Allattare al seno, in un luogo pubblico, in passato è stato oggetto di polemiche come anche di brutti episodi di cui abbiamo letto sui giornali. Non solo cronaca lontana o esperienza indiretta, a volte è accaduto ad alcune di noi, allattando in pubblico, di subire sguardi se non commenti inopportuni, sgradevoli.
In un Paese come l’Italia, che a braccetto con il Giappone invecchia sempre di più, nel quale la media dei figli oscilla intorno a 1,29 per donna, secondo gli ultimi dati Istat, non sorprende come sia poca l’attenzione e la cura verso la famiglia e verso la mamma. Figuriamoci se si vuole allattare in un luogo pubblico, sperando di trovare un angolo accogliente e discreto.
Allattare è un gesto naturale, lo sappiamo, che ha una funzione specifica, prima di ogni altro significato intimo o poetico, esso ha un valore vitale: con il latte materno si sfama il neonato e, se mamma e bambino vogliono, quel latte sarà il suo alimento per eccellenza ben oltre i sei mesi consigliati dalla Oms.
Qualunque mamma, tra noi, potrebbe scrivere un libro sulla propria esperienza di allattamento, non solo in pubblico. Ognuna porrebbe raccontare le prime difficoltà, o anche l’immediato attaccamento al seno, da parte del neonato. C’è chi, tra noi, potrebbe raccontare di come sia stata sostenuta dall’ospedale, dal/dalla pediatra, dal reparto ostetrico, come anche il contrario. L’allattamento al seno è un capitolo della nostra vita materna, in realtà molto più breve di quello che percepiamo quando ci siamo dentro, eppure è intenso nella sua potenza, nella sua bellezza, come anche in tutte le eventuali difficoltà che viviamo o abbiamo vissuto.
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Perché allattare è importante
Allattare al senso è importante e questo è un dato scientifico, incontrovertibile. Il latte materno contiene i giusti nutrienti che servono al neonato ed al bambino, in quello specifico stadio evoluivo. È unico, ogni mamma ha il suo e, nonostante le iniziali e possibili difficoltà, offrirlo al proprio figlio è importante, come sostengono anche il Ministero della Sanità e l’OMS, che consigliano di far durare l’allattamento materno almeno sino al sesto mese di vita, se si riesce anche fino all’anno.
Come ci ricorda il Ministero della Salute, l’allattamento favorisce un corretto sviluppo del bambino. I benefici sono innumerevoli: protegge dalle infezioni respiratorie, migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio, e quello intestinale, riduce il rischio di diabete e di tumori del sistema linfatico, solo a titolo esemplificativo. Il fatto che sia un gesto naturale, va detto con chiarezza, non lo rende sempre facile, esente da difficoltà. E questo va sottolineato in grassetto, in quanto troppe donne, che si trovano in difficoltà, entrano in crisi pensando di essere le uniche. Spesso, anche grazie all’aiuto di un’ostetrica, capiamo come superare le difficoltà nell’allattare.
Perché desta scalpore o fastidio allattare in pubblico
Soprattutto nei primi mesi di vita del bambino, mamma e figlio sono sempre insieme, e questo avviene proprio in quanto la mamma è il suo punto di riferimento anche dal punto di vista alimentare. Per questo può accadere che, durante lunghe passeggiate o commissioni fuori casa, il bambino abbia la necessità di mangiare.
Se si pensa che nei primi mesi di vita i bambini vengono attaccati al seno ogni 2-3 ore circa, è assai probabile che una donna si trovi a dover allattare anche in pubblico. Allattare in pubblico, quindi, non è un vezzo, una moda, un gesto teatrale. Esso risponde ad una necessità, dal punto di vista del neonato.
Ovviamente, ciò non toglie che una mamma possa preferire farlo nel silenzio e nell’intimità della propria casa, rispetto ad una panchina in una piazza piena di rumore. Come del resto, potrebbe esserci un’altra mamma per la quale non faccia alcuna differenza. Ma queste sono considerazioni che riguardano solo mamma e neonato. Se ci fosse qualcuno infastidito alla vista di una mamma che allatta, ovviamente questo non dovrà influire, ma semmai dovrà far pensare a quanta poca confidenza abbiamo con il mondo dei bambini e della famiglia, oggi giorno.
Del resto, meno figli si fanno, meno sarà frequente assistere ad una mamma che allatta e più potrebbe risultare strano un gesto che dovrebbe essere assolutamente naturale.
