paese sempre più vecchio, dall’altro canto c’è un dato positivo, in una popolazione italiana da sempre legata alle radici e alle proprie origini, la vicinanza fra anziani, intesi come genitori e nonni, con il resto della propria discendenza. Sempre l’Istat ci raccontava che il 51% degli anziani vive entro 1 km dal proprio figlio più vicino ed addirittura il 20% ci vive insieme, inteso anche come medesimo caseggiato.

“Solo lo 0,9% ha figli lontani all’estero, ed il 5% a più̀ di 50 km. Gli anziani che vivono soli e non hanno figli sono l’8,9%. Tra quelli che vivono da soli e hanno figli, il 56,4% è abituato a vedere i figli giornalmente, più̀ le donne che gli uomini.  Fra le persone di 75 anni e più̀ che vivono da sole, due su tre hanno almeno un nipote. Abitando nello stesso comune, per il 74,0% di questi anziani la distanza abitativa con il nipote più̀ vicino è decisamente contenuta e nel 40% dei casi i contatti sono settimanali”.

Fonte: iStock
Creare un rapporto positivo con i nonni

Come insegnare ai bambini il rispetto per gli anziani

I dati che abbiamo visto sino ad ora sono una fotografia fredda dal quale non si evince il reale rapporto fra le diverse generazioni né tanto meno la solidarietà ed il rispetto che le generazioni più giovani nutrono nei confronti degli anziani.

Abitare a pochi passi dal proprio genitore o dal proprio nonno non implica necessariamente un buon rapporto o alcuna forma di collaborazione. Ancor più il rapporto con gli anziani non deve essere limitato ad una buona relazione con quelli della propria famiglia, ma deve estendersi anche a chi non si conosce, o a chi abita accanto a noi. Ovviamente, chi ha fortuna di avere dei nonni, con quali è buoni rapporti, può meglio comprendere ed avvicinarsi serenamente agli altri imparando a rispettarli come si fa con i componenti della propria famiglia.

Sull’importanza dell’esempio si potrebbero spendere milioni di parole, e di fatto lo si fa per molti argomenti, questo vale molto sul nostro tema. I genitori non si devono limitare a spiegare come ci si deve comportare con le persone più fragili, ma devono mostrare come farlo.

Ad esempio, se parliamo male della nostra vicina di casa anziana, davanti a nostri figli, difficilmente avranno effetto le nostre raccomandazioni su come trattarla. Al contrario, se i bambini ci vedono aiutarla, reggendole la porta di ingresso, incoraggiando le chiacchiere sul pianerottolo, i nostri figli avranno lo stesso comportamento nei suoi confronti senza bisogno di alcuna raccomandazione.

Per cui, potremmo sinterizzare così, i consigli per insegnare al bambini a rispettare gli anziani:

Fonte: iStock
Creare un rapporto positivo con i nonni

È importante insegnare ai bambini ad associare considerazioni e dati positivi all’età degli anziani, in modo che siano incuriositi e vogliamo star loro accanto, grazie alla stima che abbiamo costruito. Interessarci alla vita sociale, anche a quella di chi è diverso per età dai più giovani creerà un circuito positivo dagli effetti importanti, capire che piccoli gesti fanno la differenza, poterà tutti a temere meno l’età che avanza.

Spesso, infatti,, la paura dell’invecchiamento che la nostra società credere di poter cancellare con un paio di sneakers ed un filler è strettamente legata al timore della solitudine. Alla casa che si svuota, alle attività sociali che diminuiscono con il crescere dell’età, all’incomprensione del prossimo. Ma se noi scardiniamo questo sistema dell’età industriale, dove tutti abbiamo valore fin quando consumiamo e funzioniamo come ingranaggio nel sistema economico, rivendicano anche il diritto di invecchiare, non dovremmo più avere paura dell’età che avanza né della ruga. Essa potrebbe tornare ad essere fonte di storia ed inspirazione. Dipende solo da noi.

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