Cleopatra, Regina d’Egitto e schiava dell’amore per Marco Antonio

Una storia d'amore decadente, scandalosa e fatale, ma passata alla storia: Cleopatra e Marco Antonio, al cui cuor nessuno poteva comandare

Pubblicato: 25 Settembre 2022 11:29

DiLei

Redazione

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L’amore e la passione muovono il mondo e sono leva d’azioni talvolta impensabili, addirittura incontrollabili. Una delle relazioni che più ce lo insegna è quella fra Cleopatra e Marco Antonio, che ancora oggi si racconta, si narra, si tramanda e si rappresenta come una delle più travolgenti mai esistite. Non a caso, pur avendo avuto esiti fatali, fa ancora sognare e sospirare per il profondo coinvolgimento di entrambi.

D’atro canto, fa anche riflettere: Cleopatra era una donna potente, indipendente, in grado di influenzare non solo l’immaginario dei suoi contemporanei ma anche il nostro, ancora oggi. Eppure, fu schiava dell’amore per Marco Antonio, uomo ambizioso ed esuberante, dal passato turbolento, che riuscì nell’intento di legarla a sé come nessuno (neanche Cesare) era mai riuscito a fare.

L’incontro fatale e il colpo di fulmine

Ma facciamo un passo indietro a Cleopatra Tèa Filopàtore, ultima Regina d’Egitto. Cosa, di lei, stregò Marco Antonio (e molti altri uomini prima)? Non tanto il suo aspetto, anche perché, a dispetto di quanto si possa immaginare, la Regina Egizia non era “perfetta”: aveva lineamenti marcati, un naso aquilino, mento prominente e sopracciglia folte, ma il suo estremo fascino, che cancellava qualsiasi difetto facendo sì che tutti la dipingessero come bellissima.

Cleopatra aveva un’enorme cultura: le furono insegnate filosofia, matematica, retorica, oratoria, medicina, fisica e farmacologia. Parlava e scriveva diverse lingue del tempo, leggeva in maniera vorace e la sua mente era a dir poco brillante, cosa che fece sì che la sua mentalità politica fosse aperta, attenta e di ampia visione. Riuscì a conquistare Giulio Cesare grazie alla sua capacità di dialogare e dibattere, oltre che alle sue armi di seduzione (che includevano profumi, gioielli e trucchi in grado di esaltare gli occhi).

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Rappresentazione di Cleopatra realizzata a metà dell’Ottocento

Con Marco Antonio le cose non andarono diversamente. Dopo la morte di Cesare, quando il condottiero divenne uno degli uomini più importanti di Roma, Cleopatra venne chiamata a dare spiegazioni sulla sua posizione riguardo ai cesaricidi. La Regina, ostinata e determinata, non volle saperne di lasciare le sue terre. Con grande intelligenza e acume, Cleopatra aveva deciso che si sarebbero venuti incontro e, in effetti, così andò: i due si incontrarono a Tarso. Cleopatra giunse nella città Turca a bordo della sua lussuosa thalamegós, una barca-residenza (diciamo un’antenata dei nostri yatch più invidiabili), sapendo che il condottiero amava la ricchezza e l’opulenza.

Marco Antonio la attendeva al porto e vide l’imbarcazione avvicinarsi. Davanti ai suoi occhi si parò uno spettacolo unico: la barca, mossa da vele porpora e dorate, finemente lucidata, si apriva al centro per far spazio a un baldacchino con tessuti ricamati d’oro, dove la Regina giaceva seminuda, sventolata da uomini e donne che, al contempo, diffondevano profumi speziati nell’aria. Antonio non riuscì neanche a parlare: la sua organizzazione, che prevedeva l’invito della Regina nei suoi palazzi di Tarso, andò a monte.

Cleopatra, infatti, aveva già disposto un banchetto a bordo del thalamegós e fece accomodare il triumviro in divani intarsiati d’oro e tempestati di gemme, che, infine, gli donò. Quando la Regina salpò per tornare ad Alessandria, Antonio era già innamorato di lei. Ciò che Cleopatra non poteva prevedere, però, era che anche lei si sarebbe perdutamente innamorata di lui.