Cosa dice la legge sull’allattamento in pubblico
Non esiste una legge che regoli la materia dell’allattamento in pubblico. Il legislatore non si è espresso su dove si possa fare e dove no. Del resto, non potrebbero esserci delle limitazioni, considerando che l’Organizzazione della Sanità e il Ministero della Salute sostengono l’importanza del latte materno. Anzi, verrebbe da dire che sarebbe auspicabile una legge che imponesse la realizzazione di aree ad hoc, in modo che la mamma che abbia necessità di allattare, e volesse farlo con calma e senza occhi indiscreti, possa potere scegliere.
Alcuni esercizi, musei, come anche i grandi centri commerciali si sono dotati, negli ultimi decenni, di soluzioni ad hoc, con fasciatoio, poltroncine allattamento, ed anche bagni per i bambini piccoli, ma si tratta sempre di eccezioni, se non di spazi abbandonati all’incuria, una volta pensati e costruiti. Purtroppo, il fatto di essere un Paese proiettato più al passato ed al presente che al futuro, impedisce un pensiero illimitato, una progettualità anche su questo tema. Dunque è tutto lasciato all’iniziativa e alla creatività del singolo e del privato.
Come coprirsi: consigli per chi si sente a disagio
Dopo aver chiarito che ogni mamma che dovrà o vorrà allattare il proprio neonato in un luogo pubblico potrà farlo, bisogna anche prendere in considerazione che ci possano essere donne che non vogliano farlo o che provino fastidio. Insomma, possono esserci tanti motivi per i quali sia la mamma a non voler allattare davanti agli altri. In tal caso, ovviamente, possiamo trovare tante soluzioni.
Ecco alcuni consigli:
- dotarsi di una fascia /marsupio
- acquistare appositi abiti prémaman
- avere sempre una mussola a portata di mano
- fare una lista dei baby pit stop
Vediamo uno per uno questi piccoli accorgimenti che possono fare la differenza.
Le fasce ed i marsupi sono strumenti che ci trasformano in piccole mamme (ma anche papà) canguro! Ce ne sono di tantissimi tipi tra i quali scegliere. Sono supporti pratici, dai molteplici effetti positivi. Hanno la funzione di spostarsi agevolmente in città, di gestire più facilmente le faccende in casa come fuori, ma anche di cullare sempre il neonato, riproducendo quello che accadeva quando era nella pancia della mamma. Ancora, aiutano a calmarlo e rassicurarlo; ad aiutarlo ne momento delle coliche. Non da ultimo, le fasce e i marsupi ci aiutano a trovare, con la giusta posizione, un’alternativa discreta all’allattamento in un luogo pubblico.
Oggi, gli abiti per la mamma in attesa non sono ampi ed infelici camicioni come decenni fa. Ce ne sono di così belli che un po’ spiace doverli dismettere, quando il pancione non ci sarà più. Vestiti da giorno, per la sera, o dal taglio sportivo, maglie, felpe, c’è davvero di tutti e molti di essi sono dotati di tagli intelligenti. Si tratta di apposite fessure, da aprire in modo pratico e veloce, in modo da permettere l’allattamento, ma senza lasciare scoperto alcun lembo di pelle di noi mamme.
Le mussole sono gli accessori della neomamma per eccellenza! La funzioni sono tante: dal coprire il bambino, quando fa una nanna improvvisa; al creare ombra qualora fosse esposto ad una luce diretta del sole; proteggerlo dalla corrente o da un leggero venticello e cosi via. Le mussole sono molto utili anche quando si vuole allattare senza mostrare il seno, se ci troviamo ad esempio in un bar, un ristorante e simili. Il tessuto leggerissimo e morbido potrà essere dolcemente posizionato tra la testolina del bimbo ed il nostro seno, aiutandoci a ricreare un angolo davvero molo intimo.
Infine, vediamo l’ ultimo consiglio. In alcuni contesti e realtà cittadine, sono stati realizzati angoli dedicati alla prima infanzia. Spazi sicuri per le principali necessità del neonato. A Milano, anni fa, avevano dato vita al progetto baby pit-stop. Con un’apposita applicazione si potevano rintracciare i luoghi e quindi i percorsi da fare, per assicurarsi una “passeggiata” più sicura, più baby friendly potremmo dire! Verifichiamo se nella nostra città ci sono iniziative del genere, pubbliche o private, per muoverci più serenamente, sapendo in anticipo dove dovremo fermarci in caso di necessità.