I giorni dell’amore e della passione

Per consolidare la sua posizione nei confronti di Roma e sicura di aver fatto colpo, Cleopatra invitò, poco tempo dopo il primo incontro, Marco Antonio ad Alessandria. Il triumviro non se lo fece ripetere: accettò e arrivò ad Alessandria in un momento, per altro, molto delicato per la Regina. Cleopatra era infatti rimasta l’unica erede della dinastia tolemaica, insieme al figlio, e non avendo (più) un marito al suo fianco come da tradizione, stava fronteggiando non poche diffidenze.

La scelta di avvicinarsi ad Antonio, dunque, all’inizio fu politica. Per lei, coniugare sicurezza e passione era, all’inizio, un gioco e un modo per assicurarsi sia l’appoggio di Roma che l’arrivo di eventuali altri eredi. Le cose, però, ci misero poco a cambiare. Antonio passò con lei l’inverno, giocando a dadi, cacciando e bevendo. Si riscoprirono incredibilmente affini, cosa che lasciò Cleopatra di stucco.

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Elizabeth Taylor e Richard Burton interpretano Marco Antonio e Cleopatra. Locandina del 1963

Antonio, intanto, a Roma aveva una moglie, ma cominciò a far comprendere al mondo intero le sue intenzioni, senza più preoccuparsi di salvare le apparenze, cosa che fece davvero scalpore. Ricopriva Cleopatra di doni e con lei viveva una vita che non poteva vivere a Roma: lontano dalla sobrietà che il suo ruolo gli imponeva, si sentiva vivo accanto alla sua Regina, con cui condivideva anche la visione politica.

Le loro notti appassionate erano seguite da giornate di fitta programmazione politica e, probabilmente, fu questo a condannarli. Il loro amore era travolgente quanto la loro ambizione e preoccupò Ottaviano, triumviro che seguiva da Roma le vicende di Marco Antonio e che era già irritato dal suo comportamento. Quando Ottaviano si impossessò del testamento di Antonio e realizzò che Cesarione, figlio di Antonio e Cleopatra, era stato nominato erede e che Alessandria doveva, nelle intenzioni di Antonio, diventare la nuova capitale della Repubblica, Ottaviano dichiarò guerra a Cleopatra.

La tragedia e il dolore di Cleopatra

Era più facile, infatti, dichiarare guerra alla Regina d’Egitto che al triumviro, anche se le conseguenze erano ovvie: Cleopatra e Antonio unirono le forze, ma non riuscirono ad aver successo, dovendo fronteggiare diverse defezioni e non avendo, in realtà, un’idea chiara di come affrontare il nemico. La prima battaglia, quella di Azio, fu sfavorevole. I due amanti tornarono in Egitto mentre Ottaviano occupò Atene, dopodiché si separarono.

Antonio si mise in isolamento volontario sull’isola di Faro, mentre Cleopatra cercava di risolvere i problemi economici scatenati dalla Guerra. In molti consigliarono a Cleopatra di far uccidere Antonio ma lei, follemente innamorata, non cedette mai. Intanto, le negoziazioni con Ottaviano continuavano senza risultati, stringendo i due amanti in una morsa sempre più fitta: si prospettava un futuro tragico, con Cleopatra ridotta in schiavitù e Antonio condannato o ucciso da Roma.

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Il quadro Death of Cleopatra di Jean Angre Rixen

Fu in questo quadro e mentre i due non erano nella stessa residenza, che entrambi, seppur lontani, maturarono l’idea del suicidio. Marco Antonio si uccise con una spada, trafiggendosi. Cleopatra fece lo stesso pochi giorni dopo: sul suo corpo vennero trovati due fori, che fecero pensare all’uso di un serpente (un aspide o un cobra), ma più verosimilmente la Regina, esperta in farmacologia, usò dei veleni e dei piccoli aghi.

Messi alle strette, dunque, i due morirono, ottenendo però da Ottaviano l’avverarsi di un loro desiderio: essere sepolti l’uno accanto all’altro. In un abbraccio che, ancora oggi (pur non essendo mai stato ritrovato) suggella una storia che non ha eguali.

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